Francia. Il II° Corpo d'armata italiano alla fronte francese, la lotta finale, 12 ottobre - 11 novembre 1918

Scheda

Dal canale Ailette alle paludi di Sissonne 12 -14 ottobre 1918.

Dopo la conquista dello Chemin des Dames avvenuta l’ 11 ottobre, non vi fu sosta per le truppe del II° Corpo e il giorno 12 riprese l’attacco: l’ordine era di avanzare contro i tedeschi senza curarsi dei collegamenti laterali. La 3° divisione col 75° e 90° fanteria occupò nel pomeriggio il paese di Martigny – Courpierre e il forte di Montherault, facilitando lo sbocco della 8° divisione che a sera occupò Neuville. Il giorno 13 l’avanzata proseguì senza grossi contrasti, rallentata solo dalle continue interruzioni stradali. I tedeschi, pressati da vicino, non riuscirono ad organizzare una efficace difesa dentro la cosiddetta linea “Ailette-Stellung” che in poche ore fu superata dalle truppe italiane; a sera il 19° fanteria entrava a Mauregny en Haye, mentre avanguardie italiane raggiungevano la ferrovia Laon – Reims. Il giorno 14, più che dal nemico, l’insidia venne dal terreno paludoso, solcato da canali con poche e strette strade campestri ridotte a pantano per le piogge continue; il canale d’Assechement correva quasi parallelo alla linea tedesca e l’unico sbocco possibile era passare per l’abitato di Sissone, fronteggiato da molte opere difensive nemiche in calcestruzzo. La prima a tentare l’attacco fu la brigata Brescia, preceduta da uno squadrone di Cavalleggeri Lodi, che pur battuto dalla artiglieria, riusciva a penetrare in Sissone, senza poter proseguire, per la ostinata resistenza tedesca sulla “Hunding – Stellung”. Dopo 36 ore di avanzata ininterrotta, sempre a contatto con la retroguardia tedesca, alle truppe del II° Corpo d’Armata venne concesso un periodo di riposo, la 3° divisione in Sissonne occupata, la 8° ad alcuni km. fuori dall’abitato di Chauffour.


La sosta a Sisssone 15 ottobre – 4 novembre 1918.

La “Hunding – Stellung”, preparata già dal 1914 e fortemente guarnita, aveva arrestato l’avanzata delle truppe alleate. Di fronte al II° Corpo d’Armata italiano erano in posizione tre divisioni tedesche: la 19°, reggimenti 91 – 78 – 74, la 216° , reggimenti 59 – 42 – 354, la 227°, reggimenti 441 – 417 – 447. La sosta permise alle salmerie del Corpo d’armata di rifornire di armi e munizioni le truppe, furono scavati ricoveri e preparato il terreno per il nuovo attacco; dall’Italia giunsero molte personalità politiche a visitare le truppe schierate. A fine ottobre arrivarono a Sissonne gli echi della favorevole battaglia di Vittorio Veneto e la firma dell’armistizio del 3 novembre a Villa Giusti fu accolta da grandi festeggiamenti, a cui rispose il silenzio dalle fila tedesche.


L’ultima battaglia, da Sissonne alla Mosa 5 – 11 novembre 1918.

