Farfalla | Schmetterling

Farfalla | Schmetterling

Scheda

Il nome greco psyche designa sia una realtà concreta, la farfalla, sia una dimensione astratta, l’anima. A questi due significati è legato la stessa figura di Psiche, la giovane donna con le ali di farfalla, come è a volte rappresentata nell’antichità, amata da Heros-Cupido. Il suo mito è stato fortemente influenzato dal racconto di Apuleio, al quale si sono ispirati artisti e poeti. Nella tradizione antica vi sono in realtà due psukhai: la psyché della morte e la psyché della vita. Nei poemi omerici (cfr. ad esempio Odissea, XI, 538; Odissea, XI, 280-285) la psychè è essenzialmente quella che lascia il corpo dopo la morte, è un’ombra vana che conserva la forma umana, e che si invola come un sogno. Nel Cratilo di Platone (Cratilo 399 d –e) invece prevale la dimensione vitale della psychè: “colei la cui presenza è causa di vita per il corpo stesso”. La liberazione dell’anima dal corpo e il suo progressivo avvicinamento al divino sono rappresentati nella cultura classica dall’enigma della metamorfosi della farfalla e dai suoi tre stadi: verme, crisalide, insetto perfetto. Per molti secoli, questa trasformazione verso la perfezione e il compimento ha costituito un tema di riflessione e comparazione religiosa, spirituale, filosofica ed esistenziale. Inoltre si osservi che la metamorfosi ha un movimento ascensionale: il verme attraverso gli stadi successivi diventa un insetto aereo. La vita è respiro e il respiro è aria, è movimento. La farfalla può quindi ben rappresentare il soffio vitale che ascende verso l’alto. Nel cristianesimo la farfalla, chiamata a rappresentare la vita oltre la morte, è spesso iconograficamente compagna di Gesù bambino. Nella simbologia funeraria l'insetto può essere rappresentata sia come una delle tante specie di farfalle diurne sia come una falena, farfalla dell’oscurità perennemente attirata dalla luce. Per alcuni studiosi come Jean-Paul Clébert, la falena a testa di morto, sembra essere usata per indicare l’anima di un uomo morto violentemente.

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Gian Marco Vidor

Der Schmetterling. Das griechische Wort "Psyche" bedeutet zum einen Schmetterling und zum anderen Seele. Psyche ist der Name einer griechischen Figur, die als junge Frau dargestellt wird, sie wird oft mit Schmetterlingsflügeln dargestellt, Eros liebt sie. In Homers Werken verlässt Psyche, als ein Schatten, einen Körper nach seinem Tod, Platon (ein griechischer Philosoph) denkt, dass dies das Leben selbst ist. In der Antike glaubte man, dass die Seele den Körper nach dem Tod verlässt und über mehrere Instanzen in den Himmel gelangt, dieser Weg zu Gott ist vergleichbar mit der Metamorphose des Schmetterlings, also die Entwicklung von der Larve zum endgültigen Schmetterling. Nach der Metamorphose kann der Schmetterling fliegen, ähnlich wie die Seele, die langsam in den Himmel aufsteigt. Die Metamorphose ist als Metapher für das Leben zu verstehen. In der christlichen Kultur repräsentiert der Schmetterling die Seele und das Leben nach dem Tod, er wird oft in der Nähe des Christuskindes dargestellt. Manchmal wird eine Motte dargestellt, die als "Schmetterling der Nacht" zu verstehen ist, welche das Licht erreichen will. Es gibt Motten, die auf dem Rücken einen Totenschädel haben, diese symbolisieren eine Seele eines Menschen, der gewaltsam getötet wurde.

Traduzione a cura della classe 5 H del Liceo Scientifico “Augusto Righi” di Bologna, nell'ambito del progetto di scambio culturale con il Liceo "Europaschule" di Bornheim, Germania, maggio-ottobre 2014

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Requiem aeternam dona eis
Requiem aeternam dona eis

Irene Sarmenghi, Requiem aeternam dona eis - la poesia dei simboli funerari, 2 novembre 2022. Un percorso per immagini curato dalla fotografa all'interno della Certosa di Bologna.

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