Fanteria - 41° e 42° reggimento, brigata Modena

Fanteria - 41° e 42° reggimento, brigata Modena

Scheda

La Brigata riunisce i battaglioni del 41° Fanteria, di stanza a Savona, e del 42° Fanteria, di stanza a Genova.

Anno 1915
Agli ordini dell'8a divisione la Brigata è radunata alla fine di maggio tra Sanguarzo e San Quirico, in Friuli. Da lì, nel contesto più generale dello sbalzo iniziale, risale la valle del Natisone fino ad occupare Staro Stelo e Robic (nei pressi di Caporetto). Passato l'Isonzo, la "Modena" comincia il suo attacco alla barriera montana formata dal massiccio Sleme-Mrzli: preso possesso delle pendici di quest'ultimo, la solidità delle posizioni nemiche impedisce di progredire oltre. Dopo un periodo di servizio in linea prestato in diversi punti del fronte e la partecipazione ad alcune azioni contro il Monte Rosso ed il costone di Luznica, i due reggimenti sono chiamati nell'agosto a riprendere l'azione in questo settore. Gli obiettivi sono costituiti sempre dal fronte Sleme-Mrzli: il 42° reggimento, impegnato nell'attacco allo Sleme, irrompe il 19 agosto sulle linee nemiche, ma è costretto dopo poche ore a lasciare le posizioni appena conquistate, per via del tiro dell'artiglieria austriaca e del terreno reso impraticabile dalla pioggia.
Nel corso della III battaglia dell'Isonzo la "Modena" continua ad essere impegnata contro il Monte Mrzli, mentre durante la IV il suo impiego è limitato ad azioni dimostrative.

Anno 1916
Fino alla seconda metà di maggio la Brigata è chiamata a presidiare le prime linee del settore dello Sleme e di quello compreso tra il Monte Vodil e Dolje (a nordovest di Tolmino), prima di essere tradotta a Vicenza alle dipendenze della 32a divisione.
All'inizio di giugno, a più di due settimane dal lancio della Strafexpedition voluta dal Capo di Stato Maggiore austriaco, gli uomini della "Modena" sono stanziati in Val Canaglia (nel Vicentino), al fine di arginare lo sfondamento nemico: a stento il loro tentativo di raggiungere la pianura è fermato sul tratto compreso fra i Monti Busibollo e Paù. Dopo alcuni spostamenti, a metà del mese il 41° e 42° sono impegnati tra il Monte Zovetto e Val Magnaboschi (nei pressi di Roana), con il compito di difenderli ad oltranza: a costo di sensibilissime perdite, il nemico è rintuzzato ed il 25 giugno comincia il suo ripiegamento. La Brigata è subito lanciata alla controffensiva: gli austriaci sono inseguiti fino a Cesuna, dove viene occupata parte della Val d'Assa. Là gli uomini della "Modena" sono stanziati fino alla metà di agosto, quando viene ordinato la loro messa a riposo presso Cormons.
In vista dell'VIII battaglia dell'Isonzo, la Brigata è assegnata alla 33a divisione: il 25 settembre è dislocata in prima linea verso quota 208, nei pressi di Doberdò del Lago, suo obiettivo all'inizio dello scontro. Il combattimento è furioso: la "Modena" conquista le posizioni nemiche, perdendo più di 1600 uomini, ma catturando contestualmente oltre 1200 austriaci. Sostituita in linea, per tutto il resto del mese rimane a riposo nei pressi di Ala e Avio, nel trentino.
Nel novembre, i reggimenti sono spostati più volte, rimanendo comunque sempre in linea (alle dipendenze della 6a divisione).

