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Julien Legoll (soldato), dichiazione resa nel quartier generale francese di Roma

Schede

Dichiarazione del il 1° novembre 1944

Soldato Legoll Julien
Plotone Mitraglieri di Fanteria
5ª Compagnia - 16ª SS PG Divisione Recce Unit

Ho 20 anni e sono studente di Scienze Naturali, vengo dall’ALSAZIA. Fui arruolato nell’esercito tedesco il 23 Maggio 1943 e unito alla 16ª SS PG. Division Recce Unit verso il 20 settembre 1944.
Nella notte del 28/29 Settembre 1944 la 1ª Compagnia Recce Unit, assieme al Plotone Mitraglieri di Fanteria della 5ª Compagnia aggregatovi, al quale io appartenevo, vennero adunati a MONTORIO (L. 7722), dove eravamo stati alloggiati per tre o quattro giorni.
L’Ufficiale Comandante della 1ª Compagnia Obersturmführer SEGELBRECHT ci indirizzò allora alcune parole e ci disse che stavamo per essere impiegati in un’azione contro i partigiani e che i nostri ordini erano di fare rappresaglia sparando indiscriminatamente su tutte le persone nelle vicinanze nel caso in cui fossimo stati fatti segno a fuoco durante la marcia. Egli aggiunse che questi ordini erano stati ricevuti dall’Ufficiale Comandante della Recce Unit Sturmbannführer REDER. Vennero poi distribuite le munizioni e dopo ci mettemmo in marcia verso le 6.00 del 29 settembre ’44. Procedemmo, dopo avere attraversato una strada (credo fosse la BOLOGNA-FIRENZE) e un fiume, su una collina per circa un’ora. Raggiungemmo un gruppo di tre case contadine; dalla cantina di una di queste venne sparata una raffica di mitragliatrice, senza ci fosse alcuna perdita.
Una delle case contadine era a circa 50-70 iarde di distanza dalle altre due, che erano vicine e i colpi venivano dalla casa isolata. La 1ª Compagnia RecceUnit attaccò le altre due case, non trovando resistenza e fece uscire le persone all’interno, circa 30 civili in tutto, due dei quali erano uomini anziani e il resto donne e bambini. Questi civili vennero allineati davanti a un muro e uccisi con una mitragliatrice da un soldato, di cui non ricordo il nome, su ordine del Obersturmführer SEGELBRECHT. I corpi vennero lasciati distesi dove erano caduti e gli edifici dati alle fiamme. Vidi fucilare questi civili, ciò accadde alle 8.00 circa. Io mi trovavo a circa 15 metri dall’Obersturmführer SEGELBRECHT quando lo sentii dare l’ordine, “FUCILARLI TUTTI ALL’ISTANTE”.
Il mio Plotone Mitraglieri di Fanteria si mise allora in marcia sulla collina, mentre la restante parte della 1ª Compagnia rimase indietro e impegnata nella battaglia con la casa isolata, che ancora resisteva con armi da fuoco leggere.
Dopo circa mezz’ora di marcia vedemmo tre donne e tre o quattro bambini che fuggivano da noi. Quando furono individuati il Sottufficiale incaricato del comando del Plotone Mitraglieri di Fanteria, Underscharführer Wolf, diede l’ordine di ucciderli tutti. Due uomini di cui non ricordo il nome, partirono all’inseguimento e li vidi colpirli da una distanza fra i 10 e i 20 metri. Poi, uno di quei due uomini venne incaricato di accertarsi che fossero morti, ma erano tutti morti e i corpi vennero lasciati giacere dove essi erano caduti. Erano circa le 8.30.
Il mio plotone camminò un po’ più lontano e circa mezzora più tardi incontrammo due civili maschi che portavano armi da fuoco che supponemmo essere partigiani. A questi civili venne sparato e immediatamente furono colpiti a morte da lontano.
Le due case contadine, dalle quali questi due civili erano stati visti venire, vennero allora perquisite. Non venne trovato niente e le case furono incendiate. Mentre bruciavano sentii scoppiare cinque o sei granate.
