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Benedetto Baldeschi

1588 - 1644

Scheda

ARMA: Inquartato, nel 1° (alto a sinistra) e 4° (basso a destra) d'azzurro a 3 api d'oro poste 1-2;
                           nel 2° (alto a destra) e 3° (basso a sinistra) d'oro a 2 fasce di nero.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: BENEDICTVS CARD. / BALDESCHI / LEG. 1635 (Cardinale Baldeschi Benedetto. Legato 1635).
Qui l'arma Baldeschi appare inquartata con quella dei Barberini che è posta negli inquarti d'onore in segno di omaggio al Papa che lo aveva creato cardinale.
Tuttavia la posizione delle api è errata: 1-2 invece di 2-1.

I Baldeschi erano di Perugia, discendenti dagli Ubaldi o Baldi poi Baldeschi. Essi furono feudatari di Fertino e Conti di Castro e nel 1430 Martino V li investì della contea di Fiorenzuola.
Tra i suoi membri un Baldo celebre giureconsulto del XV sec, 2 cardinali: Benedetto e Federico (1637), 8 cavalieri gerosolimitani, 3 vescovi: Matteo Vescovo di Nocera Umbra nel 1498, Sinibaldo Vescovo di Città di Castello nel 1424 e Orazio Vescovo di Gubbio nel 1539.
Numerosi furono anche i membri della famiglia che si dedicarono al mestiere delle armi.

Benedetto Baldeschi nacque a Perugia nel 1588, studiò al Collegio di S. Bernardo in città e terminati gli studi venne condotto ad Avignone da suo zio Francesco Baldeschi uditore di Rota.
Ritornato a Perugia, conseguì il dottorato in legge e si portò a Roma dove continuò per 16 anni ad approfondire i suoi studi giuridici. Succeduto come Uditore di Rota a suo zio, seguì il Cardinale Antonio Barberini Legato in Lombardia nel 1628 e in Urbino nel 1630. Quest'ultimo lo ricompensò facendolo nominare Abate della ricca Abbazia di S. Bevignano sita nei dintorni di Perugia.
Nel 1633 Urbano VIII lo creò cardinale con il titolo di S. Vito e Modesto e nell'anno successivo Vescovo di Perugia inviandolo nel 1635 Legato a Bologna. In tale incarico restò fino al giugno del 1637.
Nel 1636 venne riparata la chiusa di San Raffaele, per la quale da più di 400 anni (1221) l'acqua del fiume Savena entrava a Bologna.
Rientrato nella sua diocesi vi rinunziò poi a favore di suo fratello Orazio nel 1643 e nell'anno successivo morì.