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Alessandro Peretti Damasceni

1571 - 2 Giugno 1623

Scheda

ARMA: D'azzurro al leone d'oro tenente fra le branche una rosa di rosso fogliata e gambuta dì verde e la banda di rosso attraversante.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: Cardinale Alessandro Peretti Nipote di Papa Sisto V. Legato 1586.
Secondo alcuni lo stemma originario dei Peretti era: D'azzurro al leone d'oro attraversato da una banda di rosso, ma quando Felice, il futuro Sisto V, divenne Cardinale e venne chiamato di Montalto, aggiunse, i monti e le stelle alla banda e pose tra le zampe del leone un ramo di pero, che però queste aggiunte siano successive è ritenuto dal Galbreath molto improbabile. Pertanto lo stemma autentico dei Peretti è: D'azzurro al leone d'oro tenente tra le zampe anteriori un ramo di pero di verde, fruttato di 3 pezzi d'oro e la banda di rosso attraversante, caricata in capo di una stella d'oro ed in punta di un monte di 3 cime d'argento posto nel senso della banda. Nello stemma raffigurato sul muro il ramo di pero è addirittura diventato una rosa! Mancano inoltre sulla banda sia la stella che i monti.

La famiglia Peretti era detta anticamente dei Ricci di Montalto, famiglia abbastanza in vista in quella terra. Un Pietro detto «Perietus Jacobi de Riccis» così come figura nel catasto del 1520, ebbe due figli: Prospero detto Prospero di Peretto e Felice, il futuro Papa. Non sembra dunque attendibile la tesi che vuole i Peretti di origine contadina.

Alessandro Peretti nacque a Montalto delle Marche (AP) nel 1571, era figlio di Fabio Damasceni nobile romano e di Maria Felice, figlia a sua volta, della sorella di Sisto V: Camilla. 
Dell'educazione sappiamo poco, se non che se ne occupò Sisto V, di cui era il preferito. 
Nel 1585 venne creato Cardinale dal prozio a soli 15 anni facendogli assumere anche il suo cognome.
Pure lui come Sisto V, venne chiamato Cardinal Montalto poiché Papa Peretti, che era nato a Grottamare, aveva riconosciuto come patria di origine il paese di Montalto. 
Nel 1586 sostituì il cardinale  Michele Bonelli nella Sacra Consulta. Ebbe dopo poco tempo facoltà di deliberare su tutti gli affari ecclesiastici e spirituali oltre che temporali, civili, criminali e misti.
Ottenne anche numerosi incarichi: governatore di Fermo nel 1586, di città della Pieve nel 1589 e legato di Bologna (con intermittenza dal 1586 al 1606, senza però risiedere in città). Fu anche protettore degli Ordini dei cappuccini, benedettini e celestini e della nazione polacca.
L'enorme acquisto di poteri si convertì soprattutto in un'opera costante di mecenatismo. Si ritiene che nei trentotto anni del suo cardinalato il Peretti abbia speso circa un milione e mezzo di scudi tra opere di beneficienza e patrocinio di artisti e letterati. 
Alla morte di Sisto V il Peretti perse gran parte della sua influenza in Curia, ma partecipò comunque a sette conclavi distinguendosi per il suo appoggio all'elezione di Ippolito Aldobrandini, papa col nome di Clemente VIII. Fu uno dei fautori della pace fra il Papato e Enrico di Navarra.
Morì a Roma il 2 giugno del 1623 nel palazzo della Cancelleria.
Fu sepolto nella cappella del S. Presepio nella chiesa di S. Maria Maggiore, dove aveva voluto deporre le spoglie del prozio Sisto V.