Salta al contenuto principale Skip to footer content

Gruppo di combattimento Friuli

1944 - 1945

Schede

Dopo l’ottima prova data al fronte dal rinato Esercito italiano - il I° Raggruppamento motorizzato prima e successivamente il CIL - l’Allied military government occupied territory (AMG) consentì al governo italiano di allestire 6 Gruppi di combattimento, costituiti dalle divv. Cremona, Friuli, Folgore, Legnano, Mantova e Piceno. Ogni div. aveva circa 9 mila uomini divisi per specialità d’arma. Sciolto il 25 settembre 1944 il CIL, i Gruppi di combattimento furono istituiti in ottobre.
L’AMG - pur precisando che sarebbero stati sciolti subito dopo la fine del conflitto - consentì l’arruolamento nei Gruppi di combattimento di volontari e dei partigiani che avevano attraversato la linea del fronte. Per questo si può dire che furono formazioni a base popolare nelle quali militarono non solo soldati di leva o di mestiere, ma anche volontari che intendevano battersi contro l’invasore. Avevano armamento e divise inglesi e operavano nel settore britannico.
Molti partigiani bolognesi, dopo avere attraversato le linee, fecero un corso al Centro d’addestramento di Cesano a Roma e furono inquadrati nella Cremona. Dei sei gruppi, il Friuli fu schierato - il 9 gennaio 1945 - nei pressi di Brisighella (RA), di fronte alla 4a div paracadutisti, una delle più forti unità della Germania.
La posizione era stata occupata in previsione dell’avanzata su Bologna. Il Cremona fu schierato tra Ravenna e Alfonsine. Il 10.4.1945 il Friuli - che dipendeva dal X Corpo britannico - prese parte all’offensiva che prevedeva il superamento del Senio, con direzione Bologna. Dopo avere raggiunto il Santerno, in 4 giorni di combattimenti durissimi, i militari italiani proseguirono verso Imola, liberata dalle truppe polacche. Proseguendo l’avanzata verso Bologna, il Friuli - in collaborazione con la Legnano e la Folgore - raggiunse prima l’Idice e poi il Savena per entrare a Bologna nella tarda mattina del 21.4.1945.I soldati italiani furono fermati a S. Lazzaro di Savena per permettere l’ingresso dei polacchi (dalla via Emilia) e degli americani, provenienti da Pianoro (lungo la strada della Futa) e Sasso Marconi (lungo la Porrettana).
Dopo la liberazione di Bologna il Friuli fu messo a riposo.
Nel corso della campagna ebbe 242 morti, 657 feriti e 61 dispersi. Al termine della guerra i Gruppi di combattimento non furono sciolti e rappresentarono il primo nucleo del nuovo esercito nazionale. [O]

BIBLIOGRAFIA. Ministero della difesa, Gruppi di combattimento, Roma, 1945, pp.564; G. Lombardi, Il Corpo Italiano di Liberazione. 28 settembre 1943 - 25 settembre 149 1944, Roma, Magi-Spinetti, 1945, pp.138; G. Pronetti, L’esercito italiano per la guerra di liberazione, Roma, Pinnarò, 1945, pp.47; Il Gruppo di combattimento “Friuli” nella guerra di liberazione, Bergamo, Istituto italiano d’arti grafiche, 1945, pp.XII+200; G. Mastrobuono, Il Gruppo di combattimento “Cremona” nella guerra di liberazione, Roma, 1946, pp.175; E. Musco, Il 21° reggimento fanteria Cremona nella guerra di liberazione; Ministero della difesa, Stato maggiore dell’Esercito, Ufficio storico; Il Raggruppamento motorizzato italiano (1943-44). Narrazione e documenti, Roma, 1949, pp.211; Ministero della difesa, Stato maggiore dell’Esercito, Ufficio storico, I Gruppi di combattimento Cremona, Friuli, Folgore, Legnano, Mantova e Piceno, (1944- 1945), Roma, 1951, pp.564; G. Mastrobuono, Le Forze armate italiane nella Resistenza e nelle guerra di liberazione, Roma, 1965, pp.279; E. Castelli, Profilo storico del 41° battaglione AUC 1943 nella guerra di liberazione, Palermo, 1971, pp.93; Stato maggiore dell’Esercito, Ufficio storico, La guerra di liberazione, Scritti nel trentennale, Roma, 1976, pp.223; G. De Giovanni, Inquadrati nella “Cremona”, in Al di qua della Gengis Khan, pp.139-40; A. Pedretti e C. Fanfani, Quelli della “Legnano” oltre la “Gengis”, in Al di qua della Gengis Khan, pp.144-5; Stato maggiore dell’Esercito, Ufficio storico, Le unità ausiliarie dell’Esercito italiano nella guerra di liberazione, a cura di L. Lollio, Roma, 1977, pp.310; U. Utili, Ragazzi in piedi! La ripresa dell’esercito italiano dopo l’8 settembre,  ilano, Mursia, 1979, pp.238; G. Conti, Il Primo Raggruppamento Motorizzato, SME-Ufficio storico, Roma, 1982, pp.329; Le forze armate nella guerra di liberazione, 1943-1945, a cura di L. Poli, Roma, 1995, pp.66; “Il Secondo Risorgimento”, n.1-2, 1995, numero speciale dedicato ai Gruppi di combattimento nella guerra di liberazione; Associazione nazionale combattenti della guerra di liberazione, I bersaglieri nella guerra di liberazione da Montelungo a Bologna, 1943-1945, Torino, 1995, pp.141; Uffici storici Esercito, Marina, Aeronautica, I volontari nelle forze armate del Regno d’Italia (Campagna settembre 1943 - maggio 1945), Roma, 1998, pp.212; Le Forze Armate nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione, Bologna, Il Nove, 2000, pp.211; N. Labanca, Corpo italiano di liberazione, in Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, vol.I, pp.207-215; F. Sessi, Gruppo Cremona, in Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, vol.I, pp.215-6; G.N. Amoretti, F. Wolkenstein Braccini, L’esercito italiano dopo l’8  ettembre, in “Nuova storia contemporanea”, n.1, 2004, pp.35-56; R. Luraghi, I soldati combattenti della guerra di liberazione, in “Nuova storia contemporanea”, n.3, 2004, pp.155-8. Testimonianze da p.538 a p.543 in RB5.