Date alla Patria

Date alla Patria

1916

Scheda

Per prima la Banca d'Italia usa il tema iconografico diffusissimo nei manifesti dei Prestiti, quello della Vittoria alata. Si erge maestosa la figura alata riprodotta sul manifesto firmato da Ugo Finozzi (1874 - 1932). Un'immagine che rappresentò uno degli elementi portanti del linguaggio celebrativo e simbolico impiegato nei monumenti ai caduti italiani della Prima Guerra Mondiale. Iconograficamente proveniente dai modelli classici, come di tradizione, viene raffigurata la giovane donna alata vestita all'antica, tesa a spiccare il volo. Avanza con il piede sinistro mentre rimane arretrato quello destro, a volte poggiati su un piccolo globo - come si evince nel manifesto assai più affascinante del 1917 di Borgoni in cui la figura allegorica dell'Italia tiene in mano la Vittoria - ma invece qui posti su un piedistallo come un monumento in cui si legge Date alla Patria (145 x 105 cm), una messaggio che esorta alla sottoscrizione aperta fino al 1 marzo 1916 sul Prestito nazionale 5% netto. La dea possiede grandi ali aperte e indossa una veste la cui stoffa si dispone a campana per effetto del movimento. Caratterizzata da un'acconciatura rigonfia, con il braccio destro proteso regge una corona d'alloro e in quello sinistro piegato porta in mano il vessillo. Fu descritta in maniera alquanto severa da Rubetti che, paragonandola alle scelte di maggiore impatto fino ad allora utilizzate, belle ed efficaci, la considerò “scialba e borghesuccia vittoria alata, violetta e arancione” che “non valeva certo a fermar lo sguardo”.

Gli Italiani però erano abituati alla sua immagine: già presente nei monumenti pubblici risorgimentali ed ampiamente utilizzata a partire nel 1911 per le celebrazioni del cinquantenario dell’Unità d’Italia. Per questo motivo, un numero considerevole di lapidi e monumenti ai caduti della Prima Guerra Mondiale presentano all’interno del proprio apparato iconografico almeno un’immagine di Vittoria alata. Essa rispondeva all'esigenza di adoperare un messaggio formale e immediato che parlasse direttamente al popolo col duplice compito di confortare per il dolore del lutto e costruire una memoria pubblica della guerra. Il terzo Prestito di guerra doveva continuare la sua missione di coinvolgimento dei cittadini. E' alla coscienza civile che bisognava rivolgersi. I mezzi di comunicazione a fronte delle urgenze, delle necessità, dei pericoli diventarono semplici, nuovi, con tratti comuni da paese a paese. Passò in secondo piano la piacevolezza estetica del prodotto grafico. Le finezze sinuose e gli ornati floreali dello stile liberty sarebbero stati del resto fuori luogo quando gli unici obiettivi erano efficacia e rapidità di messaggio. Non si trattava di blandire l'attenzione di un potenziale acquirente ma di richiamare i cittadini al senso di dovere, alla lealtà e all'amore per la patria, coinvolgendo la popolazione e facendola sentire partecipe, rassicurandola da un lato ma responsabilizzandola dall'atro. Non dimenticando che con l'aiuto di tutti la Vittoria ci verrà incontro.

Ornella Chillè

Bibliografia: Maurice Rickards, Manifesti della Prima Guerra Mondiale, Milano 1968; L'oro e il piombo - I prestiti nazionali in Italia nella Grande Guerra, Bollettino del Museo del Risorgimento. Bologna, anno XXXVI, 1991; Marzia Miele, Cesarina Vighy, Manifesti illustrati della grande guerra, Roma 1996; Francesca Grillo. Il Prestito Nazionale nei manifesti della Prima Guerra Mondiale in Grafica d'Arte rivista di storia dell'incisione antica e moderna e storia del disegno, Anno XXI, Aprile-Giugno 2010, numero 82 pp. 18-23; La guerra che verrà non è la prima, (cat. Mostra tenuta a Rovereto nel 2014-2015), Milano 2014; Dario Cimorelli, Anna Villari, La grande guerra. Società, Propaganda, Consenso, mostra tenutasi a Napoli dal 1 aprile al 23 agosto 2015

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Prestito nazionale 5%
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Credito Italiano, Prestito Nazionale 5%, Milano, Romitelli e C., s.d. (1917/18). Con illustrazioni di Antonio Rubino. Collezione privata.

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