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Giampietro Lippi

Schede

Il 22 [giugno 1944] mattina, il furiere Poldo [Leopoldo Bonfiglioli] inviò una squadra comandata da Tito [Cleto Comellini] a cercare uova dai contadini; si trattava di un’operazione di tutta tranquillità e probabilmente proprio per questo i giovani partigiani, arrivati a Montasico, sostarono all’osteria. Giunsero dei tedeschi. Tito fece per sparare ma l’arma si inceppò. I tedeschi fuggirono. I partigiani uscirono. C’era la nebbia. Ci fu uno scontro: due partigiani rimasero uccisi, un terzo - Francesco Calzolari - rimase ferito gravemente. (…) Il 24 mattina in un momento molto delicato per la Stella Rossa, i tedeschi l’attaccarono. La compagnia di Marino [Marino Mongiorgi] fu coinvolta nella zona di Luminasio; non si trattò di un attacco a fondo e i partigiani poterono sganciarsi verso Medelana. Rimasero coinvolti soprattutto Guido Barba [Guido Tordi] e Fonso [Alfonso Ventura]. Guido Barba era appena rientrato da una missione, chiese ordini al comando: gli fu risposto di rimanere coinvolto lo stretto necessario e di ritirarsi combattendo. Così fece. Fonso subì l’urto maggiore, per la verità estremamente debole e fatto di scontri a grande distanza. Sul Monte Vignola, al comando, sentiti i primi spari, si caricarono su di un barroccio trainato da un cavallo Francesco Calzolari - messo molto male - altri due feriti ed un partigiano ammalato di malaria. Si fecero partire con la scorta di una squadra. (…) Il viaggio di Francesco Calzolari durò poco. Egli non riusciva a sopportare le fatiche del trasferimento. La scorta pensò di nasconderlo presso una famiglia contadina, che l’accolse con fraternità. Le spie però stavano all’erta e qualcuno riuscì ad avvisare i tedeschi, i quali lo catturarono con facilità e lo portarono al molino di Vedegheto: lo torturarono con una diligenza degna di una causa migliore; gli riaprirono le ferite, gli staccarono la pelle dal corpo e quando ormai il giovane non ce la faceva più lo impiccarono. Furono costretti a impiccarlo due volte, sul ponte prossimo al mulino, perché la prima volta si ruppe la corda. Italiani si diedero da fare per scovare una corda più robusta. Pare che il giovane, prima di morire, con flebile voce intonasse l’Internazionale, uno tra i canti più popolari tra i partigiani.

Giampietro Lippi, La Stella Rossa a Monte Sole. Uomini fatti cronache storie della Brigata partigiana “Stella Rossa Lupo Leone”, Ponte Nuovo editore, Bologna, 1989
[SR]
Note
2