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Luigi Jacchia

17 aprile 1902 - [?]

Scheda

Luigi Jacchia, da Eugenio ed Elisabetta Carpi; nato il 17 aprile 1902 a Bologna. Laureato in medicina.
Nel 1919 andò volontario a Fiume, per partecipare alla sedizione dannunziana. Rientrò a Bologna nella seconda metà del 1920 con l'incarico di aprire e dirigere l'Ufficio di rappresentanza del movimento dannunziano, il cui compito era quello di raccogliere aiuti in danaro e armi da inviare a Fiume.
Alla fine dell'anno aderì al secondo Fascio di combattimento di Bologna, diretto da Leandro Arpinati, per uscirne pochi mesi dopo, nel 1921, quando gli ex legionari fiumani assunsero un atteggiamento antimussoliniano.
Fu il primo della famiglia a passare all'antifascismo. Subì numerose aggressioni da parte degli squadristi, i quali gli rimproveravano anche di essere figlio del massimo esponente della massoneria bolognese.
L'ultima bastonatura la subì nel giugno 1924.
A seguito di quel fatto, il fratello Mario uscì pure lui dal Fascio e passò all'antifascismo. Il 12 novembre 1925 fu arrestato perché la polizia aveva trovato, nella sua abitazione, dei volantini che, secondo i giornali dell'epoca, erano «eccitanti all'odio contro le persone del regime».
Trasferitosi a Padova, esercitò la professione medica, senza iscriversi al PNF. Essendo ebreo, fu radiato dall'ordine dei medici dopo la promulgazione delle leggi razziali. Vi fu riammesso nel luglio 1943, all'indomani della caduta del regime fascista. L'8 settembre 1943 si trovava a Fiume, dove ricopriva la carica di medico provinciale. Abbandonò immediatamente la città e si recò nel sud d'Italia, dove si era trasferito il legittimo governo italiano.
Si arruolò volontario nel ricostituito esercito italiano e, con il grado di maggiore medico, fece parte dell'Alto commissariato per i profughi. [O]