Salta al contenuto principale Skip to footer content

Fonti di Corticella

Di rilevanza storica

Schede

Nella prima metà dell'Ottocento, il dott.Giovanni Minelli aveva scoperto su un suo terreno alcune sorgenti di acqua ferruginosa che avevano proprietà terapeutiche. Decise così di renderle d'uso pubblico ed iniziò a sistemare tale terreno trasformandolo in un vero e proprio parco, con tanto di grotte, capanne rustiche, giardinetti e pergolati, come ci informa C. Pancaldi nel suo "Gita di piacere a Corticella" (1838) e ci testimonia Antonio Basoli in una sua celebre stampa. Successivamente, vi fu un periodo di declino, che però venne superato subito dopo la prima guerra mondiale, quando il nuovo proprietario, Vittorio Borghi, bonificò la zona e creò suggestivi percorsi, aree di sosta con giochi, posti di ristoro e una pista da ballo. Ben presto i Bolognesi si recarono in gran numero a Corticella per le gite domenicali e si attivarono tram e servizi automobilistici veloci dal centro città. Il parco delle Fonti divenne una meta ideale per il tempo libero e i maggiori periodici e quotidiani locali presero a darne ampio risalto. I gitanti arrivavano perfino in barca, grazie alla vicinanza con il canale Navile. Lo stabilimento iniziò ad imbottigliare l'acqua salutare e a commercializzarla. Tale confezionamento continuò fino agli anni 1937-1938. Iniziò poi un nuovo, lento, ma inesorabile declino e tra il 1952 e il 1953 lo zampillo delle acque cessò definitivamente. Particolare curioso: all'interno del complesso si teneva anche l'elezione di Miss Corticella.

