Garzanti Libero

Garzanti Libero detto/a Romagna

28 ottobre 1908 - 21 novembre 1936

Note sintetiche

Causa della morte: In combattimento

Scheda

Libero Garzanti "Romagna", da Francesco e Stellina Rossi. Nato il 28 ottobre 1908 a Bixfelden (Svizzera).
Rientrò ancora bambino con la famiglia che si stabilì a San Pietro in Trento (Ravenna).
Il padre era socialista, poi divenne comunista, Libero si iscrisse al PCd'I nel 1926, a soli diciassette anni.
Arrestato a Ravenna quando venne ferito lo squadrista Ettore Muti, liberato, emigrò clandestinamente in Germania raggiungendo il padre. "Era una emigrazione politica - ha scritto Giadresco - non una fuga. E anche in Germania i Garzanti si impegnarono nella lotta insieme ai compagni tedeschi.

Si dice addirittura che il padre sia stato testimone a favore di Dimitrov al processo di Lipsa". L'avvento del nazismo in Germania lo costrinse alla clandestinità.
Nel 1930 riparò in Francia e prese residenza a Parigi. Si mise immediatamente in contatto con gli antifascisti emigrati e con il Partito comunista. Da Parigi tenne i contatti con gli antifascisti e i comunisti di San Pietro in Trento. Molto attivo, ebbe diversi scontri con i fascisti e venne espulso dalla polizia francese. Rientrò subito clandestinamente e riprese il suo posto di lotta.
Partecipò alle più importanti manifestazioni: si ricorda in particolare la sua presenza combattiva alle manifestazioni popolari in difesa di Sacco e Vanzetti e alla manifestazione contro la visita del ministro fascista Emilio Bono.
Assieme a Fortunato Nevicati passò in Spagna alla fine di settemebre del 1936, dove si arruolò volontario nel Battaglione Garibaldi, 2a Compagnia. "raggiunsero il fronte - ha scritto Cesare Campioli - ove la battaglia infuriava con maggiore violenza, nel punto più nevralgico dello schieramento repubblicano. I due miliziani si trovarono a combattere presso la città universitaria contro gli uomini del Tercio, una specie di legione straniera composta da mercenari marocchini, gente che affrontava la morte in nome di un fanatico culto della violenza e che non esitava a fare scempio delle proprie vittime... I combattenti per la libertà erano presi in una specie di morsa: da un lato le truppe marocchine, dall'altro la famosa "quinta colonna" che agiva alle loro spalle... Nevicati e Garzanti, caddero nei primi combattimenti". Il settimanale radicale "Marianne" dedicò ai due emiliani un'intera pagina.
Quando Garzanti cadde, durante l'attacco alla Casa Rossa (Casa de Campo) il 21 novembre 1936, aveva 27 anni. [L. Arbizzani]

Note

E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.

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Ha fatto parte di

Opere

Bibliografia
Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919- 1945)
Albertazzi A., Arbizzani L., Onofri N.S.
1985 Bologna ISB