Dopo ciò marciammo in discesa sull’altro versante. Alle 9.30 circa arrivammo a una casa contadina isolata, fuori dalla quale vidi due donne e tre o quattro bambini. Senza alcun ordine, uno degli uomini della 1ª Compagnia, che non conosco, corse avanti e piazzata la sua mitragliatrice per terra, aprì il fuoco e li uccise. I corpi vennero lasciati lì e la casa venne bruciata. Scendemmo nella valle e alle 11 circa arrivammo a una casa contadina con una piccola rimessa.
Nella casa trovammo da quindici a venti donne e bambini e un civile maschio e li facemmo prigionieri. Furono fatti marciare insieme a noi per circa quindici minuti, quando incontrammo l’Ufficiale Comandante della 1ª Compagnia Obersturmführer SEGELBRECHT e l’Ufficiale Comandante della 5ª Compagnia Obersturmführer SAALFANG, e quest’ultimo ci ordinò di condurre queste persone con noi per qualche chilometro e poi rilasciarle. Così venne fatto.
Poi ritornammo sui nostri passi, arrampicandoci su un’altra collina e alle 15.00 circa incontrammo un piccolo gruppo di quattro civili (un uomo anziano di circa 70 anni, una donna, una ragazza e un ragazzo di circa 14 o 15 anni). Due uomini del Plotone Mitraglieri di Fanteria, uno dei quali era lo Sturmmann PIELTNER, avanzò senza alcun ordine e li colpì da una distanza di 50-60 metri, con il fucile. Vennero lasciati giacere dove caddero. Vennero colpiti di fronte ad una casa. Nel corso della marcia il Plotone Mitraglieri di Fanteria incendiò circa 15-20 costruzioni contadine.
Dopo ciò tornammo, senza altri episodi, verso le tre case contadine, dove avevamo lasciato la maggior parte della compagnia impegnata con i partigiani. L’azione era ancora in corso e vidi tre nostri uomini morti e fui informato che 16 erano feriti. La 1ª Compagnia con il Plotone Mitraglieri di Fanteria allora si ritirarono, lasciando i partigiani in possesso del campo di battaglia. La Compagnia poi tornò indietro ai nostri alloggi a MONTORIO, dove arrivammo alle 19.00 circa.
Fra le 3.30 e le 4.00 del 30 settembre 44, la 1ª Compagnia, insieme al Plotone Mitraglieri di Fanteria della 5ª Compagnia, si misero in marcia da MONTORIO, attraversando di nuovo la strada e il fiume, ma più a destra della strada presa il giorno prima. Dopo circa due ore di marcia trovarono la 2ª Compagnia in posizione vicino a un piccolo gruppo di case contadine. Evidentemente la 2ª Compagnia aveva incontrato considerevole opposizione partigiana il giorno prima e la 1ª Compagnia era ora salita per aiutare. Quest’ultima rimase con la 2ª Compagnia per circa due ore. Alle 8.00 circa il Plotone Mitraglieri di Fanteria venne distaccato per raggiungere e prendere un luogo descritto come SAN MARTELLO [San Martino]. Giungemmo a questa località alle 9.00 circa, si trattava di una chiesa e di tre costruzioni contadine. L’Unterscharführer WOLF spiegò il plotone, che consisteva in 20 uomini, attorno al villaggio e per circa dieci minuti venne aperto il fuoco di armi leggere. Fu dato allora l’ordine di cessare il fuoco e i nostri soldati entrarono negli edifici, trovandoli abbandonati, con l’eccezione di una vecchia donna, e vuoti di armi. Dopo avere dato l’ordine di “Cessare il fuoco”, il plotone si avvicinò al villaggio andando a passo normale senza mettersi al riparo, poiché non c’era stata risposta al nostro fuoco. Quando ci avvicinammo a una delle case, sentimmo le grida di una donna spaventata. Il Sottufficiale comandante la 3ª Sezione, Rottenführer