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Ludovico Fieschi

metà 1300 - 3 Aprile 1423

Scheda

ARMA: Bandato di azzurro e di argento.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d’oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: LVDOVICVS CARD. / FLISCVS GENVEN / LEGAT. 1412. (Cardinale Ludovico Fieschi Genovese. Legato 1412).

I Fieschi erano, fra le famiglie di Genova, una delle più antiche e potenti, discendenti secondo alcuni dai Duchi di Borgogna, secondo altri dai Duchi di Baviera. Tre Principi di questa casa sarebbero venuti in Italia con l’incarico di riscuotere il fisco imperiale, donde il nome di Fisco, Fiesco, Fieschi (Paolo Panza cit. dal Moroni). Uno dei tre acquistò la contea di Lavagna negli Appennini Genovesi e nel 1158 ne ottenne l’investitura da Federico I Imperatore.
I Fieschi furono anche Vicari Imperiali perpetui ed ebbero il privilegio di battere moneta. La famiglia, in un primo tempo di parte ghibellina, divenne poi guelfa quando Sinibaldo Fieschi salì al Soglio Pontificio con il nome di Innocenzo IV nel 1247.
I Fieschi furono Marescialli di Francia con Luigi XI, Luogotenenti Supremi della Rep. di Genova, Viceré di Napoli per Renato d’Angiò ecc. Essi si imparentarono con i Savoia, gli Este, i Gonzaga, i Visconti, gli Orsini ecc. Dettero alla Chiesa oltre Innocenzo IV anche un altro Papa: Adriano V, numerosi cardinali e più di 400 tra Vescovi, Arcivescovi e Protonotari.
Il declino della famiglia ebbe inizio nel 1547 con la famosa congiura dei Fieschi contro la Rep. di Genova, per cui il ramo principale dovette riparare in Francia ed il ramo cadetto, pur restando in patria, perse ogni importanza.

Ludovico Fieschi nacque verso la metà del XIV secolo a Lavagna (Ge), figlio di Nicolò di Luchino.
Abbracciata la carriera ecclesiastica, divenne prima Uditore di Rota e nel 1382 venne designato Vescovo di Vercelli al posto di suo zio Giovanni ma fu promosso solo nel 1384 contemporaneamente alla sua nomina a Cardinale con il titolo di S. Adriano, tuttavia non fu mai consacrato vescovo.
Aiutò Urbano VI che gli aveva concesso la porpora, a fuggire da Nocera dove era assediato dalle truppe di Carlo III d’Angiò-Durazzo, portandolo in salvo a Genova. Nel 1388 il Papa lo nominò Vicario Generale del patrimonio di S. Pietro.
Quando Urbano VI decise di attaccare i Colonna ed i Caetani, il Fieschi venne nominato Legato delle province di Campagna e Marittima ed incaricato di condurre la lotta contro i ribelli.
Alla morte di Urbano VI egli però si schierò con l’antipapa Benedetto XIII, pertanto venne privato da Innocenzo VII della dignità cardinalizia e del Vescovado di Vercelli ma Benedetto XIII lo riconfermò aggiungendovi il Vescovado di Carpentras.
Nel 1409 era al Concilio di Pisa dove il nuovo papa Alessandro V lo confermava Vescovo di Carpentras nominandolo anche Vicario Generale per le Romagne.
Nel 1412 Giovanni XXIII, successore di Alessandro V, lo nominò Legato con l’incarico di ristabilire l’autorità della Chiesa in Bologna che si era ribellata l’anno prima. Egli giunse nella città il 30 ottobre e in breve vi ristabilì e rafforzò la signoria della Chiesa, tanto che Giovanni XXIII, una volta cacciato da Roma, potè ritrovare nuovamente rifugio a Bologna.
A Costanza accompagnò Giovanni XXIII e lo seguì anche quando questo abbandonò l'assemblea. Dopo il suo processo, tornato a Costanza si schierò con Martino V che lo inviò Legato in Sicilia.
Ritornato a Roma nel 1421, vi moriva il 3 aprile del 1423. Fu sepolto nella cappella di famiglia nella Cattedrale di Genova.