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Silvestro Aldobrandini

24 Novembre 1499 - 6 Giugno 1558

Scheda

ARMA: D'azzurro alla banda doppio merlata d'oro accompagnata da 6 stelle di 8 raggi dello stesso.
Lo scudo è cimato da un elmo d'argento con svolazzi.
Il cartiglio sottostante dice:  SILVESTER ALDOBRAN=/DINVS GVBERNAT· / 1538· (Silvestro Aldobrandini Governatore 1538).

Gli Aldobrandini erano un'antica famiglia fiorentina il cui capostipite fu un Palmizzi vissuto nel 960. 

Essa si divise in molti rami dei quali il più antico fu quello dei Bellincioni. Tutti i vari rami godettero di una posizione preminente in Firenze ove occuparono ripetutamente le cariche di gonfalonieri e priori.
Sei furono i cardinali di questa famiglia, altri furono vescovi ed arcivescovi.
Ippolito Aldobrandini figlio di Silvestro, divenne Papa con il nome di Clemente VIII. La famiglia si estinse nel 1767 e gli successe un ramo dei Borghese.

Silvestro Aldobrandini nacque a Firenze nel 1499. Studiò a Pisa ove si laureò in diritto.
Quando nel 1527 scoppiò a Firenze la rivolta contro i Medici, fu tra i primi a prendere parte all'assalto del palazzo del cardinale Passerini.
Fu nominato cancelliere delle Riformagioni, una volta instaurata la Repubblica.
Nel 1529 si trovava a Firenze durante l'assedio di Carlo V e Clemente VII, ma di lui in questo periodo si sa poco.
Abbiamo invece più notizie della sua vita una volta che Firenze tornò in mano ai Medici. L'Aldobrandini, infatti, venne prima imprigionato e poi bandito dalla città per tre anni. Rifugiatosi prima a Venezia e poi a Faenza si recò quindi a Roma ove, dopo aver ricevuto la notizia che la sua condanna era stata ribadita,
si unì agli altri fiorentini fuoriusciti.
I ripetuti tentativi di ritornare a Firenze, anche cercando una mediazione dell'imperatore Carlo V, fallirono e nel 1535 gli vennero confiscati anche tutti i suoi beni.
L'anno successivo era a Fano quale sostituto del vicelegato, passò poi a Bologna come giudice del torrone per le cause civili e nel novembre del 1537 (e non nel 1538 com'è scritto sul cartiglio), divenne vicelegato per il Cardinale Guido Ascanio Sforza.
Nonostante il divieto di Paolo III, prese parte all'impresa dei fuoriusciti, che si concluse infelicemente a Montemurlo e dovette perciò abbandonare Bologna. Passò quindi prima al servizio del Cardinale Ippolito II d'Este a Ferrara, poi divenne per 7 anni auditore generale e consigliere del duca di Ferrara Ercole II.
Nel 1545 divenne consigliere del Duca di Urbino e 3 anni dopo fu nominato avvocato concistoriale a Roma.
Con l'ascesa al Soglio Pontificio di Paolo IV, le fortune politiche dell'Aldobrandini risalirono. Fedele collaboratore del Cardinale Carlo Carafa nipote del Papa, nel 1556 divenne anche consigliere intimo di Paolo IV.
L'Aldobrandini, acceso fautore della guerra antispagnola, cadde in disgrazia quando il partito moderato prevalse ed il Cardinale Carlo Carafa perse la sua influenza sullo zio.
Falsa è la notizia che lo ritrova arrestato: Carlo infatti riuscì ad evitargli la prigione ma a poco servì in quanto il 6 giugno del 1558 morì.
Venne sepolto nella cappella di famiglia in S. Maria sopra Minerva a Roma.

L'Aldobrandini fu giurista di vaglia ed autore di numerose opere di diritto.
Nel 1520 aveva sposato Lisa Deti e dei numerosi figli avuti, il secondogenito Ippolito divenne Papa