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Gregorio (Goro) Gheri (Ghieri, Gieri)

1470 - 1528

Scheda

ARMA: D'azzurro a sei stelle d'oro poste in cinta.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello vescovile con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: IO. MAR· DE MONTE LEG. / DEINDE IVLIVS PP. III. / 1548. (Gregorio Gheri di Pistoia. Vescovo di Fano. Vicelegato 1526).

I Gheri erano originari di Pistoia e di nobile estrazione.
La famiglia, strettamente legata alla casa Medici, dette alla Chiesa nel solo arco del XVI secolo, ben quattro vescovi: Francesco che fu anche governatore di Firenze ai tempi di Leone X, morto nel 1518, Gregorio Vescovo di Fano, Cosimo, nipote del precedente, nato nel 1513 e nominato da Clemente VII Vescovo di Fano subito dopo la morte dello zio, a soli quindici anni, Filippo Vescovo di Ischia nel 1560 e successivamente di Assisi, Nunzio in Germania e Francia per conto di Pio IV, morto nel 1574.
Tommaso Gheri di Vincenzo, nipote di Cosimo, divenne Cav. di S. Stefano nel 1584.
Il cognome originario della famiglia era però Ghieri, alterato in Gheri da Francesco e poi da Gregorio che lo derivarono dal latino Gherius, così come venivano chiamati nei carteggi curiali.

Gregorio Gheri o Gheri Goro nacque a Pistoia ma non si conosce la data della sua nascita che comunque si aggira intorno al 1470; dopo aver conseguito il dottorato in legge, entrò anche lui al servizio di Casa Medici nel 1495.
Assunto come dovente tenne la cattedra straordinaria di diritto canonico e poi a quella di diritto civile.
Nei primi anni del Cinquecento fu impegnato nelle contese tra le principali fazioni cittadine. Non è comunque possibile ricostruire in dettaglio gli anni precedenti al 1513, se non per quanto riguarda i lavori svolti al servizio del Vescovo di Sion Mattia Schiner, futuro cardinale, nel 1512.
Nell'autunno dell'anno successivo Leone X lo nominò nunzio straordinario, assieme al futuro Cardinale Ennio Filonardi, presso gli svizzeri con l'incarico di rinnovare l'alleanza della Confederazione con la Santa Sede e la Toscana.
I tentativi da lui fatti per staccare gli svizzeri dal campo imperiale e portarli a fianco dei francesi non ebbero successo anche per l'ostilità preconcetta del Cardinal Schiner e pertanto il Papa lo richiamò in Italia nella primavera dell'anno successivo.
Nel 1515 era luogotenente generale a Piacenza, città che ripacificò tenendo sotto controllo i nobili piacentini. 
Nel 1519, dopo la morte di Lorenzo dei Medici, divenne legato a Firenze assieme al Cardinal Passerini. Egli era stato nominato Vescovo di Fano nel novembre del 1518, dove restò titolare fino al 1524 quando vi rinunciò a favore del nipote Cosimo ma, per la giovane età di quest'ultimo, il Vescovado venne affidato in commenda al Cardinal Ercole Gonzaga.
Nel novembre dello stesso anno (e non nel 1526 come scritto sul cartiglio) ricevette la nomina a vicelegato di Bologna dove, successivamente, divenne governatore.
Rimase nel suo incarico fino alla morte avvenuta ai primi del 1528. Fu sepolto nella Basilica di S. Petronio.
Di lui resta un voluminoso epistolario conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze.