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Guardia rossa di Molinella

Schede

Nel dicembre 1920 i fascisti di Bologna annunciarono che il giorno di Natale si sarebbero recati a Molinella per bastonare Giuseppe Massarenti e i dirigenti socialisti.
I lavoratori si organizzarono e, il 25.12.1920, a centinaia si riunirono nella piazza in attesa dei fascisti.
Una volta giunti a Budrio, gli squadristi si fermarono e rientrarono a Bologna. Dissero che sarebbero tornati per uccidere Massarenti.
A seguito di quell’episodio, la sezione del PSI di Molinella organizzò una squadra di 8 uomini per la difesa personale di Massarenti. Fu chiamata la “guardia rossa”. Era composta da Alfredo Calzolari il comandante, Aldo Gardi, Cesare Golinelli, Filippo Gottellini, Angelo Montanari, Isidoro Musiani “Foia”, Luigi Schiassi e Mario Ungarelli.
I militanti socialisti - armati di rivoltella - vegliavano giorno e notte davanti alla sede della Cooperativa di consumo, dove Massarenti abitava.
Il 12.6.1921, quando i fascisti assalirono Molinella, la “guardia rossa” non intervenne perché Massarenti, per evitare scontri, preferì entrare nella clandestinità, dopo aver fatto circolare la voce che si era trasferito a Roma.
Alla fine del 1921 decise di abbandonare definitivamente Molinella e si recò a Roma, dove restò sino alla Liberazione. Prima di andarsene invitò i compagni a non rispondere con la violenza alla violenza fascista e ad opporre la resistenza passiva.
Il 12.6.1921 i fascisti misero a sacco Molinella, sotto gli occhi indifferenti della polizia, dopo avere bastonato numerosi lavoratori tra i quali Giuseppe Bentivogli, Calzolari e Luigi Ploner. Bentivogli, Calzolari e Golinelli caddero nella Resistenza. [O]