Durazzo Marcello

Durazzo Marcello

1632 - 12 Aprile 1710

Note sintetiche

Titolo di studio: Laurea

Scheda

ARMA: Fasciato d'argento e di rosso al capo d'azzurro caricato da tre gigli d'oro posti in fascia.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: MARCELLVS TIT. S. PRISCÆ / S.R.E. CARD. DVRATIVS LEG. / 1693. (Cardinale di S.R.C. Marcello Durazzo. Titolare di S. Prisca. Legato 1693).

Si vuole che i Durazzo provenissero dall'Albania; nel 1388 un Giorgio di Durazzo d'Albania si rifugiò a Genova in circostanze romanzesche, per sfuggire all'invasione turca del suo paese. Comunque sia, la famiglia che fu in Genova di parte popolana, salì in ricchezza e potenza e nel 1528 faceva parte dell'«Albergo» Grimaldi. Essi costruirono in città superbi palazzi e ville splendide, curarono raccolte d'arte, fondarono istituzioni di carità, ecc. Dal detto Giorgio si diramarono due linee da cui uscirono 9 dogi, senatori della Repubblica, ambasciatori, banchieri, governatori, vescovi e due cardinali.

Marcello Durazzo nacque a Genova nel 1632 da Cesare, che fu Doge di Genova, e da Giovanna Cerveti e studiò a Perugia laureandosi in «utroque jure».
Si recò poi a Roma dove, dopo essere designato refendario di entrambe le Segnature, entrò in prelatura e venne nominato protonotario apostolico. Nel 1664 fu Vicelegato a Bologna e successivamente divenne Governatore di Fano, Ancona, Perugia, Viterbo e della provincia di Campagna. Il 4 maggio del 1671 divenne arcivescovo di Calcedonia e nel 1672 fu nominato Governatore di Loreto indi Vicelegato ad Avignone poi Nunzio in Portogallo dove rimase 12 anni fino al 1685 quando passò Nunzio in Ispagna.
Nel 1686 venne creato Cardinale Prete con il titolo di S. Prisca e due anni dopo Vescovo di Carpentras. Dopo tre anni di permanenza in quella diocesi passò a quella di Spoleto ma vi rinunziò nel 1693 quando assunse la Legazione di Bologna.
Nel complesso la sua legazione fu molto tranquilla e si dovette interessare solo di questioni amministrative. 
In Romagna poi, dove fu ascritto alla nobiltà ravennate, si occupò sopratutt della situazione sanitaria. a A Faenza restaurò l'episcopato.
Passò gli ultimi anni della sua vita a Faenza, dove morì il 12 aprile el 1710 lasciando alla chiesa 15.000 scudi da utilizzare per opere pie.

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