"Chiare fresche e dolci acque, / Un dì vanto ed onor di Corticella, / La vostra secolar fama rinacque / A fortuna novella. / Così per chi prova, / Rinasce il fior della salute nuova, / E per gli altri c'è un fior di vino puro / Chiaro e fresco anche lui, ve l'assicuro. (Lorenzo Stecchetti). Dal giorno – non lontano – che le vetture elettriche hanno percorso l'ampio stradone di Galliera, attraverso ubertose campagne e ricche fabbriche di laterizi, fino a raggiungere la ridente solatia frazione di Corticella, questa storica "piccola corte" dei Bentivoglio, signori di Bologna, si è ridestata a nuova vita e dalla facilità delle comunicazioni ha tratto impulso per richiamare a sé più frequenti e numerosi ospiti; ed oggi invita la città e i luoghi limitrofi a sperimentare le sue acque minerali, da molti anni sconosciute, ma che un tempo furono in grande fama. La scoperta di tali acque risale al 1826. Un medico dell'epoca, il dott. Giuseppe Banti di Bologna, in una monografia del 1829 così ne scrive: "Scorreva da tempo immemorabile, inosservata, la Fontana, di cui imprendo a trattare, allorché tre anni or sono il signor Giovanni Minelli, fisico, chimico e padrone col di lui genitore, del locale, ove di presente la fonte si trova, formò in quella primavera il progetto di far ivi costruire una tesa da uccelli... Dati quindi gli ordini opportuni, fece, come suol usarsi scoprire l'erboso piano e apparare come conviensi; e fu appunto in sì fatta circostanza che gli accadde di osservare con somma sua sorpresa, che per dove passava quell'acqua, vedevasi depositata in non poca quantità un'ocra color di tabacco, la quale egli tosto giudicò derivare da una decomposizione dell'acqua istessa. Dimesso allora ogni pensiero di caccia, diedesi piuttosto ad analizzare questa sorgente. Non furono in effetto infruttuose le di lui osservazioni, poiché poté convincersi che quell'acqua conteneva del ferro in non poca quantità ed altri salutari principii". E il buon fisico chimico Minelli compiuto per conto suo e fatte compiere per conto degli "illustrissimi ed eccellentissimi Signori componenti la Società Medico-Chirurgica di Bologna", le richieste analisi seppe far accreditare la detta Fontana, che – sulla fede di un altro medico dell'epoca – il dott. Paolo Muratori – è "profittevole in modo speciale nelle alterazioni del sistema arterioso, nell'idrope, nell'emorragia, nell'amenorea, nella clorosi, nell'atonia dei visceri addominali, nella diarrea cronica, nella dispepsia, nell'isterismo, ecc. ecc." Lo stesso dott. Muratori detta l'ordine e il modo di usarla in questi termini: "La mattina al luogo della sorgente s'incomincia col berne uno o due bicchieri ordinari aumentando di giorno in giorno la dose, qualora si possa tollerare, fino a che siasi giunto al numero di otto o dieci bicchieri al più per ogni mattina, i quali devonsi bere di quarto in quarto d'ora". Il sopracitato dott. Banti, che è entusiasta della scoperta del suo amico Minelli che chiama di "meravigliosi effetti" dà anche "la storia di alcune guarigioni su parecchi individui affetti da malattie, che sembravano per arte incurabili e per mezzo di quelle acque salutari mirabilmente operate". Il proprietario Minelli approfittò anche della positura della sorgente e nel luogo attorno introdusse molte comodità in concordanza con le naturali bellezze del luogo costruendo rustiche capanne, ordinati giardinetti, pergolati, "hermitages" e perfino una "caffè-hause" in forma di capanna tendata. E quasi ciò non bastasse – dice sempre il nostro dottor Banti - "onde soffrire un qualche dilettevole passatempo, il proprietario della fonte destinò alcune piccole barchette di sua ragione, perché se ne servissero quelle persone che amano di andare lungo il sottostante canale Naviglio sollazzando". Ma passò del tempo, e delle acque ferruginose di Corticella non se ne parlò più. Pochi – specialmente in questi ultimi anni – hanno saputo della loro esistenza e della loro efficacia. Rimaneva lo incantevole bosco dagli alti e rarissimi alberi lungo il dolce, ombreggiato pendio, che dalla strada di Galliera a ponente scende al Canale Naviglio, per lungo tratto fino alla Dogana, nel punto preciso in cui si fermano le vetture elettriche. Chi pensò ad acquistare la villa Minelli e l'annessa casa della Dogana per ridonare all'antica fonte il meritato nome e per dotare la frazione di Corticella di uno dei più incantevoli piccoli parchi che si conoscano nella nostra provincia, fu il noto commerciante bolognese signor Vittorio Borghi, il quale volle di recente avere un'analisi chimica fatta dall'Illustrissimo Professor Guido Ruata, già direttore dell'istituto d'Igiene della R. Università di Bologna, attualmente Direttore delle R. R. Terme Governative di Salsomaggiore, il quale dichiarò che: "Dal punto di vista della loro composizione chimica le acque di Corticella presentano una mineralizzazione moderata con spiccata prevalenza di bicarbonati e un debole tenore di solfato e cloruro di sodio. Tali caratteri conferiscono ad esse delle proprietà sedative del tubo digerente per cui trovano la loro indicazione curativa in varie forme gastro-enteriche quali le dispepsie, l'inappetenza, la stipsi e in genere gli stati di torpore tanto dello stomaco quanto dell'intestino. In pari tempo, per il loro contenuto in bicarbonato, sono anche dotate di potere stimolante della diuresi. La quantità di ferro che presentano non è certamente rilevante; sotto forma di bicarbonato ferroso tuttavia vi è mantenuto abbastanza a lungo disciolto, onde, particolarmente quando vengono bevute alla fonte, le acque di Corticella manifestano la loro efficacia altresì come lievemente ferruginose. Riassumendo devesi riconoscere alle acque esaminate, come appartenenti al ben noto gruppo delle bicarbonate miste, un indubbio valore terapeutico che è del resto confermato dai risultati ottenuti durante l'uso di lunghi anni". (Dalla rivista 'Il Comune di Bologna', maggio 1918).

In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna