Fanteria - 17° e 18° reggimento, brigata Acqui

Fanteria - 17° e 18° reggimento, brigata Acqui

Scheda

Partita il 21 maggio 1915 dalle sedi di pace, Ascoli Piceno per il 17°, Chieti per il 18°, il 7 giugno la Brigata passa l'Isonzo sul ponte di Pieris, trasferendosi a Turriaco.
Iniziate le operazioni per la conquista del margine dell'altipiano Carsico (Primo sbalzo offensivo, 25 maggio-26 giugno), vi partecipa occupando stabilmente il paese di S. Pietro d'Isonzo, al prezzo di 400 soldati fuori combattimento. Nelle successive settimane continua la lenta avanzata con obiettivo le cave di Selz e Vermegliano, raggiunte dal 17° fanteria durante la Seconda battaglia dell'Isonzo (18 luglio-3 agosto), mentre il 18° conquista la quota 45 ad est di Vermegliano, affermandosi sul bordo del pianoro Carsico. Dopo un breve periodo di riposo, la Brigata torna in linea per la Terza battaglia dell'Isonzo (18 ottobre-4 novembre), obiettivi il monte Sei Busi (quota 118) e le alture ad est di Vermegliano. Il 21 ottobre, il 17°, al prezzo di gravi sacrifici, ottiene alcuni successi a sud della q.118; il 18°, che attacca lungo la strada per Doberdò, sorprende i difensori della trincea detta della morte, conquistandola e facendo prigionieri. Ma il contrattacco nemico è immediato e le posizioni debbono essere abbandonate, sul terreno rimangono 650 uomini. Un ulteriore tentativo verso il Sei Busi, operato da tre compagnie del 17° il giorno 29 ottobre, si infrange contro il tiro di interdizione dell'artiglieria nemica; le perdite sono attorno al 60% degli effettivi. Fortemente indebolita la Brigata passa nelle retrovie a riposo, sino alla fine del 1915. Destinata nuovamente al settore di Selz, il 21 marzo 1916 torna in prima linea ed il giorno 27 opera contro una trincea blindata che sbarrava l'accesso al valloncello di Selz; dopo alcuni giorni di combattimenti solo una parte dell'obiettivo cade nelle mani del 18° fanteria, per completare la conquista la lotta si riaccende il 22 aprile e nel pomeriggio del giorno successivo l'esito è finalmente favorevole. Durante la notte, tutta l'artiglieria austro ungarica sul Carso concentra un fuoco di distruzione sulle posizioni tenute dalla Acqui, all'alba truppe scelte nemiche attaccano alla baionetta, la difesa è in quei frangenti impossibile ed i sopravvissuti abbandonano la posizione rientrando alle linee di partenza. Iniziatasi la temuta spedizione punitiva sul Trentino, la Strafexpedition, la Brigata viene inviata di rinforzo alle truppe operanti sull'altipiano d'Asiago; il 22 giugno attacca il nemico schierato sulla linea monte Catz-Rasta-Interrotto, l'azione prosegue con fasi alterne sino al 24 luglio poi deve cessare per esaurimento delle riserve e delle munizioni: solo il monte Catz viene conquistato stabilmente. La Acqui rimane in Trentino sino a novembre 1916, quindi torna nel settore di Monfalcone, schierata tra la ferrovia e la palude del Lisert, dietro alle officine Adria. Partecipa alla Decima battaglia dell'Isonzo (12 maggio-8 giugno 1917), come riserva della Brigata Bologna che opera contro le difese nemiche di Castagnevizza; chiamato in prima linea, il 17°, in concorso con le truppe della Brigata Cosenza, partecipa alle operazioni contro il saliente di Hudi Log sino alla linea di quota 213-232, mentre il 18° fanteria, assieme alla Brigata Lambro, ottiene modesti successi ad est delle dette quote. Le perdite subite ammontano a circa 2000 uomini, la Brigata viene inviata a Fogliano per riordinarsi. In agosto, mentre a nord di Gorizia sono in corso le operazioni contro gli altipiani di Ternova e della Bainsizza ( Undicesima battaglia dell'Isonzo, 17 agosto-12 settembre 1917), la Acqui è incaricata della conquista della linea nemica fra le quote 244, Castagnevizza, e 220, Pod Koriti; l'assalto avviene praticamente alla baionetta, la quota 220 cade il 21 agosto, l'atteso contrattacco nemico, preceduto dal tiro dell'artiglieria e condotto con numerose mitragliatrici, pur respinto, costa alla Brigata 1600 uomini fuori combattimento. Quando inizia l'offensiva austro tedesca, il 24 ottobre 1917, nota come Caporetto, la Brigata è ancora nel settore di Castagnevizza. Avuto l'ordine di ripiegamento, sempre combattendo, si ritira sul Tagliamento all'altezza dei ponti di Madrisio ed impedisce al nemico il passaggio del fiume sino al 4 novembre, quando, ormai decimata, prosegue per il Piave che raggiunge il giorno 6. Del 18° fanteria sono rimasti 2000 uomini, del 17° solo 650. Nel febbraio del 1918, la Brigata Acqui, ricostituita negli uomini e nei mezzi, è trasferita nel settore di Val Posina, alle dipendenze della 32° divisione, prendendo posizione sul Novegno ed il Pria Forà, dove rimane sino ad ottobre. Nel corso della battaglia di Vittorio Veneto (24 ottobre-4 novembre 1918), la Brigata raggiunge l'Adige ad Ala, il 3 novembre occupa Rovereto ed il giorno 4 entra trionfalmente in Trento liberata.
Durante i 42 mesi di guerra, vennero concesse alle Bandiere di Guerra dei due reggimenti, per l'eroico comportamento tenuto sotto il fuoco nemico, una Medaglia d'Argento e due di Bronzo, costate 12700 soldati ed ufficiali fuori combattimento.
Paolo Antolini

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Documenti
Brigata Acqui - 17° e 18° Fanteria
Tipo: PDF Dimensione: 547.09 Kb
Movimenti della Brigata Acqui
Tipo: PDF Dimensione: 53.89 Kb
Movimenti della Brigata Acqui, 17° e 18° reggimento fanteria, sui fronti di guerra.
Fucilazioni sommarie
Tipo: PDF Dimensione: 187.82 Kb
Le fucilazioni sommarie nella Prima guerra mondiale
Bibliografia
Riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-18: vol. I, Brigate di fanteria
Ministero della Guerra, Stato Maggiore del R. Esercito, Ufficio Storico
1924 Roma Provveditorato generale dello Stato