Isonzo: Il Primo sbalzo offensivo

Isonzo: Il Primo sbalzo offensivo

Scheda

Il 23 maggio 1915 il Governo Italiano, confortato dal voto del Parlamento, a nome del Re comunicava all'ambasciatore d'Austria a Roma che dal successivo giorno 24 l'Italia si sarebbe considerata in guerra con l'Austria-Ungheria.
Nelle prime ore del 24 maggio per ordine del Comando Supremo Italiano (C.S.I.) s'iniziarono le ostilità su tutto il fronte.
Il piano d'attacco iniziale prevedeva un’offensiva sulla fronte Giulia (azione principale), difensiva strategica sul Trentino (azione secondaria ), un’offensiva in Cadore e Carnia per occupare il nodo di Toblach (Dobbiaco) ed assicurare uno sbocco in Carinzia.
Le forze italiane erano così schierate:
1) 1a armata dallo Stelvio a tutta la Val Cismon, con compito difensivo
2) 4a armata dalla Val Cismon, esclusa, a monte Peralba, con compito offensivo verso la Val Pusteria (Toblach)
3) Zona Carnia: dal monte Peralba a Montemaggiore, esclusi, con compiti offensivi verso gli sbarramenti di Predil e Malborghetto per aprirsi la strada verso Villach , in Carinzia
4) 2a e 3a armata da Montemaggiore al mare, con compiti offensivi per il raggiungimento dell'Isonzo, per attestarsi poi sulla linea della Sava tra Krainburg e Lubiana
L’avanzata italiana ha inizio il 24 maggio 1915 con uno sbalzo generale in avanti su tutto il fronte: dal Cadore al mare con scopo offensivo, e in Trentino per rettificare le condizioni difensive del vecchio confine politico; viene così occupata la parte meridionale del saliente Trentino, occupate le conche di Fiera di Primiero e di Cortina d'Ampezzo, occupati i passi di confine in Carnia, la conca di Plezzo e tutta la sponda destra dell'Isonzo. Fra fine maggio e metà giugno lo sbalzo spazza via le occupazioni avanzate austro-ungariche e mette a nudo la linea nemica preparata a difesa, verso la quale si appuntano i nostri sforzi successivi . Alla fine del primo sbalzo (25 maggio-26 giugno) sul fronte della 2a e 3a armata, le truppe italiane hanno conquistato il Monte Nero, la quota 383 di Plava, rettificato il fronte a Monfalcone, sono avanzate sensibilmente nel settore di Caporetto, raggiunto il tratto medio del fiume Isonzo, intaccate le prime linee delle difese sul ciglio Carsico. Ma la barriera che l'avversario ha eretto nel complesso resiste; le alture su cui sono annidati gli austriaci rappresentano una spina nel fianco per ogni piano di avanzata. Il Comando Supremo Italiano ordina allora una serie di operazioni sulla fronte Giulia che prendono il nome di "battaglie dell'Isonzo": il termine lo si deve agli austriaci e vuole essere dispregiativo degli sforzi fatti dal fante italiano che dopo tanto combattere si trovava sempre sull'Isonzo: durante tutta la guerra ne verranno combattute ben 12.

Paolo Antolini

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Bibliografia
1914-1918. Storia della Grande Guerra sul fronte italiano
Pieropan G.
1988 Milano Mursia
Caporetto. La battaglia d’arresto al Tagliamento e la ritirata sino al Piave
Del Bianco G.
1958 Udine Del Bianco ed.
Caporetto
Seth R.
1966 Milano Garzanti
Dal Monte Nero a Caporetto. Le dodici battaglie dell’Isonzo (1915-1917)
Weber F.
1967 Milano Mursia
Isonzo 1917
Silvestri M.
2001 Milano Mondadori