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Giacomo (Jacopo) Vannucci (Vagnucci)

1416 - 1487

Scheda

ARMA: D’azzurro al leone d’oro tenente fra le branche anteriori una rosa di rosso bottonata d’oro, gambuta e fogliata di verde.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d’oro e sormontato da un cappello vescovile con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: IAC· VAGNVCCIVS· / DE CORTONA EP· PERVS· / GVB· 1449· (Giacomo Vannucci da Cortona. Vescovo di Perugia. Governatore 1449).

Su di un manoscritto del XVIII secolo, conservato alla biblioteca comunale di Cortona, trovasi riportato un «trattato delle famiglie nobili di Cortona», di Tommaso Braccioli, scritto nel 1570, in cui lo stemma della famiglia Vannucci è raffigurato e così descritto:
«L’arma della nobile famiglia Vannucci come di sotto si vede nel campo suo, si colorisce con azzurro, l’orso d’oro, come animale domesticato, la corona come reale; le rose sono tre, quella verso l’orso si dipinge rosso, la seconda che è nel mezzo verde e la terza bianca» e cioè d’azzurro all’orso saliente d’oro coronato dello stesso e tenente fra le branche anteriori tre rose in ventaglio: bianca, verde e rossa.
Non un leone quindi ma un orso coronato con tre rose tra le zampe, in campo azzurro.

I Vannucci (o Vagnucci) sembra che provenissero da una località posta nelle vicinanze del lago Trasimeno denominata Orsai (donde l’orso dello stemma).
Un Giovanni, detto Vannunzio, da cui originò poi il cognome, ebbe due figli, Francesco ed Angelo, da cui derivarono due distinti rami della famiglia.
Molti dei suoi membri furono Cav. Gerosolimitani e di S. Stefano, un Matteo, figlio di Angelo, era Cav. di Todi nel 1452.
Francesco di Giovanni diedi i natali al Vescovo Giacomo, Onofrio fu Cameriere segreto di Clemente VII, altri furono canonici, capitani, scudieri del Gran Duca di Toscana ecc.

Giacomo (o Jacopo) Vannucci, dopo essersi laureato in «utroque jure» entrò in prelatura e divenne Referendario di Segnatura. Nominato poi Vescovo di Rimini nel 1448 veniva trasferito l’anno successivo a Perugia e contemporaneamente nominato anche Governatore di Bologna.
Rimase però in città pochi mesi, sostituito nel marzo del 1450 dal Cardinal Bessarione.
Egli tuttavia, a causa dei suoi impegni politico-amministrativi (dal 1452 al 1455 rivestì la carica di Tesoriere Generale), potè prendere possesso del suo vescovado solo nel 1456.
Ricoprì anche la carica di Governatore di Roma e di Vicecamerlegno sotto Sisto IV nel 1478/79.
Nel 1482 rinunziò alla sua diocesi in favore del nipote Dionisio.
Morì nel 1487 a Perugia e fu sepolto nel Duomo della città.