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Filippo Carafa

metà del 1300 - 1389

Scheda

ARMA: Di rosso a tre fasce d’argento e la spina di verde posta in banda ed attraversante.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d’oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: philipvs cardin. carrafa neapol. legat 1382 (Cardinale Filippo Carafa, napoletano. Legato 1382.)

La famiglia Carafa è un’antica e storica famiglia napoletana derivata, a quanto sembra, dalla famiglia Caracciolo e precisamente da Gregorio di Giovanni Caracciolo vissuto nel XII sec. I Carafa si divisero poi in due grandi rami, uno detto della «spina» il cui capostipite fu un Andrea, famiglio alla corte della Regina Giovanna, appartengono i principi della Roccella, i duchi di Forlì ed i duchi di Traetto. Pare che i Carafa di questo ramo adottassero la «spina» per evitare confusione con l’arma di Ungheria che è di rosso a tre fasce d’argento. I Carafa della «stadera» (una stadera posta in punta) usarono questo emblema in segno di giustizia e di equità.
La famiglia nel suo complesso fu feudataria di più di 300 fra terre e città. Fra i suoi membri si conoscono valenti capitani, condottieri, letterati, Cavalieri di Malta; essi furono inoltre Principi del S. R. I., Grandi di Spagna, ecc.
Alla Chiesa dette un Papa: Paolo IV e ben 17 cardinali tra i quali personaggi storici di grande rilievo.

Filippo Carafa, Principe della Roccella, apparteneva al ramo della «spina» come si rileva dallo stemma. Egli nacque verso la metà del XIV secolo, probabilmente da Pietro, figlio di Bartolomeo. Studiò a Bologna ove si laureò in «utroque jure» e fu allievo di Giovanni da Legnano.
Vestito l’abito ecclesiastico divenne Arcidiacono della Cattedrale di Bologna intorno al 1372. Partecipò al concilio provinciale tenuto dal vescovo di Bologna nel 1374 e tre anni più tardi partecipò alle trattative che conclusero le ostilità tra Bologna e il pontefice. In virtù dell'accordo, Bologna fu data in vicariato al giurista Giovanni da Legnano, il 4 luglio del 1377. Durante l'anno accademico tenne all'università un corso sul Liber sextus e sulle Clementine.
Fu poi eletto Vescovo della città e nel 1378 Urbano VI, accogliendo la richiesta fatta da Giovanni da Lignano a nome dei bolognesi, lo creò Cardinale con il titolo dei S. S. Silvestro e Martino e contemporaneamente lo nominò Legato per la Lombardia e la Marca Trevigiana.
Nel 1380 divenne poi Legato per Bologna e le Romagne. Scoppiato lo scisma, egli si schierò per il Pontefice Romano contrastando validamente i tentativi fatti dall’antipapa Clemente VII per portare Bologna alla sua ubbidienza, anche grazie all'aiuto di Giovanni da Legnano.
Il pontefice romano, grato dell'azione svolta, acconsentì che la contea di Imola passasse alla città.
Durante il suo mandato riuscì a farsi molto apprezzare dai bolognesi per il suo equilibrio e le sue doti di umanità.
Morì di peste il 23 maggio del 1389, contagiato a Santa Maria di Valverde, fuori porta S. Mamolo, dove si era rifugiato.
Fu sepolto nella Cattedrale di S. Pietro.