Guido Musolesi, fratello di Mario Musolesi e uff. di coll. della Stella Rossa

Scheda

I primi di maggio, mentre ero a Vado, fui accerchiato dalle brigate nere. Mi piantarono una pistola nella schiena e poi mi portarono via. Arrestarono anche i miei genitori dopo avere bruciato la nostra casa. Erano feroci, anche perché due giorni prima, in un rastrellamento, avevano avuto pesanti perdite ed era morto anche Bernini, una “marcia su Roma”, che era il capo fascista che li comandava. Mi massacrarono di botte, anche in testa, prima di mettermi in prigione. Torturarono anche mio padre, che allora aveva 62 anni. Mia madre, invece, non la torturarono. Mi portarono anche al Poligono di tiro, per due volte, e credevo che mi fucilassero e invece si limitarono a torturarmi e minacciarmi. Intanto il Lupo fece prigionieri cinque gerarchi fascisti della zona, poi informò i fascisti che se mi avessero ucciso avrebbe mandato a Bologna un carico di 500 teste di fascisti. Verso la fine di luglio fui lasciato in libertà in cambio di ostaggi e ritornai in Brigata, ai Casoni di Rio Maneta, sfinito: da 76 chili ero ridotto a circa 40 chili.

Luciano Bergonzini, "La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti", vol. III, Istituto per la Storia di Bologna, Bologna, 1970
[RB3]
Note
1
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