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Gioachino Rossini

1838 - 1845

Schede

Dopo la prima dello Stabat Mater di Gioacchino Rossini, eseguito nell’omonima sala dell’Archiginnasio, il Consiglio comunale di Bologna, nella seduta del 22 marzo 1842, deliberò di erigergli un busto nei locali del Liceo Musicale e il 24 gennaio 1843 Baruzzi venne incaricato di realizzare un progetto da sottoporre al consiglio del Liceo (BCABo FSCB; Radiciotti 1923). Una serie di disegni per un monumento a parete conservati presso la Biblioteca dell’Archiginnasio (Disegni Autori Vari, cart. 5, nn. 1.037, 1.041; cart. 6, nn. 1.131, 1.154, 1.155, 1.158), già segnalati nel 2006 come provenienti dal fondo documentario Baruzzi e all’epoca individuati come progetti per il monumento ad un poeta per la presenza di elementi iconografici allusivi alla poesia, ma adatti anche ad un musicista (Bersani Mampieri 2006), potrebbero invece essere collegati proprio alla progettazione del monumento a Rossini che non giunse mai ad essere realizzato e venne ridotto progressivamente, no a divenire una semplice lapide, come ebbe modo di commentare sarcasticamente lo stesso musicista, ricordando che a Bologna era stato “lapidato”. Il progetto più completo della serie, il n. 1.037, illustra una lapide rettangolare dalla semplice incorniciatura sormontata da un fregio con due cigni simmetrici, una lira e due trombe incrociate. Sormonta il tutto, inscritto in un medaglione circolare circondato da una stella a otto punte, il ritratto del dedicatario, un giovane dal naso pronunciato che potrebbe corrispondere all’aspetto di Rossini in questo periodo.

Il rapporto di amicizia tra Rossini e Baruzzi era comunque precedente a questa commissione e probabilmente rimontava agli anni di studio del fratello Tito presso il conservatorio di Bologna, dove era stato compagno del grande compositore. Già nel 1838 lo scultore aveva presentato all’esposizione di Brera un busto di Rossini (“Biblioteca Italiana”), che avrebbe anche proposto nel marzo 1841 come socio onorario dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (Radiciotti 1923). La frequentazione dei due artisti anche in epoca successiva al trasferimento di Tito a Firenze è documentata dalle cronache mondane e dalle lettere, che ricordano visite del compositore a Villa Baruzziana, pranzi e cene a Bologna in compagnia di Francesco Primodì, suocero di Baruzzi, e inviti alla coppia Baruzzi a visitare la casa parigina di Rossini durante i loro soggiorni degli anni ’50. Da una lettera del comune amico Silvestro Gherardi apprendiamo che Rossini frequentava liberamente lo studio di Baruzzi anche in sua assenza, portando con sé viaggiatori e intellettuali a cui mostrare le opere dello scultore per invogliarli ad una commissione (BCABo FSCB). Una ulteriore testimonianza, citata dal Ragni, fa riferimento alla disponibilità dimostrata da Baruzzi verso lo scultore francese Étex che, di passaggio a Bologna nel maggio 1843, aveva chiesto di poter eseguire il calco delle mani del maestro per il monumento che stata eseguendo in Francia e che aveva potuto contare sul suo studio e sui suoi materiali. In questa occasione Étex ricordava di aver visto un busto colossale del musicista già ultimato nello studio dallo scultore italiano (Radiciotti 1923; Ragni 1992), forse lo stesso che è ricordato allo stadio di creta in un articolo di Poletti nel dicembre del 1843 (Poletti 1843). Si trattava probabilmente di quello destinato al magazzino dell’editore musicale Giovanni Ricordi, già commissionato a Baruzzi nel 1844. Scrivendo allo scultore per sollecitarne la consegna il 24 gennaio di quell’anno, Ricordi menziona i busti già collocati nel negozio, quelli di Giuditta Pasta e di Rubini, ed esprime il desiderio di ricevere almeno il gesso, in attesa che il marmo sia terminato (BCABo FSCB). Nel luglio dello stesso anno un altro implicito sollecito è contenuto nella lettera in cui Ricordi richiede le misure per commissionare il basamento che dovrà reggere il marmo. La lettera ufficiale di commissione, datata 7 ottobre 1845, stabiliva comunque una consegna del busto entro il 18 febbraio 1846, in modo da poterlo inaugurare in occasione del compleanno di Rossini, che cadeva il 29 dello stesso mese. Il busto, di cui si indicano le dimensioni, aveva un prezzo complessivo di 2000 franchi, di cui 1000 già ricevuti dal Baruzzi (BCABo FSCB). Il 28 febbraio 1846 Baruzzi chiedeva di poter esportare il busto per inviarlo a Milano (ASBo), dove fu inaugurato nel ridotto della Scala solo il 17 maggio, con l’accompagnamento di un Inno a Gioacchino Rossini appositamente scritto per l’occasione da Felice Romani e musicato da Placido Mandanici (Silvestrini 1874; Ragni 1992). Già lo studioso Giuseppe Mazzini aveva ottenuto nel 1942 una risposta negativa dalla ditta Ricordi di Milano a proposito del busto, non più presente presso di loro a quella data (BIM, carte Mazzini) e le ricerche svolte per questo volume anche presso il museo della Scala e la Biblioteca Braidense di Milano non hanno dato esito migliore.

