I preparativi per la battaglia di Gorizia

I preparativi per la battaglia di Gorizia

Scheda

Il campo trincerato di Gorizia rappresentava, dall’inizio delle ostilità contro l’Austria Ungheria, un serio ostacolo che non permetteva alla 2° e 3° armata schierate lungo l’Isonzo omogeneità nelle operazioni offensive: era necessario eliminare la minaccia prima di proseguire l’offensiva per Trieste. Cadorna ne era talmente consapevole che già ad ottobre del 1915 diede disposizioni per lavori di avvicinamento alle linee nemiche, in modo che l’attacco della fanteria potesse avvenire da posizioni più favorevoli; occorrevano anche più cannoni per abbattere le difese nemiche, e nella retrovia italiana vennero ammassate le artiglierie di nuova costituzione. 

Durante l’inverno iniziarono ad essere pronte anche le batterie di bombarde, arma relativamente nuova almeno sul fronte italiano, tanto che fu allestita una scuola per bombardieri a Susegana.
Nei mesi di marzo ed aprile 1916 Cadorna si vide spesso con il comandante della 3° armata, Duca D’Aosta, a cui ribadì che l’azione che si andava preparando contro il nemico aveva come obiettivo primario la conquista della testa di ponte Sabotino – Podgora, nell'intento di gravitare poi contro la fronte San Michele – San Martino.
L’offensiva austriaca sugli altipiani trentini del 15 maggio e la controffensiva italiana sviluppatasi ai primi di giugno incepparono la macchina dei preparativi che il nostro Comando Supremo aveva ideato. Gli studi per lo spostamento di truppe e materiale verso il fronte dell’Isonzo ripresero a metà di giugno 1916. Il lavoro preparatorio si richiamava al concetto di spostare uomini e cannoni in modo talmente rapido per potere agire di sorpresa contro gli austriaci; tutto ciò si sarebbe docuto svolgere in poco più di una settimana e l’attacco essere lanciato appena l’ultimo cannone fosse stato in linea.
Il 25 giugno, finalmente, si spegneva la battaglia sugli altipiani; il Comando Supremo italiano telegrafò al comandante della 3° armata per informarlo dei fatti e perché si accelerassero i lavori per le nuove piazzole della artiglieria e per la costruzione di riservette per munizioni e magazzini per scorte di viveri e materiali vari. Il 30 giugno Cadorna sciolse la 5° armata che era stata schierata come riserva ai piedi dell’Altipiano d’Asiago, ricostituendo così la 2° armata con il comando che divenne operativo dal 3 luglio a Cividale.
Il 27 luglio iniziò il concentramento delle artiglierie della 1° armata nelle stazioni ferroviarie di carico previste dal piano ideato dal Comando Supremo. Tutto il movimento doveva svolgersi in tre giorni: si trattava di spostare 58 batterie di cannoni e 22 di bombarde; immediatamente dopo sarebbe toccato alle truppe delle 4 divisioni che costituivano i corpi d’armata VIII° e XXVI°, in quei giorni accampate tra Padova e Vicenza. Contemporaneamente si diede il via al trasporto di munizioni ed esplosivi. Tutto andava completato in 4 giorni.
Questi trasporti eccezionali erano stati preceduti dallo spostamento, sempre per ferrovia, di altre 3 divisioni di fanteria. Il servizio informazioni italiano, conscio che era impossibile mantenere segreti tali spostamenti, provvide a far circolare false voci su di un presunto attacco in Val Sugana coperto da un finto movimento di truppe verso l’Isonzo.
Ai primi di agosto 1916 la 3° armata aveva ricevuto il rinforzo di 7 divisioni; il 4 agosto la sua ala destra (VII° corpo) iniziò l’attacco nel settore di Monfalcone  contro il trincerone austriaco di quota 121, dove il nemico lo aveva bloccato da giugno del 1915.
Il 6 agosto le truppe italiane assalirono il Sabotino: era iniziata la VI° battaglia dell’Isonzo, che portò alla conquista di Gorizia.
Paolo Antolini

Bibliografia: Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana fino all'arresto sulla linea della Piave e del Grappa : 24 maggio 1915-9 novembre 1917, Milano, Treves, 1921; Ministero della difesa, Stato maggiore dell'esercito, Ufficio storico, L'esercito italiano nella grande guerra, 1915-1918, Roma, Ufficio Storico SME, 1927-1980;

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