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Giorgio Fanti detto/a Gracco

25 aprile 1921 - [?]

Scheda

Giorgio Fanti, «Gracco», da Guido ed Ermenegilda Nicoli; nato il 25 aprile 1921 a Bologna; ivi residente nel 1943. Studente universitario.
Maturò la sua opposizione al fascismo nell'adolescenza per la familiare amicizia che ebbe con i professori: Giorgio Bonfiglioli, Giulio Tavernari, Maurizio Padoa.
Prestò servizio militare con il grado di sottotenente nel 35° rgt fanteria.
Di stanza a Bologna, nella caserma di via Santa Margherita, la sera del 9 settembre 1943 insieme ad alcuni commilitoni rastrellò parte delle armi della caserma che, d'accordo con don Guerrino Fantinato, nascose nella chiesa del SS. Salvatore.
Nel novembre 1943 decise di non rispondere alla chiamata alle armi della RSI e di impegnarsi più attivamente nella resistenza. Tramite Aldo Montanari venne in contatto con Verenin Grazia e Paolo Bugini che gli proposero di occuparsi del reclutamento di soldati per le formazioni partigiane. Insieme al maggiore Cipriano Tinti e al tenente colonnello Massimo Massei assolse questo suo primo compito favorendo la diserzione delle reclute dell'esercito repubblicano, asportando armi, munizioni e viveri dalla caserma con la collaborazione dei soldati.
Nel dicembre 1943 provvide personalmente a sottrarre, dal deposito cartografico della caserma, le carte topografiche utilizzate poi dalle formazioni partigiane nel bolognese. La sua abitazione a Porta d'Azeglio divenne base partigiana intermedia.
La lotta partigiana da un lato, la partecipazione al dibattito e all'elaborazione culturale dall'altro nel Gruppo intellettuali Antonio Labriola lo portarono da posizioni liberal-azioniste a scelte marxiste e all'adesione al PCI.
Dopo la costituzione del CUMER, gli fu affidata da Ilio Barontini l'intendenza regionale compito questo che riuscì ad assolvere per l'apporto «soprattutto degli operai, dei contadini dell'Emilia [che] costituirono la vera e inesauribile intendenza partigiana».
Riconosciuto partigiano nel CUMER con il grado di capitano dall’1 aprile 1944 alla Liberazione. Testimonianza in RB1. Ha pubblicato: Gli anni del gruppo Labriola, in «Emilia», VII, nn. 8-9,1955; La grande Emilia, in Il secondo Risorgimento d’Italia, Milano, 1955, pp.199-217; “Tempi nuovi”, Periodico del Gruppo intellettuali Antonio Labriola, 1944-1946, Bologna, Ponte Nuovo, 1996, pp.XXIV+332; I distintivi all’occhiello. Le disavventure di un sopravvissuto a due ideologie, Roma, Carocci, 2000, pp.216. [AQ]