Ghini Celso detto/a Campo, Francesco Campofosco

8 dicembre 1907 - [?]

Note sintetiche

Titolo di studio: Licenza elementare
Occupazione: Meccanico

Scheda

Celso Ghini, «Campo, Francesco Campofosco», da Enrico e Amedea Bettini; nato l’8 dicembre 1907 a Bologna. Licenza elementare. Operaio meccanico.
Iscrittosi alla FGCI nei primi anni venti fu attivo antifascista.
Arrestato assieme ad altri per avere l'1 novembre 1924 eseguite scritte sui muri incitanti alla lotta contro il fascismo, dopo aver subito il carcere preventivo, fu assolto per insufficienza di prove.
Il 22 agosto 1925 venne nuovamente arrestato per «essere stato sorpreso a distribuire stampe comuniste». Assolto dal tribunale il 3 febbraio 1926, fu dimesso dal carcere dopo 6 mesi di detenzione.
Dopo le leggi eccezionali del novembre 1926, si allontanò da Bologna. Ricercato dalla polizia, fu assegnato al confino in contumacia per 3 anni con ordinanza 29 novembre 1926, dalla Commissione provinciale. Espatriato clandestinamente non rispose alla chiamata alle armi.
Raggiunta l'Unione Sovietica frequentò l'università leninista a Mosca.
Nel 1930, in Francia, fu chiamato a far parte dell'apparato centrale del PCI e del comitato centrale della Federazione giovanile comunista. Sostenitore dell'attività antifascista all'interno dell'Italia, rientrò più volte clandestinamente in patria per organizzare la lotta contro il regime.
Nel 1931 fu designato a dirigere il Centro interno della FGCI. Nello stesso anno, il 1° aprile, venne arrestato a Milano e, con sentenza istruttoria del 7 novembre 1931, deferito al Tribunale speciale. Il 9 dicembre 1931 venne condannato a 17 anni di reclusione, 20 mila lire di multa, all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e a 3 anni di libertà condizionata per propaganda e ricostituzione del PCI, espatrio clandestino, uso sciente di documenti falsi e omessa denuncia d'armi. Fu carcerato nello stabilimento penale di Pianosa (LI) e il 30 settembre 1936 venne confinato nell'isola di Ponza (LT) per scontarvi i 3 anni di confino assegnatigli nel 1926.
In seguito fu inviato alle Tremiti (FG) e quindi a Ventotene (LT). Non avendo «fornito alcuna prova di ravvedimento» e continuando «a dimostrarsi elemento pericoloso», il 16 novembre 1939 venne riassegnato al confino per 2 anni.
Il 20 settembre 1941, terminato di espiare il periodo di assegnazione al confino, «trattandosi di elemento pericoloso d'ordine del Ministero è stato trattenuto in colonia come internato per la durata della guerra».
Rientrò a Bologna nell'agosto 1943.

Prese parte alla lotta di liberazione in sede diversa dal bolognese per ragioni cospirative. Fu organizzatore di formazioni partigiane e poi ispettore delle brigate Garibaldi nel Lazio, in Umbria e nelle Marche. In quest'ultima regione fu membro del Triunvirato insurrezionale del PCI fino alla liberazione di quel territorio. [AR]

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