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Giovanni Girolamo Lomellini

1607 - 1659

Scheda

ARMA: Troncato di rosso e d’oro.
I due scudi sono sormontati da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
II primo cartiglio sottostante dice: IO· HYERONIMVS CARD· / LOMELINVS LEGATVS· / 1652· (Cardinal Gian Gerolamo Lomellini. Legato. 1652).

La famiglia Lomellini trae origini da un Vassallo da Lumello in Lombardia che fu Console di Genova nel 1197. I Lomellini si dedicarono al commercio ed alla pesca del corallo diventando ben presto ricchi e potenti.
Leonello Lomellini nel 1378 si impadronì della Corsica, ne ottenne poi il feudo dalla Repubblica con titolo di conte e fondò Bastia.
I Lomellini con l’aumentare della loro ricchezza, divennero larghi una munificenza restaurando chiese, fondando ospizi, istituendo opere pie ecc.
Essi furono anche principi dell’isola di Tabarca sulle coste dell’Asia minore e diedero alla Repubblica 7 dogi, numerosi ambasciatori, capitani, senatori, anziani ecc. Due furono i cardinali di S.R.C. oltre che numerosi alti prelati.

Giovanni Girolamo Lomellini nacque a Genova nel 1607, egli era nipote per parte di madre del Cardinal Sauli.
Studiò a Roma ed a Perugia ove si addottorò in «utroque jure».
Entrato in Curia, fu da Urbano VIII impiegato quale Vicelegato a Bologna (1643) a Ferrara e in Romagna. Successivamente fu nominato Generale dell'Esercito Pontificio, Chierico di Camera e Governatore di Roma dove ristabilì con energia l'ordine pubblico ripulendo la capitale dai vagabondi e dai criminali che la infestavano.
Innocenzo X lo investì poi della carica di Tesoriere Generale e nel 1652 lo creò Cardinale Prete con il titolo di S. Onofrio.
Nell'agosto dello stesso anno venne spedito Legato a Bologna ove, in tale veste, ricevette la Regina Maria Cristina di Svezia, di passaggio a Bologna per recarsi a Roma.
Trascorsi i quattro anni di Legazione venne riconfermato in carica restandovi fino al giungo del 1658, quattro anni prima era stato nominato Vescovo di Todi. Durante la sua legazione amministrò la città con giustizia e fermezza rendendosi grato al popolo.

Rientrato a Roma, partecipò al Conclave di Alessandro VII. Morì nel 1659 e venne sepolto nella Chiesa di S. Carlo al Corso.