Goldini Alfonso

Goldini Alfonso

5 Marzo 1863 - 1898

Note sintetiche

Scheda

La figura di Alfonso Goldini è ancora in fase di studio. Scenografo. La sua nascita a Bologna il 5 marzo del 1863 è documentata dalla sua domanda di ammissione all’Accademia di Belle Arti nel 1879. Ha sedici anni e rimarrà in Accademia fino al 1885. Il 15 novembre 1879 è ammesso (domanda del 6 novembre) al Corso preparatorio ed è promosso al I anno di Corso comune il 9 novembre del 1880. Presenta la domanda di ammissione al II anno di Corso Comune il 30 settembre 1881, che frequenterà per il III anno a partire dall’autunno del 1882 (domanda del 1 ottobre e ammissione il 14 dello stesso mese). Il 30 novembre del 1883 è invece accettato al Corso Speciale di Scenografia ed Ornato e l’8 novembre del 1884 al II anno di Corso Speciale di Prospettiva e Scenografia. Nel 1884 riceve una medaglia per un lavoro, identificato con quello ancora conservato nella Quadreria dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (Interno di una cappella) e a questo si aggiunge, menzionato negli Inventari dell’Accademia, ma ancora non identificato e forse perduto, un “Disegno dell’alunno Goldini preso dall’oratorio di San Giuseppe” (cit. in Bristot inCatalogo della Quadreria2012, n. 100, pp. 189-190).

Dal punto di vista accademico Goldini si forma con Tito Azzolini e quindi anche sulla scia dell'esperienza più internazionale di Francesco Cocchi. La sua carriera di scenografo è documentata al al Teatro Regio di Torino accanto a Ugo Gheduzzi, già presente al Regio dal 1874, con cui spesso lavorò in società. Da un primo studio del fondo di disegni a lui riconducibili- ben 105 -conservato a Torino, sembra che la sua carriera come scenografo sia iniziata piuttosto presto, ancora iscritto in Accademia, nel 1883 per una Norma. Certamente lavora all'Aida in scena al Regio nel 1884. Da quel che risulta dal lavoro di ricerca ancora in corso su questo pittore, come si vedrà anche nelle schede delle fotografie di suoi lavori scenografici donate a Raffaele Belluzzi (probabilmente entrambi acquerelli policromi su carta), deve aver disegnato anche per altri teatri italiani secondo una pratica di lavoro in equipe e di “chiamate” tra scenografi in diversi teatri italiani. Di Goldini è documentabile per il momento, un'attività, forse saltuaria, anche al San Carlo di Napoli (La Fille Mal Gardée, 1890?) e al Teatro Comunale di Bologna (Pellegrina, 1890?). D'altronde è tale forma di ingaggio che fa sì che nella città sabauda approdino, dopo l'esperienza di Pelagio Palagi (Bologna, 1775 - Torino, 1860) come architetto e decoratore presso i Savoia, prima Domenico Ferri (Selva Malvezzi - Torino, 1878) e quindi suo figlio Augusto, primo di una serie di scenografi “bolognesi” al Regio, che chiama a lavorare altri “bolognesi” formatisi in Accademia, come Goldini, sulla scia di Cocchi e di Azzolini. Tra questi Riccardo Fontana e quindi Gheduzzi, che dà il via a una vera propria impresa famigliare incardinata sul teatro torinese. Goldini realizzò anche il sipario del teatro La Nuova Fenice di Osimo, i cui lavori di rifacimento ebbero luogo tra il 1887 e il 1892 e nell’ambito del quali si deve inserire l’intervento dello scenografo.

Muore prematuramente, trentacinquenne, il 10 luglio dell’anno 1898, a Budrio, a casa sua, alle 13 e 15 del pomeriggio. Le esequie si fanno subito e si procede già il giorno successivo alla sepoltura presso il cimitero comunale perché si teme sia morto di un male infettivo. È l’anno in cui Augusto Majani presenta Mentana all’Esposizione Nazionale di Torino, anche grazie all’interessamento dello scenografo trapiantato lì, ma con radici ben fisse in patria, quando la “stagione” teatrale non lo vuole al Regio e altrove. Nel registro dei morti della sua parrocchia Alfonso è detto di professione Pittore Scenografo, e, come nelle memorie di Alfredo Testoni, porta il titolo di Professore, ed è quindi molto probabile che avesse affiancato l’insegnamento all’attività teatrale, più irregolare e incerta. Tuttavia al momento non risulta che abbia preso tale abilitazione, la “patente” per l'insegnamento a Bologna e quindi resta aperta l'ipotesi di una sua ulteriore formazione a Torino. Non sembra invece che avesse seriamente preso in considerazione la carriera di paesaggista. Risalgono appunto alla stagione 1897-1898 gli ultimi due allestimenti per cui presta la sua opera al Regio nell'equipe di Ugo Gheduzzi: il Mefistofele di Arrigo Boito e il balletto Day-Sin.

Isabella Stancari

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