Fanteria - 123° e 124° reggimento, brigata Chieti

Scheda

Costituita nel marzo 1915 dai depositi del 13° e 18° Fanteria.

Anno 1915
La Brigata è inviata ad inizio giugno nella zona di Peschiera, quindi tra Pozzolengo e San Martino della Battaglia (sul Lago di Garda) dove fino al 20 luglio si dedica ad un periodo di esercitazioni. Pochi giorni dopo la "Chieti" è trasferita fra Ruda e Pascolet, in Friuli, sotto il comando della 19a divisione: il 28 luglio è in linea ad ovest di Fogliano Redipuglia. Operativa fino al 6 agosto, a testimonianza dello sforzo profuso in combattimento – che frutta la conquista della cosiddetta «trincea delle frasche» – vi sono gli oltre 2600 caduti tra gregari ed ufficiali. Passata agli ordini della 25a divisione, la Brigata rimane nelle posizioni acquisite finché non viene sostituita dalla "Bologna", l'8 settembre: mandata quindi a riposo tra Scodovacca e Perteole (poco oltre Cervignano del Friuli), gli uomini tornano in linea tra le quote 118 e 100 ad est di Polazzo, nel Goriziano. Tra il 28 ottobre e l'11 novembre sono impegnati in diverse sortite soprattutto contro le trincee dette «dei sassi rossi» e «ad ipsilon»: in particolare, la conquista di parte di quest'ultima costa alla truppa la perdita di oltre 2300 uomini.
Il 20 novembre la Brigata è sostituta dalla "Barletta" ed è inviata a riposo oltre il fiume Torre, a Campolongo; dopo tre settimane abbondanti è di nuovo in linea occupando le consuete posizioni, continuando nell'opera di sistemazione della linea e conducendo ulteriori puntate contro il nemico.

Anno 1916
Dall'inizio dell'anno fino all'agosto la "Chieti" si alterna con la Brigata "Barletta" fra il tratto di fronte compreso tra Polazzo e Redipuglia e la zona di riposo attorno a Perteole. Il 4 agosto, in vista dell'offensiva italiana verso Gorizia, la preparazione alla battaglia ha inizio con il tiro dell'artiglieria e diverse sortite in campo nemico, alle quali partecipano anche reparti del 123° reggimento. Il 10 agosto, poiché le operazioni su questo fronte stavano dando esito felice, si presume che il nemico sgomberi le sue posizioni: la Brigata è quindi inviata dapprima verso Doberdò del Lago (presso quota 116) e poi verso il margine orientale del Vallone di Doberdò. I reparti avanzati trovano le prime forti resistenze sulle alture di Mikoli e a nordovest del Crni Hrib (it. Colle Nero), quest'ultimo conquistato dal III battaglione del 124° che riceve anche un'espressione di compiacimento da parte del Re Vittorio Emanuele III – il quale seguiva l'evolversi della battaglia da un osservatorio sul Carso. Il 12 agosto la Brigata, data una minore pressione da parte del nemico, avanza verso quota 208 nord, dove incontra nuove resistenze delle quali non riesce ad avere ragione. Da metà giugno sino al 27 la truppa svolge attività di pattuglia finché, sostituita dalla "Salerno", non si reca di riposo nei pressi di Perteole, passando sotto il comando della 34a divisione.
A metà settembre gli uomini sono di nuovo operativi nel tratto compreso tra Lukatic (it. Lucati) e quota 238, ma gli sforzi non corrispondono ai quasi nulli vantaggi territoriali acquisiti. Il 6 ottobre la Brigata è inviata a riposo presso San Vito al Torre quindi, a metà del mese, gli uomini sono tradotti a Vobarno, nel Bresciano. Il 29 settembre, destinati a sostituire la "Valtellina", entrano a far parte della 6a divisione divenendo operativi nel settore delle Prealpi Giudicarie, nel tratto compreso tra Monte Melino e Monte dei Pini. Qui, in relativa tranquillità, trascorrono ciò che rimane dell'anno.

Anno 1917
La Brigata trascorre l'intero anno presidiando il settore delle Giudicarie. Gli uomini si alternano tra attività di pattuglia e colpi di mano contro le posizioni nemiche, cercando di resistere ai conseguenti contrattacchi avversari.

Anno 1918
La Brigata viene rilevata dagli uomini della "Siena" ai primi di aprile: raccoltasi nella zona meridionale del Lago d'Idro, attende fra il 14 e il 22 un periodo di riordino nel settore compreso tra Odolo, Barghe e Preseglie (nel Bresciano). La truppa è quindi tradotta nuovamente nelle Prealpi Giudicarie, sulla linea di fronte compresa tra la Val Croina ed il Monte Melino.
Dal 15 giugno i Comandi degli Imperi Centrali lanciano la loro ultima grande offensiva sul fronte del Piave: per quanto riguarda il settore delle Giudicarie, qui si registra solamente un aumento del tiro d'artiglieria. Fino agli inizi di agosto, la "Chieti" continua nella sua azione di vigilanza, prodigandosi anche in qualche sortita verso le posizioni nemiche. Sostituita il 5 agosto, dopo un primo trasferimento a sud del Lago d'Idro, a metà del settembre è a San Bonifacio, nel Veronese, quindi nel Vicentino tra San Germano dei Berici, Villa del Ferro e Spessa. A fine mese è fra Thiene e Chiuppano per rilevare le truppe della Brigata "Casale", mentre dal 1° novembre è operativa tra il Monte Cimone di Tonezza e la Val d'Astico, al posto degli uomini della "Acqui". Il 2 novembre, presumendo che dopo la rotta del Piave gli austriaci stiano per cedere anche nel settore degli Altipiani, reparti della Brigata riescono, superata Pedescala, a catturare il presidio del Monte Cimone, puntando quindi su Tonezza. La sera stessa il 123° giunge a Lastebasse, mentre due battaglioni del 124° entrano nell'Altipiano di Tonezza. Il giorno successivo la "Chieti" marcia su Vattaro, quindi raggiunge Mattarello. Il 4 novembre la Brigata, che stava per giungere a Trento, ha l'ordine di riunirsi alla 6a divisione tra Vattaro e Vigolo Vattaro (a sudovest del Lago di Caldonazzo), mentre il II battaglione del 123°, in avanguardia, ha l'onore di far parte delle truppe italiane che per prime entrano nella Trento redenta.

Andrea Spicciarelli

FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. VI, Roma, Libreria dello Stato 1927, pp. 177-182

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Eventi

Persone

Documenti
Brigata Chieti - 123° e 124° Fanteria
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Ministero della guerra, Stato maggiore centrale, Ufficio storico,
Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918,
Roma, Libreria dello Stato, 1924-1929
8 volumi

Funzione delle trincee
Tipo: PDF Dimensione: 151.80 Kb

Paolo Antolini, La funzione delle trincee. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.