KNAPPE, si avvicinò ad una finestra di questa casa e senza guardare dentro gettò una bomba a mano. Quattro di noi poi entrarono dentro la casa e trovarono una donna, di 50-60 anni, morta. Era stata di certo uccisa dalla granata. Ero nel gruppo che la trovò. L’intero villaggio venne allora dato alle fiamme, ma la chiesa non voleva bruciare. Quando le case vennero bruciate vennero ammucchiati assieme degli arredi, fieno o paglia venne posta sotto e incendiata. Nel caso della chiesa venne fatto il tentativo di incendiare le panche in legno, ma senza successo. Prima di provare a bruciare la chiesa il comandante del plotone, WOLF, diede ordine che l’altare fosse distrutto, ed essendo cattolico lasciai la chiesa. Ritornai comunque in tempo per vedere che l’altare era stato distrutto e che erano stati fatti tentativi di distruggere la chiesa con il fuoco.
Dopo questo il plotone si riposò per poco.
Ritengo che sebbene il comandante del plotone fosse l’Unterscharführer WOLF, questa spedizione fosse sotto il comando del Oberscharführer BOEHLER, della 1ª Compagnia. Il nostro breve riposo venne interrotto dall’arrivo di un gruppo di circa 30-40 donne e bambini, scortati da tre SS che credo appartenessero alla 2ª o 3ª Compagnia Recce Unit. Portarono il gruppo fin dove eravamo seduti e chiesero a BOEHLER che cosa dovessero fare di loro. BOEHLER disse “SARANNO FUCILATI ”. Al che le tre SS andarono via. Le donne e i bambini vennero allora posti contro il muro della casa contadina dove la vecchia donna era stata uccisa. Fecero un tentativo di scappare lontano ma furono radunati di nuovo. BOEHLER ordinò allo Sturmmann PIELTNER di giustiziarli con la sua mitragliatrice. Sentii PIELTNER mormorare un’obiezione dopo di che BOEHLER tirò fuori la sua pistola, sotto la minaccia della quale allora vidi PIELTNER falciare a terra donne e bambini col fuoco della sua mitragliatrice. Erano le 11.00-12.00. I corpi vennero lasciati giacere dove erano caduti e più tardi ci mettemmo in marcia verso un luogo di incontro dove trovammo la 1ª Compagnia, con la quale ritornammo agli alloggi a MONTORIO. Al nostro ritorno agli alloggi SEGELBRECHT si rivolse alla Compagnia plotone per plotone e ci disse che l’azione aveva avuto un ottimo esito e che aveva sentito dallo Sturmbannführer REDER, che 800 partigiani erano stati uccisi e che egli, lo Sturmbannführer, si congratulava con la Compagnia per il nostro lavoro. Personalmente sono dell’opinione che la maggior parte dei partigiani uccisi fossero donne e bambini. In aggiunta ai civili che vidi fucilati, vidi anche singoli o gruppi di corpi, in numero da 1 a 10, posti lungo la linea di marcia durante i due giorni.
Le unità Tedesche impegnate in questa azione contro i partigiani furono: le Compagnie n. 1, 2, 3 e 5 della 16ª SS PG. Recce Unit e un reparto di una non identificata Ack-Ack Unit.
L’Oberscharführer BOEHLER è stato poi ucciso in azione. Non ho preso parte ad alcuna delle fucilazioni sopra descritte.
Ho letto la dichiarazione sopra, è corretta e vera.
Firmato LEGOLL Julien
Dichiarazione registrata dal Capitano GOLODETZ, alla presenza del Capitano R.A. ARCHER, SIB, 76ª Sezione, 1 novembre, 1944.

Public Record Office, Londra, WO 310/121, in Beatrice Magni (a cura di), "Lotta di liberazione ed eccidi nazifascisti sull’altopiano di Monte Sole. Saggi e documenti su Marzabotto, Monzuno e Grizzana", Quaderni di Montesole, Supplemento al periodico di informazione “Montesole”, n. 9, 2000
[PR]
Note
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