Fanteria - 223° e 224° reggimento, brigata Etna

Scheda

Costituita nel dicembre 1915 dai depositi del 6° e 75° Fanteria.

Anno 1916
La Brigata è inizialmente dislocata in Carnia, dove tra Enemonzo ed Ampezzo è impegnata in un periodo di esercitazioni. Al lancio della «spedizione punitiva» austriaca nel Trentino, la Brigata è chiamata all'azione: il 23 maggio giunge nel Vicentino (Val Chiana) nella zona compresa tra Campo di Mezzavia e le pendici di Cima Ekar. Là, alle dipendenze della 28a divisione, è riserva del XIV Corpo d'Armata. Dal 25 gli uomini sono in linea per difendere il tratto di fronte che dalla Cima Ekar, passando per il Col del Rosso, arriva al Buso. A causa della pressione nemica, la divisione è costretta a ripiegare nella notte del 28 maggio verso la Val Chiana, sulla linea marginale dell'Altipiano dei Sette Comuni: ora la Brigata assume la difesa del fronte fra Turcio ed il Monte Melaghetto, della dorsale compresa tra Col del Rosso e il Buso, estendendo poi il giorno successivo il controllo al tratto che dalla Malga Stenfle giunge al Monte Zomo (nei pressi di Gallio). Il 30 maggio gli austriaci minacciano lo sfondamento del fronte retto dalla "Etna", che riceve l'ordine di serrare le fila sul tratto che da quota 1312 del Monte Valbella giunge alla Val Frenzela, e nei posti avanzati tra Monte Sisemol e Monte Longara. Tra il 1° e il 10 giugno alcuni reparti della Brigata sono costretti a ripiegare di fronte all'avanzata austriaca: fallito in parte un tentativo di contrastare quest'offensiva, la "Etna" rafforza le sue posizioni attorno al costone di «Le Fol». Durante questo tentativo di ostacolare il nemico, il 10 giugno cade il comandante di Brigata, il Maggiore Generale Marcello Prestinari. Il 15 giugno gli uomini sono inviati a riposo a Grantorto, nel Padovano.
Alla fine di luglio la truppa è trasferita sul fronte isontino, in vista della Battaglia per Gorizia (VI battaglia dell'Isonzo). Dislocata a Cà delle Vallade, sopra Cormons, il 6 agosto è operativa nel settore compreso tra Cà delle Vallade e Medana (Slovenia). Alcuni reparti della "Etna" vengono assegnati alla 24a divisione, che si porta nella valletta ad ovest di Snesatno (a sud di Quisca / Kojsko; indicato come Snezatno sul riassunto dell'Ufficio Storico), altri sono invece affidati alla Brigata "Lambro", che dal settore del «Lenzuolo Bianco» raggiunge San Floriano del Collio. Gli uomini si distinguono onorevolmente durante i combattimenti: impegnati dal 6 al 12 agosto in un'avanzata che li vede arrivare oltre Castagnevizza del Carso (sl. Kostanjevica na Krasu), per il valore dimostrato ottengono la concessione della medaglia d'argento alle Bandiere dei loro reggimenti.
Anche dopo il loro impegno in battaglia, il 223° ed il 224° continuano ad operare divisi: solo il 26 agosto la Brigata si riunisce nuovamente, quando viene inviata di riposo a Subida (nei pressi di Cormons).
Nella seconda metà di settembre la "Etna" torna operativa per presidiare le posizioni antistanti Gorizia, comprese fra la riva sinistra del torrente Corno e Casa Rossa. Alla fine di ottobre, gli uomini sono chiamati a coadiuvare la 43a divisione nella conquista del settore limitrofo alle pendici di Belpoggio: dopo una tenace avanzata, la Brigata riesce a conquistare il suo obiettivo, la cosiddetta «trincea blindata». A metà del novembre la truppa è sostituita dagli uomini della "Genova", ed inviata di riposo presso Valerisce, sotto San Floriano del Collio.
Ad inizio dicembre il 224° è trasferito a Gorizia, come riserva di Corpo d'Armata, e dal 10 è operativo nella zona del Monte San Marco, dove trascorre quel che resta dell'anno.

Anno 1917
A metà del gennaio il 223°, poi raggiunto dal suo reggimento fratello, è trasferito a Caporetto (sl. Kobarid). Esso comincia ad operare nel settore compreso tra Monte Nero (sl. Monte Krn) e la selletta Kozljak. Dalla metà di agosto i due reggimenti concorrono, con obiettivi diversi, alla ripresa della nostra offensiva nel settore del Monte Mrzli (parte del bastione Monte Nero-Vodil).
Il 24 ottobre gli Imperi Centrali lanciano la loro offensiva oltre l'Isonzo (sl. Soča), e gli uomini della "Etna" ne sono travolti in pieno: essi resistono strenuamente sul Monte Rosso, sulla selletta Soza e sul Monte Sleme, ma alla fine sono sopraffatti dal nemico e da esso catturati. I pochi superstiti ripiegano e, attraversata Dresenza (sl. Drežnica), passano la Soča, giungendo il 13 novembre nella zona di Spessa (sotto Cividale del Friuli). Qui la Brigata viene disciolta.

Andrea Spicciarelli

FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. VII, Roma, Libreria dello Stato 1928, pp. 167-173

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Brigata Etna - 223° e 224° Fanteria
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Ministero della guerra, Stato maggiore centrale, Ufficio storico,
Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918,
Roma, Libreria dello Stato, 1924-1929
8 volumi