Gonzaga Sigismondo

Gonzaga Sigismondo

1469 - 3 Ottobre 1525

Note sintetiche

Scheda

ARMA: D’argento alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile spiegate di nero, coronate dello stesso e imbeccate di rosso e lo scudetto in cuore inquartato: nel 1° e 4° fasciato d’argento e di nero, nel 2° e 3° di rosso al leone d’argento.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d’oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: SIGISMVNDVS / CARDIN. GONZAGA / LEGAT. 1511· (Cardinale Sigismondo Gonzaga. Legato. 1511).

L’arma primitiva dei Gonzaga era: D’oro a tre fasce di nero. 
Nel 1365 lo scudo Gonzaga si presenta inquartato: Nel 1° e 4° di rosso al leone d’argento coronato d’oro e nel 2° e 3° d’oro a tre fasce di nero perché in quell’anno Sigismondo IV, Re di Boemia ed Imperatore del S.R.I., aveva nominato Vicario Imperiale Guido Gonzaga al quale aveva anche concesso il privilegio di inquartare nel suo scudo l’arma di Boemia(1).
Nel 1436 lo stesso imperatore nominava Gianfrancesco I Gonzaga Marchese di Mantova e in quell’occasione concesse a lui il privilegio di assumere nello scudo quattro aquile imperiali divise da una croce patente di rosso (la croce rossa in campo bianco era l’arma di Mantova ma non trattavasi di una croce patente). 
Da allora in poi l’arma dei Gonzaga fu D’argento alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile spiegate di nero affrontate a due a due e lo scudetto in cuore inquartato di Boemia e di Gonzaga. In tempi successivi furono poi aggiunti altri quarti: di parentela, di pretenzione, di alleanza ecc. la cui trattazione non trova posto in questa sede.

Sigismondo Gonzaga, figlio di Federico e Margherita di Baviera, nacque a Mantova nel 1469 e venne educato dal carmelitano umanista Battista Spagnoli, priore a Mantova.
Valente uomo d'armi si decise a vestire l'abito ecclesiastico solo dietro pressione della famiglia (che lo aveva destinato alla carriera ecclesiastica dalla nascita) che desiderava occupare il posto nel S. Collegio lasciato vacante dalla morte di suo zio Francesco; dovette però attendere 10 anni, prima che Giulio II lo creasse Cardinale Diacono nel 1505 con il titolo di S. Maria Nova e, subito dopo, Vescovo di Mantova.
In tale veste, benché personalmente di costumi poco edificanti, si adoperò per combattere la rilassatezza dei costumi del clero nella sua diocesi. Nel 1509 dovette correre a Mantova dove, dopo la cattura di Francesco Gonzaga da parte dei Veneziani, la città era caduta nel panico. Riuscì a placare gli anni e tornò a Macerata nel 1511.
Nominato Legato per Bologna e le Marche nel 1511, in sostituzione di Giovanni de Medici prigioniero dei francesi, riuscì a ad abbattere la potenza dei Bentivoglio ed a riportare la città sotto il dominio della Chiesa.
Nel Conclave del 1513 contribuì all'elezione di Leone X che lo nominò Legato di Mantova e di tutto il suo territorio. Nel 1521 rinunciava al Vescovado di Mantova in favore di suo nipote Ercole. Nominato amministratore della diocesi di Aversa nel 1524, rinunciava dopo qualche mese anche a questa.
In qualità di protettore dell'ordine dei Carmelitani, si ricordò del suo precettore che fece nominare Generale dell'Ordine.
Morì a Mantova il 3 ottobre del 1525 e fu seppellito nella Cattedrale.

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