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Stefano Durazzo

5 Agosto 1594 - 11 Luglio 1667

Scheda

ARMA: Fasciato d'argento e di rosso al capo d'azzurro caricato da tre gigli d'oro posti in fascia.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: STEPHANVS CARD· / DVRATIVS LEG. / 1640. (Card. Stefano Durazzo. Legato. 1640).

Si vuole che i Durazzo provenissero dall'Albania; nel 1388 un Giorgio di Durazzo d'Albania si rifugiò a Genova in circostanze romanzesche, per sfuggire all'invasione turca del suo paese. Comunque sia, la famiglia che fu in Genova di parte popolana, salì in ricchezza e potenza e nel 1528 faceva parte dell'«Albergo» Grimaldi. Essi costruirono in città superbi palazzi e ville splendide, curarono raccolte d'arte, fondarono istituzioni di carità, ecc. Dal detto Giorgio si diramarono due linee da cui uscirono 9 dogi, senatori della Repubblica, ambasciatori, banchieri, governatori, vescovi e due cardinali.

Stefano Durazzo nacque a Genova il 5 agosto del 1594. 
Fu inviato a Roma per intraprendere la carriera ecclesiastica nel 1613, divenne sacerdote solo nel 1618. Nei successivi due anni frequentò l'università romana, dove divenne dottore in utroque iure. Nel 1621 venne nominato referendaio di entrambe le Segnature. 
Ammesso fra i Chierici di Camera da Gregorio XV, divenne poi Prefetto dell'Annona sotto Urbano VIII, incarico che svolse egregiamente tanto che Papa Urbano lo nominò Tesoriere di S.R.C, nel 1627 e nel novembre del 1633 lo creò Cardinale Prete con il titolo di S. Lorenzo in Panisperna. 
L'anno successivo veniva inviato Legato a Ferrara e, nel maggio del 1640, trasferito alla Legazione di Bologna dove rimase fino al novembre del 1642. Qui si interessò subito delle opere di fortificazione urbane. Promulgò disposizioni di ordine pubblico e istituì un servizio di vigilanza. Nel 1641 riformò le lezioni e le dispute dell'università bolognese contro il parere dei docenti.
Nel 1635 era stato nominato Arcivescovo di Genova, dove eresse un nuovo seminario e restaurò numerose chiese della diocesi. Sotto il pontificato di Alessandro VII rinunciò all'Arcivescovado di Genova e si portò a Roma dove passò al titolo di S. Lorenzo in Lucina.
Morì a Roma all'età di 71 anni, l'11 luglio del 1667 e le sue ceneri vennero traslate a Genova.