De Pisis Filippo

De Pisis Filippo

11 Maggio 1896 - 2 Aprile 1956

Note sintetiche

Scheda

La fama di Luigi Filippo Tibertelli, detto Filippo de Pisis, è legata alla pittura: egli fu uno tra i maggiori interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento, spirito multiforme e sensibile, dalla vasta e profonda cultura, scrittore e poeta. Il suo pseudonimo si ispira a un suo antenato illustre, il capitano di ventura Filippo da Pisa, che fu al servizio degli Estensi. Egli nacque a Ferrara l’11 maggio 1896, da Giuseppina Donini e da Ermanno.

Il suo nome è legato a San Lazzaro perché nel 1916 il giovane poeta, che coltiva un grande interesse per la botanica, pubblica a spese della madre una sua prima raccolta poetica, I Canti de la Croara, concepita durante passeggiate ed escursioni finalizzate anche al raccolta e alla catalogazione di piante sulle prime colline bolognesi. L’opera ebbe la prefazione di Corrado Govoni che vi scisse: “il più umile filo d’era vale immensamente più del più grande uomo”. In questi luoghi Filippo trascorreva suggestivi soggiorni estivi, cogliendo il miracolo e l’incanto del mondo vegetale, mentre i lontani campi di battaglia della guerra mondiale rendevano fragile la vita degli uomini. Già negli anni precedenti Filippo aveva frequentato il Bolognese, soggiornando presso i Donini, parenti di parte materna, proprietari di una bella villa, impreziosita da affreschi del Guardassoni e da decorazioni del Samoggia, e da un’ampia tenuta agricola a Longara, non distante dalla chiesa parrocchiale. Egli sostò alla Croara nel 1913 e nell’estate del 1915, quando con la famiglia trascorse l’estate a villa Pallavicini, località di cui il giovane celebrò i dirupi, le selve, i campi di grano, orti, fattorie, cavalli, rondini, cicale… La villa, acquistata qualche tempo prima dalla contessa Carmelita Cagnola ved. Zucchini venne affittata “con mobili, oggetti e libri e quanto conteneva” ai marchesi Tibertelli, parenti della proprietaria. I Canti de la Croara sono dedicati “alla memoria sacra di Giovanni Pascoli”, un poeta che egli ama e che ha formato la sua gioventù. Si tratta di brevi componimenti che riguardano le sue sensazioni di fronte alla bellezza della natura. È un’opera prima piuttosto acerba, di un pascolismo talvolta esasperato, ma con momenti di singolare intensità, in cui il paesaggio della Croara stimola emozioni e sensazioni che lasciano presagire in qualche modo la freschezza luminosa che caratterizzerà in futuro la pittura di de Pisis.

Francisco Giordano, Gennaio 2013.

Testo: Francisco Giordano, in: Di buona fama, a cura di Francisco Giordano, in «Quaderni del Savena», ed. Clueb, 12, 2012, pp. 57-94. Bibliografia essenziale: San Lazzaro di Savena, la storia, l’ambiente, la cultura, a cura di Werter Romani, Ed. L. Parma, Bologna, 1993; Giorgio Ruggeri, Il pittore della gioia che fugge. Filippo de Pisis (1896-1956), Ed. Galleria Marescalchi, Bologna, 1979; Claudia Gian Ferrari, De Pisis. Miti e mete(1896-1956), Ed. Mazzotta, Milano, 1987; Paola Roncarati – Rossella Marcucci, Filippo de Pisis botanico flaneur, Ed. Leo S. Olschki, Firenze, 2012.

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