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Carlo Carafa

1519 - 4 Marzo 1561

Scheda

ARMA: Di rosso a 3 fasce d'argento. Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: CAROL CAR. CARRAFA PAVLI PP II NEPOS LEC. 1556 (Cardinale Carlo Carafa Nipote di Paolo II. Legato. 1556.)
La dicitura è sbagliata poiché Carlo Carafa era nipote di Paolo IV e non di Paolo II.

La famiglia Carafa è un’antica e storica famiglia napoletana derivata, a quanto sembra, dalla famiglia Caracciolo e precisamente da Gregorio di Giovanni Caracciolo vissuto nel XII sec. I Carafa si divisero poi in due grandi rami, uno detto della «spina» il cui capostipite fu un Andrea, famiglio alla corte della Regina Giovanna, appartengono i principi della Roccella, i duchi di Forlì ed i duchi di Traetto. Pare che i Carafa di questo ramo adottassero la «spina» per evitare confusione con l’arma di Ungheria che è di rosso a tre fasce d’argento. I Carafa della «stadera» (una stadera posta in punta) usarono questo emblema in segno di giustizia e di equità.
La famiglia nel suo complesso fu feudataria di più di 300 fra terre e città. Fra i suoi membri si conoscono valenti capitani, condottieri, letterati, Cavalieri di Malta; essi furono inoltre Principi del S. R. I., Grandi di Spagna, ecc.
Alla Chiesa dette un Papa: Paolo IV e ben 17 cardinali tra i quali personaggi storici di grande rilievo.

Carlo Carafa apparteneva al ramo dei Carafa della Stadera, egli nacque a Napoli nel 1519, figlio di Giovanni Alfonso Conte di Montorio e di Caterina Cantelmo.
In gioventù entrò al servizio di Pompeo Colonna, il bellicoso cardinale tristemente famoso per i suoi misfatti.  A 15 anni Paolo III lo nominò cavaliere dell'Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme e gli concesse il priorato di Napoli dello stesso Ordine; l'effettivo possesso del priorato gli fu negato dall'imperatore. Per diciassette anni si dedicò al mestiere delle armi, militando nell'armata imperiale in Germania.
Furono anni di vita turbolenta, costellata da episodi inquietanti di cui i suoi nemici fecero uso contro di lui negli anni successivi.
In ogni caso, si fece una certa fama nel campo militare. Nel 1552 si portò al servizio del Re di Francia e combatté con Pietro Strozzi, fuoriuscito fiorentino, nella guerra di Siena contro i Medici e gli spagnoli. Anche qui fu protagonista di un fatto inquietante, utilizzato contro di lui dai suoi nemici in seguito. Si parla di uno sterminio di prigionieri spagnoli, disarmati e feriti, in un ospedale.
Nel 1555, quando suo zio Gian Pietro Carafa fu eletto Papa con il nome di Paolo IV, egli era a Roma.
Nel giugno dello stesso anno, per intercessione di suo fratello Cardinal Giovanni Carafa, Paolo IV lo creava Cardinal Diacono e nell'agosto dello stesso anno lo nominava Legato a Bologna. Per la nomina cardinalizia fondamentale fu l'insistenza del fratello Giovanni e la bolla con la quale lo si assolveva da tutti i vari delitti commessi nel passato.
Nonostante i suoi burrascosi trascorsi, riuscì ad esercitare sullo zio una profonda influenza.
Paolo IV, che nutriva in lui cieca fiducia, gli affidò la direzione degli affari di stato.
Si schierò subito nettamente dalla parte filofrancese, imprigionando il cardinale Sforza e conquistando diversi feudi dei Colonna, colpendo così duramente alcuni fra i più fedeli partigiani dell'imperatore.
Acceso antispagnolo, egli adoperò il suo ascendente sul Papa per fargli condividere il suo netto atteggiamento filofrancese che sfociò in un accordo segreto con Enrico II di Francia per creare una lega contro Carlo V. Tutto questo lavoro diplomatico che vide il Carafa nunzio presso il Re di Francia, scatenò la reazione spagnola provocando una guerra tra la Spagna e lo Stato Pontificio il cui esito fu disastroso per le truppe papali.
Paolo IV fu costretto a rinunciare all'alleanza con la Francia ed a rimangiarsi le accuse di eresia pronunciate contro Carlo V e Filippo II.
Da allora le fortune del Carafa precipitarono.
Paolo IV, edotto della condotta licenziosa ed immorale che conduceva il nipote, lo bandì da Roma.
Alla morte dello zio avvenuta nell'agosto del 1559, il Carafa rientrava a Roma adoperandosi per l'organizzazione del conclave, sperando di poterlo indirizzare secondo i suoi interessi. A questa strategia era legata la sorte dell'intera famiglia, visto che anche il fratello era entrato in disgrazia.
L'elezione di Giovan Angelo de Medici (Pio IV) fu dovuta principalmente alle strategie di Carlo, ma nonostante ciò, dopo un primo periodo di buoni rapporti con il nuovo Papa, si verificò la sua definitiva rovina.
Arrestato nel giugno del 1560, venne accusato di omicidi e malversazioni e di aver ingannato lo zio Papa per portarlo in guerra contro la Spagna.
A nulla valse la sua accanita difesa, troppi erano i nemici che si era creato durante il pontificato precedente, condannato a morte venne giustiziato il 4 marzo dell'anno successivo.
Nel 1566 il nuovo Pontefice Pio V riapriva il processo del Carafa che si concluse con la sua riabilitazione.