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Marcello Acquaviva

1533 - 1617

Scheda

ARMA: Inquartato, nel 1° e 4° controinquartato, vale a dire diviso nuovamente in quattro parti, organizzate nel seguente modo:
- la prima (in alto a sinistra) e la quarta (in basso a destra) sono decorate da strisce in palato d'oro e d'azzurro.
- la seconda (in alto a destra) e la terza (in basso a sinistra) sono partite, divise in due metà esatte con una linea verticale, da una parte un fasciato di rosso e d'oro e d'argento, dall'altra una croce rossa con sfondo bianco
Per quanto riguarda invece il 2° e 3° inquarto: d'argento al leone azzurro.
Il capo dell'arma è rosso a tre bande d'oro.

Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro ed è sormontato da un cappello vescovile con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: MARCEL· AQVAVIVA / ARCH· HYDRVNTIN V· LE· / 1595· (Marcello Acquaviva Arcivescovo di Otranto. Vicelegato 1595.)

L'arma qui dipinta assomiglia vagamente all'autentica arma degli Acquaviva. Lo stemma originario della famiglia è: d'oro al leone d'azzurro linguato di rosso, che è presente, se pure alterato nei colori, nel 2° e 3° inquarto. Nel 1° e 4° inquarto invece, secondo le regole araldiche dovrebbero essere raffigurate le armi cosiddette «di padronanza» o quelle di «pretenzione», in realtà vi sono dipinte pezze e colori di fantasia.
Il Rietstap dà per gli Acquaviva: Inquartato, nel 1° e 4° partito di 4 pezzi:
in alto a sinistra: d'oro a 4 pali di rosso (che è Aragona);
in alto a destra di rosso a 4 fasce d'argento (che è Boemia);
in basso a sinistra d'azzurro seminato di gigli d'oro ed in capo un lambello di rosso con 4 pendenti (che è Angiò-Sicilia);
in basso a destra d'argento alla croce di Gerusalemme d'oro, che è Gerusalemme.
Nel 2° e 3° inquarti d'azzurro al leone d'oro.
Per questi due ultimi sia il Crollalanza che lo Spreti danno: d'oro al leone d'azzurro linguato di rosso.

Gli Acquaviva appartenevano alla grande nobiltà del Regno di Napoli. Essi vennero dalla Baviera in Italia nel X secolo stabilendosi nella Marca di Ancona. Da lì si trapiantarono al tempo degli Hohenstaufen (XII secolo) nel napoletano e precisamente dove si trova la località di Acquaviva, da cui trassero il nome.
Nel 1477 Ferdinando di Aragona concesse loro di aggiungere al proprio cognome quello di Aragona.
La famiglia fu una tra le 7 grandi casate del Regno di Napoli insieme ai S. Severino, d'Aquino, Ruffo, Del Balzo, Piccolomini e Celano.
Tra i suoi membri vi furono giureconsulti, condottieri, statisti. Essa fu insignita del Grandato di Spagna e fu ricevuta nell'Ordine di Maltaz fin dal 1373.
Gli Acquaviva furono padroni di 164 baronie, 14 contee, 5 marchesati, 7 ducati, 2 principati e dettero alla Chiesa 8 cardinali e numerosi vescovi.

Marcello Acquaviva nacque nel 1533 a Napoli, figlio di Baldassarre, marchese di Bellante e di Girolama Caetani.
Egli iniziò la carriera ecclesiastica alla corte di Sisto V (papa dal 1585 al 1590) che lo nominò Arcivescovo di Otranto nel 1586.
Fu poi inviato Nunzio a Venezia ed in Savoia nel 1590.
Al suo rientro nel maggio del 1595, venne nominato Vicelegato a Bologna ove si recò a malincuore. Restò in città solo 4 mesi ottenendo, dietro sua insistenza, di essere rimosso; ciò gli provocò lo sfavore della Curia.
Ritiratosi nella sua diocesi di Otranto vi restò fino alla morte non riuscendo ad ottenere il cardinalato a cui aspirava.
Morì nel 1617 a 84 anni di età a S. Omero negli Abruzzi.