Ghini Vittorio

Ghini Vittorio detto/a Locati

8 agosto 1904 - 14 giugno 1944

Note sintetiche

Titolo di studio: Licenza elementare
Occupazione: Barbiere

Riconoscimenti

  • Partigiana/o ( 9 settembre 1943 - 14 giugno 1944)

Scheda

Vittorio Ghini, nome di battaglia "Locati", da Ersilia Ghini; nato l'8 agosto 1904 a Bologna. Licenza elementare. Barbiere.
Divenne militante della FGCI dal 1923.
Il 24 giugno 1927 si trasferì a Milano; qui il 30 novembre dello stesso anno venne arrestato, assieme ad un gruppo di giovani comunisti, e, con sentenza istruttoria del 10 maggio 1928, deferito al Tribunale speciale per cospirazione e propaganda sovversiva. Processato, fu condannato a 1 anno di reclusione. "Soddisfatta giustizia - come si legge sulla scheda di polizia - fu tradotto a Milano, ove successivamente fu più volte fermato per misure di PS". Il 24 novembre 1929 espatriò clandestinamente, attraverso la Svizzera, in Francia.
Latitante, fu stralciato dalla sentenza istruttoria del 19 aprile 1930. Ancora sulla scheda di polizia si legge: "Il 2 maggio 1930, proveniente da Metz, giunse nel Belgio. Il 10 gennaio 1931, il Tribunale di Mons lo condannò, sotto falso nome di Bottini Giacomo da lui assunto, a mesi 7 di carcere per lesioni e, poi, con decreto del 23 aprile 1931, sotto lo stesso pseudonimo, fu espulso dal Belgio. L'8 febbraio 1934 fu espulso dal Lussemburgo, perché sprovvisto di permesso di soggiorno.
Conosciuto sotto il nomignolo di Naso, svolse a Bruxelles notevole attività sovversiva. Era, tra l'altro, incaricato della propaganda comunista nel gruppo giovanile di Vilvorde. Assisteva a tutte le riunioni del partito e collaborava alla redazione del giornale "II Riscatto" edito a Quenast [...]. Trasferitosi a Parigi, [...] continuò nella sua attività comunista e antifascista". Fu in Belgio, Lussemburgo, e di nuovo in Francia, e ovunque, per la sua attività politica, venne ripetutamente arrestato ed espulso. In Belgio, fu membro del comitato nazionale della Lega italiana antifascista del Belgio e del Lussemburgo; svolse intensa attività nei bacini minerari di Liegi, Mons e Charleroy.
A Parigi fu membro della segreteria dei gruppi di lingua italiana del PCI ed ebbe cariche di direzione nelle organizzazioni di massa.
Passato in Spagna nell'ottobre 1936, si arruolò nelle brigate internazionali per la difesa della Repubblica e contro i rivoltosi capeggiati dal generale Francisco Franco. Appartenne alla centuria Castone Sozzi quale secondo comandante. Combattè a Talavera, Real Cenicientos e Pelahustàn. Qui fu ferito al torace il 12 settembre 1936. Dopo due mesi di ospedale venne inviato in Francia, in convalescenza e per un giro di propaganda per il reclutamento di volontari e per la raccolta di fondi pro-Spagna. Fu schedato nel 1937.
Ritornò in Spagna alla fine del 1937. Appartenne alla brigata Garibaldi e, partecipando a numerosi combattimenti, venne promosso tenente. Sul fronte dell'Ebro, nel settembre 1938, riportava un'altra ferita alla gamba destra. Lasciò la Spagna il 7 febbraio 1939.
Venne internato nei campi di concentramento di Argeles, di Gurs e del Vernet: ovunque svolse mansioni di direzione politica. A Gurs organizzò l'introduzione nel campo di pubblicazioni marxiste e antifasciste.
Tradotto in Italia, nell'agosto 1941 e poi nel carcere di Bologna, il 29 settembre 1941 fu assegnato al confino per 5 anni e inviato a Ventotene (LT).
Liberato il 21 agosto 1943, giunse a Bologna il 1° settembre, dove venne ancora sorvegliato. Riorganizzò le file del PCI.

Dopo l'8 settembre 1943, fu incaricato di costituire i primi gruppi armati partigiani, lavoro che diresse sino al maggio 1944, assumendo l'incarico di ufficiale di collegamento del CUMER. Successivamente fu inviato a Milano quale ispettore delle brigate Garibaldi in Lombardia.
Arrestato dai nazifascisti, venne fucilato a Novara il 14 giugno 1944.
Riconosciuto partigiano con il grado di tenente colonnello nella 7a brigata GAP Gianni Garibaldi dal 9 settembre 1943 al 14 giugno 1944. [Luigi Arbizzani]

Note

E' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della  Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.

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Bibliografia
Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919- 1945)
Albertazzi A., Arbizzani L., Onofri N.S.
1985 Bologna ISB