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Antonio Caetani

1566 - 17 Marzo 1624

Scheda

ARMA: Inquartato, nel 1° (alto a sinistra) e 4° (basso a destra) d'oro alla gemella ondata d'azzurro posta in banda, nel 2° (alto a destra) e 3° (basso a sinistra) d'azzurro all'aquila spiegata d'argento e lo scudetto in cuore d'azzurro al leone d'oro con la banda di rosso attraversante.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: ANT. CARD. CAIETANVS / LEGATVS / 1621. (Cardinale Antonio Caetani Legato 1621).

L'arma originale dei Caetani è: D'oro alla gemella ondata d'azzurro posta in banda. È questa l'arma che si vede nella Basilica di S. Giovanni in Laterano in un affresco di Giotto. L'aquila che è inquartata nello stemma è quella della famiglia dell'Aquila estinta nel XIII sec. nei Caetani. Lo scudetto in cuore è l'arma Peretti, omaggio a Sisto V che aveva creato Cardinale Enrico Caetani.

Le famiglie Caetani furono due: una originaria di Siena che non ha nulla in comune con i Caetani di Roma e che derivò il suo nome dal nome proprio latino «Caietanus», l'altra trasse il cognome dalla città di Gaeta. Quest'ultima, forse di origine spagnola, si stabilì in Anagni intorno al 1240. 
E' certo comunque, che le fortune della famiglia cominciarono con l'elezione a Papa di Benedetto Caetani che salì al soglio pontificio con il nome di Bonifacio VIII nel 1294.
Il fratello di Benedetto, Pietro, divenne Conte di Caserta, Barone Romano, familiare del Re di Sicilia e suo figlio Roffredo fu Signore di Sermoneta e Conte di Fondi, dopo aver sposato nel 1288 Giovanna dell'Aquila. 
La famiglia si imparentò poi con gli Orsini, i conti di Segni, i Savelli. 
I Caetani furono grandi di Spagna, Cavalieri del Toson d'Oro ed ebbero il collare della SS. Annunziata.
La famiglia dette alla Chiesa oltre che Bonifacio VIII altri 7 cardinali.

Caetani Antonio nacque nel 1566, uno dei sette figli di Onorato IV Duca di Sermoneta e di Agnese Colonna. 
Studiò, insieme al fratello Bonifacio, diritto prima a Bologna e poi a Perugia, ove si laureò nei primi mesi del 1590. Fu poi avviato alla carriera ecclesiastica da suo zio, Enrico, e nel 1593 ricevette gli ordini minori e si dedicò all'amministrazione dei beni familiari.
Insieme al fratello accompagnò lo zio, divenuto cardinale, in una legazione in Polonia compiendo così le sue prime esperienze in campo diplomatico: fu inviato presso il duca di Baviera per esplorare le prospettive di un'eventuale alleanza tedesco polacca contro i Turchi, e al ritorno dal viaggio compì una visita ufficiale presso la Repubblica di Venezia.
Clemente VIII lo compensò donandogli diversi benefici (e la lista di questi cominciava a farsi veramente lunga)  e conferendogli la carica onorifica di cameriere segreto.
Nel 1599 era a Modena per l'elevazione al cardinalato di Alessandro d'Este, mentre l'anno successivo a Firenze in occasione del matrimonio di Maria dei Medici ed Enrico IV di Francia.
Fu poi nominato cardinale di Capua nel 1605, ma la sua permanenzia lì fu breve. L'anno successivo infatti Paolo V lo incaricò della nunziatura presso la corte imperiale nel 1607 iniziò il viaggio verso tale corte. Fece sosta a Ravenna presso il fratello, ora Legato per la Romagna, e a Vienna per colloqui informativi. A Praga giunse il 12 giugno del 1607 e fu ricevuto dall'imperatore Rodolfo II iniziando una nunziatura che sarebbe durata tre anni e mezzo.
La situazione nell'impero era quasi drammatica, politicamente l'autorità dell'imperatore era rasente allo zero, le istituzioni imperiali erano quasi impotenti, i principi in discordia fra loro e le misure di ricattolicazione avevano avuto come conseguenza l'inimicizia di stati come Ungheria e Transilvania. In tutto ciò, la salute mentale di Rodolfo II era a livelli della psicopatia.
Lo stato pontificio era ben consapevole che un'efficace difesa dei suoi interessi in queste terre e un eventuale successo della Controriforma dovevano per forza passare da un riassestamento politico, questione spinosa anche perchè prevedeva lo spodestamento dal trono di Rodolfo II, che sul trono ci stava molto comodo. 
I problemi diplomatici che il Caetani dovette affrontare furono vari.
Il primo riguardava una dieta imperiale, a cui fu impedito di partecipare sia perchè Rodolfo II temeva che potesse influenzare gli altri principi per spodestarlo dal trono, sia perchè si temeva che la presenza del Cardinale alla Dieta avrebbe potuto incrinare ancora di più i rapporti  con gli stati protestanti. 
All'inizio del 1609 poi il fratello di Rodolfo, Mattia, organizzò contro l'imperatore un fronte comune con gli stati ungheresi, austriaci, moravi e slesiani e mosse contro Praga alla testa di un grosso esercito. Il Caetani si recò al campo di Mattia e cercò di persuaderlo a sospendere le ostilità, ma la situazione era difficile, visto che Mattia era pronto alla guerra e forte mentalmente rispetto al debole e inetto imperatore. La situazione si risolse poi con un compromesso e la cessione di terre da parte di Rodolfo nei confronti di Mattia, ma Antonio dovette fare da mediatore e pacificatore fra i due fratelli per tutto il tempo restante della sua legazione. 
La nunziatura in quel di Praga terminò solo nel 1610, dopo due anni passati a tenere a bada le proteste e richieste degli stati protestanti nei confronti della corona, insieme ai deliri dell'imperatore Rodolfo.
Nel 1611 si presentò a Roma, per una relazione col papa, e si ritirò a Capua. Ma già alla fine di agosto di quell'anno veniva spedito a Madrid come nunzio. Qui doveva lavorare per portare avanti quell'avvicinamento fra Spagna e Francia caldamente appoggiato dallo Stato Pontificio dopo l'assassinio di Enrico IV, e nel marzo 1612 furono annunciati gli accordi stipulati per un duplice matrimonio fra le case reali di Madrid e Parigi.
La legazione in Spagna durò fino al 1618, e per quei sei anni il Caetani dovette di nuovo destreggiarsi fra tensioni tra i vari stati europei e la Spagna, come quando il duca di Savoia nel 1613 occupò il Monferrato, provocando l'intervento spagnolo, o quando l'Austria e Venezia entrarono in ostilità, facendo muovere tutto lo scacchiere europeo.
Nel 1618 venne sostituito con Francesco Cennini, fatto cardinale il 1619 col titolo di S. Prudenziana e nel 1621 inviato come cardinal legato a Bologna, rinunziando alla carica due anni dopo.
Al ritorno a Roma fu particolarmente attivo nella Congregazione dei vescovi e in quella del Concilio.
Ebbe un ruolo fondamentale nell'elezione di urbano VIII nel 1623.
Morì a Roma il 17 marzo del 1624, dopo breve malattia.
Fu sepolto nella cappella di famiglia in S. Pudenziana.