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Altobello Averoldi

1468 - 1 Novembre 1531

Scheda

ARMA: D’oro alla banda di rosso.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata sormontato da un cappello vescovile con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: ALTOB· AVEROLD· QVI / SVPRA· ITER· GVBER· / 1523· (Altobello Averoldi di nuovo governatore 1523). 

Gli Averoldi erano bresciani di antica origine, noti sin dal secolo XIV. Le memorie più antiche risalgono ad un Ravedus de Averoldis notaio nel 1253. Altro Graziolo Averoldi era notaio nel 1289, Ognibene era tra gli anziani di Brescia nel 1295, Aurelio fu Vescovo di Castellaneta e fondatore dell’Accademia degli Assidui in Brescia, Bartolomeo fu Vescovo di Spoleto nel 1479 ed un altro Bartolomeo fu Vescovo di Retino (Creta) nel 1517. 
Giovanni Averoldi abitante in Brescia nel 1434, acquistò le terre ed il castello di Drugolo da Stefano Vimercati, ed i suoi figli Antonio e Carlo ne vennero riconosciuti signori nel 1452. 
La famiglia conta oltre che numerosi ecclesiastici anche letterati di fama. Nella Chiesa di S. Nazzaro e Celso di Brescia trovasi la loro cappella gentilizia.

Altobello Averoldi nacque a Brescia verso il 1468. Dopo aver terminato gli studi a Padova, prese gli ordini e si trasferì a Roma, forse dietro richiesta di Alessandro VI, che il 13 novembre del 1497 lo nominava Vescovo di Pola. 
Giulio II lo inviò Vicelegato a Bologna nel 1505 e non nel 1506. Prese parte al V Concilio lateranense del 1512.
Nello stesso anno venne poi trasferito nuovamente a Bologna come Vicelegato del Cardinale Giovanni dei Medici e nel 1513 anche come governatore. Qui restò fino all’agosto del 1515 sostituito poi da Lorenzo Fieschi. 
Nel 1517 Leone X (dopo avergli invano offerto la carica di governatore di Roma) lo nominò Nunzio a Venezia dove restò fino al 1522 svolgendo il suo incarico con impegno e riscuotendo notevole successo. 
Nel dicembre dello stesso anno era di nuovo a Bologna come Vicelegato del Cardinale Giulio de Medici e come governatore, restando in carica fino al settembre del 1524. 
Durante questo periodo procedette al restauro della Chiesa di S. Michele in Bosco e a quello della Madonna del Barracano. 
Nel 1526 fu inviato di nuovo a Venezia, col compito di realizzare la più stretta collaborazione tra il papa e la Serenissima.
Qui si trovava ancora nel 1527, anno del sacco di Roma. 
Morì il primo novembre del 1531 e fu sepolto a Brescia nella cappella degli Averoldi ove esiste il suo monumento funebre.