Anno 1917
La prima metà dell'anno vede la Brigata sempre impegnata nella Valle del Chiese, fino al suo dislocamento, nella seconda metà di luglio, nuovamente sul fronte isontino. Assegnata alla 59a divisione, è schierata nel settore di Vrtojba (a sudest di Gorizia) in vista dell'imminente offensiva verso l'Altipiano della Bainsizza. Dopo una settimana di combattimenti infruttuosi, a causa delle gravi perdite riportate nell'organico la Brigata è messa a riposo, quindi riordinata prima di essere affidata al comando della 48a divisione. Fatta stanziare nelle trincee del settore di San Marco, vi permane fino alla fine di settembre, quando guadagna un nuovo periodo di riposo.
Chiamata a coprire il settore di Vrtojba il 21 ottobre, la Brigata è coinvolta nel ripiegamento della III Armata a seguito della rotta di Caporetto: passato l'Isonzo all'altezza di Gorizia, tiene quella posizione prima di ripiegare su Talmassons e Bicinicco. Ad inizio novembre supera il Tagliamento all'altezza di Madrisio, giungendo quindi l'8 a Murelle, nei pressi di Padova. A metà del mese costituisce là una linea di osservazione per impedire sconfinamenti nemici in Valsugana, mentre a fine mese deve difendere lo sbarramento in Val Brenta.
Alla metà di dicembre, la Brigata è stanziata nelle trincee di Monte Asolone, alle dipendenze della 50a divisione: qui è impegnata in cruenti scontri col nemico che assale le sue linee di difesa, ma la forza soverchiante avversaria la costringe a ripiegare da quota 1476, che cade così nelle mani degli austriaci. Il risultato di questi tre giorni di scontri è per la "Modena" una carneficina: 2613 i caduti, di cui 76 ufficiali. Il 21 dicembre i superstiti sono sostituiti in linea: essi raggiungono Romano Alto, nei pressi di Bassano, per un periodo di riposo e di riordinamento.

Anno 1918
A fine gennaio gli uomini della "Modena" vengono dislocati nel settore orientale del Monte Grappa, poi tra l'aprile e la metà del maggio sono impegnati sul Monte Pertica. La Brigata è nel giugno nuovamente tradotta sul Grappa, in vista dell'ultima offensiva austriaca. Il 15 lo Stato Maggiore austriaco lancia l'«operazione Radetzky», nota grazie al servizio di controspionaggio italiano nelle sue grandi linee: intensi bombardamenti precedono l'attacco nemico sconvolgendo le linee di difesa, e l'urto delle armate del generale Conrad obbliga la "Modena" a ripiegare in Val dei Lebi. La difesa sul secondo sistema di trincee regge e il 16 giugno reparti del 41° riescono a condurre un fruttuoso contrattacco che porta al recupero di gran parte del terreno perduto, nonché alla cattura di prigionieri e materiale nemico. Negli ultimi scampoli della battaglia parte del 41° reggimento concorre ad un'azione dimostrativa sul Monte Pertica, che impedisce il trasferimento di truppe austriache sul fronte del Piave, dove l'equilibrio pende a favore delle forze italiane.
Tradotta a riposo alla fine del mese di giugno, a metà del luglio il 41° è impegnato sulla linea quota 1581 – Malga Valpore di Fondo (nei pressi del Grappa): un suo attacco contro il «Roccolo» frutta la conquista della posizione e la cattura di un centinaio di prigionieri.
Nuovamente dislocata sul Monte Grappa nella seconda metà di agosto, la Brigata riesce brillantemente a difendere la posizione da ripetuti attacchi nemici. A metà di settembre, in occasione di un'azione nella regione del «Roccolo», la "Modena" subisce gravi perdite, e il 23 passa quindi a riposo nei pressi di Crespano del Grappa.
In occasione dell'ultima battaglia, a Vittorio Veneto, la Brigata è tradotta nelle trincee nel settore del Monte Pertica, dove viene ripresa quota 1549 al nemico. Passata quindi alle dipendenze della 22a divisione, la "Modena", pur non essendo direttamente impiegata in combattimento, è presa di mira da un logorante tiro d'artiglieria che provoca numerose perdite tra le sue fila. A fine ottobre gli uomini si lanciano all'inseguimento del nemico in ritirata, riuscendo a disperderlo e a conquistargli diverso materiale. Alla Brigata giunge notizia della firma dell'armistizio in località Fiera di Primiero, nel Trentino.

Andrea Spicciarelli

FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. II, Roma, Libreria dello Stato 1925, pp. 255-260

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Brigata Modena - 41° e 42° Fanteria
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Ministero della guerra, Stato maggiore centrale, Ufficio storico,
Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918,
Roma, Libreria dello Stato, 1924-1929
8 volumi