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Giuseppina Paselli, superstite dell’eccidio

Schede

Il 27 settembre 1944 mi recai a Cerpiano con la mia famiglia. La notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 udimmo molti colpi e la mattina seguente vedemmo che alcune case sotto Cerpiano erano in fiamme; ciò accadde verso le 7.30. Noi eravamo tutti spaventati e decidemmo di andare a Casaglia dove arrivammo verso le 8.30. Ci rifugiammo nella chiesa e verso le 9 vedemmo 7-8 soldati tedeschi. Ci ordinarono di lasciare la chiesa e un tedesco che parlava italiano disse al parroco ed al resto di noi che eravamo tutti partigiani e banditi e ci ordinò di andare lungo la strada che conduceva a Dizzola. Dopo avere camminato circa 60 metri e dopo che arrivammo al cimitero di Casaglia fummo fermati da un gruppo di 15 tedeschi. Allora ero troppo spaventata per notare se tra loro ci fosse qualche ufficiale o per notare i loro distintivi. Rimanemmo lì circa 5 minuti poi i tedeschi ci fecero entrare nel cimitero, essi portarono una grande mitragliatrice e avevano nastri di cartucce attorno al corpo. Udii sparare e immediatamente mi gettai a terra; ero vicina a mia madre che fu ferita. Rimasi a giacere a terra circa due ore, non sentivo alcun dolore ma notai che c’era molto sangue sulla mia faccia. Quando circa due ore dopo alzai la testa vidi che non c’era più nessun tedesco nel cimitero. Rimasi lì tutto il 29 settembre con mia madre. La mattina del 30 settembre, verso le 8, alcuni nostri parenti vennero a Casaglia e ci condussero alla loro casa chiamata “La Podella”. Qui mia madre morì il 1 ottobre 1944. Posso con tutta responsabilità dichiarare che la mattina del 29 settembre 1944 non vidi alcun partigiano a Casaglia e per quanto mi ricordo non udii alcuno sparo prima che i tedeschi arrivassero a Casaglia.
Note
7