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La Guerra nelle Dolomiti. L'ospedale da campo nr. 040 di Cortina d'Ampezzo, agosto - settembre 1916

30 settembre 1916

Schede

L’ospedale da campo 040 di Cortina d’Ampezzo si trovava nelle stanze del già allora famoso Hotel Cristallo della famiglia Menardi, ai piedi del Faloria. Aveva una disponibilità di 100 letti dipendenti dalla 5a Compagnia di Sanità di Verona; nell’agosto del 1916 a dirigerlo fu inviato l’ufficiale medico Nicola Ragucci, napoletano, che scrisse un diario di quelle giornate. - “Dalle Alpi Dolomitiche, coperte di neve eterna e dalle vicine trincee giungevano i feriti, quasi sempre di notte per ragioni di sicurezza. Quale spettacolo miserando e pietoso offrivano quei giovani, intirizziti e tremanti, bruciati dalla febbre, imbrattati di fango, con le divise a brandelli e sanguinanti!” -
Il maggiore Ragucci prese in consegna l’ospedale 040 verso la metà di agosto 1916, trovandolo ordinato e organizzato, il suo arrivo coincise con il secondo attacco italiano alle cime del Forame di Fuori del Cristallo.
29 AGOSTO – Primo arrivo dei feriti dopo il combattimento del Forame, la più parte di essi sono gravi, un ufficiale e un soldato muoiono dopo un’ora; un bersagliere ferito al petto da una fucilata, balza dal letto, vacilla e cade freddo.
30 AGOSTO – Sono morti altri due poveri feriti, la nostra azione sul Forame continua. Un attendente che vide ucciso il suo capitano, atterrò e strangolò l’austriaco feritore, poi gli asportò con un morso il naso che conserva in un fazzoletto e ce lo mostra.
Nel pomeriggio il generale Caputo, comandante della 1a Divisione schierata nel settore Boite – Cristallo, fece una visita all’ospedale per sincerarsi del trattamento riservato ai suoi soldati.
31 AGOSTO – Sono entrati altri 50 feriti, di cui quattro gravissimi. Ne sono morti due di cui uno quasi improvvisamente.
1-2-3-SETTEMBRE –Le medicazioni dei soldati ci assorbono gran parte della giornata. Tregua dei combattimenti, tace il cannone.
Ma era una tregua fittizia, dovuta alla necessità di riordinare le fila e rifornire di munizioni le truppe dislocate in alta montagna.
4-5 SETTEMBRE – Sono ripresi i combattimenti e sono giunti molti feriti. Due i morti di cui il povero capitano R… quale scempio ha fatto del suo corpo una granata, quale orroroso e macabro spettacolo!
6 SETTEMBRE – Comincia a fare freddo: nella valle viene giù una pioggerella ghiacciata, in alto nevica. Il cannone ha tuonato tutto il giorno.
8 SETTEMBRE – il numero di feriti gravi non permette di allontanarci dall’ospedale. Solo verso sera usciamo a passeggiare innanzi al portone.
Il 10 settembre fu organizzata una messa da campo all’interno dell’ospedale, il generale Segato comandante del I° Corpo d’Armata, distribuì delle medaglie al valore ai feriti, davanti ad un picchetto di soldati provenienti da tutti i reparti del Corpo d’Armata.
12-14 SETTEMBRE – Si continua a combattere sul maledetto Forame. E’ stato ricoverato il sottotenente degli alpini Alfredo V.. Qui trasportato, presenta una ferita da scheggia nell’addome. Poco fa, erano le cinque pomeridiane, stralunando gli occhi, -Buonanotte a tutti!- ha detto ed è spirato.
Il 13 settembre gli austriaci riconquistarono la Punta Ovest del Forame; l’attacco decisivo venne sferrato dalla pattuglia nemica alle 5 del mattino, nel posto italiano erano rimasti alcuni alpini e due ufficiali, entrambi feriti. Uno era il sottotenente Alfredo V. poi ricoverato il giorno 14 nell’ospedale da campo 040.
21-22 SETTEMBRE– Fa freddo e nevica. E’ morto l’ufficiale dei bersaglieri R…, ferito di arma da fuoco al midollo spinale e paralizzato. La morte fu una salvezza per lui. Giunge l’ordine di sgomberare sulle retrovie gli ammalati e i feriti non pericolanti, sono questi forse i prodromi di una nuova azione?

Paolo Antolini