Del busto Ricordi, attualmente disperso, potrebbe essere considerato modello il gesso colossale conservato presso la Villa Baruzziana, in cui Rossini è rappresentato “all’eroica” poco prima della fuga a Firenze, dove Lorenzo Bartolini lo ritrarrà con i ba, che si era fatto crescere per un breve periodo (1849). Un gesso di questo busto, presente anche presso la Gipsoteca Bartoliniana di Firenze, si conserva presso il Museo Internazionale della Musica di Bologna (inv. 39058). L’altro busto di Rossini dello stesso museo, attribuito a Baruzzi, è da ritenere opera di un diverso artista, come già correttamente osservato da Cristina Bersani (2006). Il busto colossale di Baruzzi conservato presso Villa Baruzziana corrisponde bene alla descrizione coeva che ne fa il Marescotti in un articolo sull’“Imparziale”, dove ricorda che «Lo scultore non alterò la naturale armonia dei lineamenti e conferì alla sembianza l’espressione lieta e placida ch’è propria di questo grand’uomo» (Marescotti 1843). Non corrisponde invece all’erma di Rossini pubblicata da Radiciotti (1923) come collocata all’interno del negozio Ricordi di Milano che crea non pochi quesiti. Rossini, «generoso nell’elargire commendatizie» (Ragni 1992), raccomandò più volte Baruzzi. Ne rimangono tracce nel suo epistolario dove risultano due lettere del maestro a Carlo Cicogna, che glielo segnalano in occasione delle esposizioni di Brera del 1834 e del 1835, e una commendatizia per il principe Clemente Metternich, per il quale Baruzzi eseguirà una Venere Dormiente e un busto di Rossini (1856).

Cincinnato Baruzzi (1796 - 1878), Busto di Gioachino Rossini, 1838 -1845. Gesso, tuttotondo, busto colossale h. 90 cm. Bologna, Villa Baruzziana.

Antonella Mampieri

Testo tratto da: A. Mampieri, Cincinnato Baruzzi (1796 - 1878), Bononia University Press, 2014. Fonti:ASBo, Legazione e Prefettura, 1846; BCABo FSCB 2, 5, 12, 18, 21, 39, 40, 41, 42, 43, 45, 50, 64; BIM, Poletti 529, coll. C4 19 (11); BIM, Carte Mazzini, busta 3. Bibliografia: Esposizione di Belle Arti nell’Imperial Regio Palazzo di Brera, in Milano, in “Biblioteca Italiana”, t. XCI, XXIII, 1838, pp. 129-131; MARESCOTTI in “L’Imparziale”, 20 dicembre 1843, n. 142; G.B. Poletti, Belle Arti, in “Utile Dulci”, 30 dicembre 1843, II, n. XXXVI, p. 299; S. MUZZI, Un busto colossale a Rossini, in “La Farfalla”, 10 gennaio 1844, n. 2; “Il Pirata”, n. 31, XI, 14 ottobre 1845; Catalogo delle opere di scoltura eseguite in marmo dal prof. cav. Cincinnato Baruzzi a tutto l’anno 1859, Bologna 1860; L.S. SILVESTRINI, Della vita e delle opere di Gioacchino Rossini. Notizie biograco-artistico-onomastico-critiche, Milano 1874; A. ZANOLINI, Biograa di Gioacchino Rossini, Bologna 1875; G. RADICIOTTI, Gioachino Rossini. Vita documentata opere e inuenza su l’arte, Tivoli 1923; G. MAZZINI, Cincinnato Baruzzi. La vita, il tempo, le opere, Imola 1949, pp. 29, 72; S. RAGNI, Il problema del ritratto, in Rossini 1792-1992, catalogo della mostra, a cura di M. Bucarelli, Milano 1992, pp. 17-42; Viaggio a Rossini, catalogo della mostra, a cura di L. Ferrari, Bologna 1992, n. 5.5; C. FIORELLI, Un contributo alla rivisitazione dell’attività artistica di Cincinnato Baruzzi (1706-1878), in “Strenna Storica Bolognese”, LII, 2002, pp. 223-246; C. BERSANI, In cerca di Cincinnato Baruzzi, in Uno scultore neoclassico a Bologna fra Restaurazione e Risorgimento. Il fondo Cincinnato Baruzzi nella Biblioteca dell’Archiginnasio, a cura di C. Maldini, Bologna 2006, pp. 395-436; L. SIGHINOLFI, La vita e le opere di Cincinnato Baruzzi, in Uno scultore neoclassico a Bologna tra Restaurazione e Risorgimento, a cura di C. Maldini, Bologna 2006, pp. 299-354.