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Giovanni Caffarelli

1390 - Aprile 1460

Scheda

ARMA: Partito, nel 1° d’azzurro al leone d’oro, nel 2° troncato: in a) tagliato d’oro di rosso, in b) trinciato di rosso ed oro ed il Capo dell’Impero.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d’oro sormontata da un cappello vescovile con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: IOAN· CAFFARELLIVS / EPIS· POROL· LOCVMTEN· / 1430. (Giovanni Caffarelli. Vescovo di Forlì. Luogotenente. 1430).

I Caffarelli erano un’antica famiglia romana il cui nome è presente in atti risalenti al 1190, 1225, 1306.
Nel 1190-91 Stefano Caffarelli era Senatore di Roma, nel 1328 un Caffarelli si trovava tra la deputazione di nobili che accolsero Ludovico il Bavaro alla sua venuta in Roma. Ascanio Caffarelli era tra i nobili che accolsero Carlo V quando l’Imperatore entrò in Roma.
La famiglia si divise in più rami che si imparentarono con quasi tutta la grande nobiltà romana (Colonna, Orsini, Frangipane ecc.). La stirpe dette alla Chiesa numerosi vescovi, arcivescovi e cardinali.
Nella chiesa di S. Maria sopra Minerva a Roma trovasi la loro cappella gentilizia.

Giovanni Caffarelli nacque a Roma intorno all’ultimo decennio del XIV secolo.
Le prime notizie che si ritrovano risalgono al 1422, quando lo si ritrova come Canonico di S. Maria Maggiore in Roma. Nel 1426 era tesoriere a Perugia, mentre nel 1427 venne nominato dal papa Martino V vescovo di Forlì.
Nel 1429 venne poi nominato vicario del legato di Bologna Conti Lucido, rimanendo comunque vescovo forlivese. Nell'aprile del 1430 il Conti lasciò la città, affidando pieni poteri a Caffarelli. Il 17 settembre dello stesso anno arrivò in città il nuovo legato Niccolò Acciapaccia e quando quest'ultimo lasciò la città, il Caffarelli non seppe districarsi fra le difficili fila della nobiltà bolognese e i capi delle principali famiglie bolognesi lo costrinsero a fuggire dalla città.
All'inizio del 1430 fu nominato vicelegato di Perugia, ove entrò solo il 13 agosto del 1431.
In tutto questo tempo era rimasto vescovo di Forlì, suscitando l'astio della popolazione della città, che aveva un vescovo non risiedente nella sua città. I forlivesi mandarono così una lettera a Eugenio IV chiedendo la nomina di un nuovo vescovo, e pare che in questa fase lo stesso Caffarelli fosse favorevole a tale soluzione. Ma la richiesta non ebbe seguito, e nel 1433 Giovanni era ancora vescovo.
Ma nel dicembre di tale anno la situazione era cambiata, il Caffarelli voleva essere vescovo e il signore di Forlì, Antonio Ordelaffi sosteneva la richiesta dei suoi sudditi per un nuovo vescovo. La situazione degenerò quando i Forlivesi si ribellarono apertamente e elessero con l'approvazione dell'Ordelaffi Guglielmo Bevilacqua come nuovo vescovo. Il Caffarelli, arrivato in città, fu costretto ad abbandonarla subito. 
Per tutto il 1434 rimase lontano da Forlì e nell'estate del 1435 iniziarono le trattative di pace di Eugenio IV con Venezia per fare guerra all'Ordelaffi e ai Visconti. La soluzione alla spinosa questione si trovò solo a dicembre del 1435, quando il Caffarelli prese possesso della sua diocesi.
Divenne poi vescovo di Ancona nel 1437 e l'anno dopo partecipò al concilio di Ferrara. Le sue notizie si fermano qui, sappiamo solo che rimase vescovo di Ancona fino alla sua morte, giunta ad aprile del 1460.