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Giampietro Lippi

Schede

Il 5 agosto, a Ca’ del Bue - nella zona de Le Versellane , le cose ebbero un esito diverso. Era stato rinvenuto il cadavere di un soldato tedesco. I nazisti bruciarono alcune case, rastrellarono una quarantina di persone, donne, bambini e sei uomini. Le donne e i bambini furono interrogati; i sei uomini (Arsenio Beghelli, 49 anni; Armando, 38 anni e Francesco Betti; Camillo Calzolari, 84 anni; Dionigio Neri, 82 anni; ed Enrico Venturi, 54 anni) vennero interrogati e fucilati a Ca’ del Bue. Due dei fucilati erano ottantenni, incapaci di fare male a una mosca, eppure furono trucidati senza alcuna larvata giustificazione d’ordine militare; gli ordini di Kesselring venivano eseguiti meticolosamente da belve impazzite, vicine al tonfo finale; pochi criminali fascisti tenevano loro bordone assatanati da una folle ideologia. L’ultraottantenne Dionigio Neri era il nonno della moglie di Sciallo, Celso Zecchi, barrocciaio di Pian di Venola. Sciallo aveva cominciato l’attività di barrocciaio nel 1927. Spirito libero ed indipendente aveva subito il fascismo ed era sopravvissuto sotto la protezione del gerarca Daniele Quadri. I fascisti, tuttavia, l’avevano duramente picchiato sette volte, la prima volta, proprio all’inizio del fascismo, quando si era permesso di criticare pubblicamente una squadraccia; l’ultima volta quando venne scoperto, in località Casellina di Sperticano, a cantare “Bandiera rossa”. Il 5 di agosto si salvò perché raggiunse la zona del rastrellamento cinque minuti dopo i soldati nazisti. In quei giorni, la vita o la morte dipendevano dal caso. Per un ritardo di cinque minuti si poteva avere la fortuna di vivere, almeno fino al giorno dopo o al successivo rastrellamento.

Giampietro Lippi, La Stella Rossa a Monte Sole. Uomini fatti cronache storie della Brigata partigiana “Stella Rossa Lupo Leone”, Ponte Nuovo editore, Bologna, 1989
[SR]
Note
3