All’alba del 4 novembre, una pattuglia della 8° divisione catturò un posto avanzato tedesco, i prigionieri informarono di un imminente ripiegamento nemico. Nel pomeriggio il 51° fanteria, ad onta di un forte bombardamento penetrò tra le case di Chauffour, occupandolo; tutta la 8° divisione poté così fare un passo in avanti, affiancando la 3° per l’attacco finale. Alle 8,30 del 5 novembre riprese l’avanzata della 8° divisione, assai poco ostacolata dalla retroguardia nemica; forte resistenza incontrò al contrario la 3°, per la necessità di sorpassare il canale Assechement che impediva un assalto diretto alla “Hunding – Stellung” ancora fortemente presidiata. Solo con il fuoco di alcuni grossi cannoni, si riuscì ad avere ragione della ostinata resistenza nemica, a sera entrambe le divisioni italiane si ritrovarono affiancate. Gli ordini per il giorno 6 erano: proseguire verso Rozoy sur Serre – Aouste – Maubert Fontaine, da raggiungere con manovra a tenaglia. Le truppe italiane trovarono una notevole resistenza sulle rive del fiume Hurtaut, i cui ponti erano stati distrutti: occorse l’impiego di diverse batterie di cannoni da campagna e l’azione di reparti di Arditi per superare il fiume e proseguire l’avanzata. A sera gli obiettivi assegnati erano stati raggiunti, ora di fronte vi era l’ostacolo del fiume Serre. Nella notte sul 7 novembre, furono preparate numerose passerelle e all’alba le avanguardie italiane oltrepassato il Serre, ripresero il contatto col nemico; a sera le due divisioni italiane si attestarono sulla linea Blanchefosse-Brunehamel – Grands Caillaux-La Ferée. Nel corso della giornata erano parsi evidenti i segni di sfaldamento e demoralizzazione del nemico: grossi magazzini di armi, munizioni e vettovaglie furono rinvenuti intatti, mentre sempre più debole si faceva l’azione di retroguardia. L’8 novembre l’inseguimento proseguì celere, era chiaro l’intento tedesco di arrivare a guarnire la linea di resistenza denominata “ Kirson Stellung”; il gen. Albricci in previsione della battaglia, ordinò che la 8° divisione superasse la 3°, assai provata dai precedenti combattimenti. Il giorno 9, furono pattuglie di Arditi a mantenere il contatto col nemico, eliminando diversi punti di resistenza davanti le truppe avanzanti. La sera il grosso del Corpo d’armata si fermò a ridosso della ferrovia Rimoge - Le Tromblois. Nella notte giunsero informazioni sul tentativo tedesco di arginare l’attacco nella regione boscosa a ridosso della Mosa, il gen. Albricci ordinò che il giorno seguente le due divisioni, la 3° e la 8°, operassero affiancate per darsi sostegno reciproco. Il giorno 10 novembre, la manovra di avvicinamento della 3° divisione italiana fu ostacolata dalle strade ingombre di cariaggi e cannoni abbandonati dal nemico, a cui si sommarono le truppe francesi della 121° divisione, che, a contatto col nemico, non poterono manovrare per liberare il passaggio. Nella notte, una pattuglia di Arditi della 8° divisione, sopravanzando l’avanguardia francese, entrò per prima nella storica città di Rocroy, obbligando i tedeschi a ripiegare fuori dall’abitato. All’alba del giorno 11 novembre, giunse l’ordine che alle ore 11 si dovevano sospendere le ostilità, le truppe del II° Corpo italiano, ripresero la marcia per raggiungere le rive della Mosa prima dell’entrata in vigore dell’armistizio; un reparto di mitraglieri, trovato intatta una passerella nei pressi Forges St. Nicolas, riuscì, poco prima delle 11 di mattina, a oltrepassare il fiume fermandosi sulla sponda sinistra ad attendere il grosso delle truppe.

Paolo Antolini

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Pagina di storia da ricordare (Una)
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A. Alemanni, Una pagina di storia da ricordare - dalle memorie dello Stato Maggiore del 2° Corpo d'Armata Italiano in Francia. Estratto da "La Lettura - rivista mensile del Corriere della Sera", Milano, 1923.

Bibliografia
L'esercito italiano nella grande guerra (1915-1918): Le operazioni fuori del territorio nazionale , Tomo 2°: Soldati italiani in Terra di Francia,
Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico
1951 Roma Istituto Poligrafico dello Stato
Le truppe italiane in Francia: il 2. Corpo d'Armata - le T.A.I.F.
Mario Caracciolo
1929 Milano A. Mondadori