Crespellano, (BO)

Crespellano, (BO)

1859 | 1923

Scheda

Crespellano, uno dei comuni che dal 2014 costituisce il nuovo comune di Valsamoggia*, è collocato nella valle del Samoggia, sull'Appennino bolognese. Intorno alla metà dell'Ottocento visse un periodo di sviluppo, con la maggior parte della popolazione impiegata nell'agricoltura, ma con un nascente settore industriale specializzato nel settore tessile e nella lavorazione del legno. Dopo l'Unità Crespellano e i comuni limitrofi si trovarono a vivere un periodo di difficoltà, con ripercussioni anche pesanti sulla vita civile. Questo clima portò ad una breve ma intensa stagione di proteste diffuse in tutta la campagna bolognese, tra cui quella più nota fu la sommossa contro la tassa sul macinato del 1869. All'inizio del Novecento, perdurando la situazione di disagio economico e sociale, si fece sempre più frequente la costituzione di leghe e la manifestazione di comizi e iniziative di protesta, soprattutto da parte di mezzadri e braccianti. Le strade continuavano ad essere inadeguate e l'illuminazione scarsa; ancora diffuse erano miseria, denutrizione e malattie come tubercolosi e tifo. Nel 1911 si costituì a Crespellano una sezione dell'Università popolare che teneva corsi su igiene, storia, letteratura e chimica. Tra 1912 e 1913 fu costruita la Casa del Popolo.

In questo comune fin dagli inizi del secolo si sviluppò l'organizzazione politica dei lavoratori e si accesero lotte sindacali. Nelle leghe si manifestò una vivace presenza femminile. Nel 1912 il socialista Michele Ferri), farmacista, già consigliere all'Amministrazione provinciale di Bologna dal 1910, divenne sindaco. Fu poi riconfermato dopo la consultazione popolare del 1914. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1914, si tennero le elezioni vinte, a Crespellano come a Bologna e in buona parte dei comuni della provincia, dalle liste socialiste. Durante gli anni del conflitto la carica di sindaco fu provvisoriamente trasformata in quella di commissario prefettizio, dato che i membri del consiglio comunale e della giunta erano quasi tutti in servizio al fronte. Dei 5.533 abitanti censiti nel 1911, 125 persero la vita nel conflitto. Il comune pose inizialmente, nel 1919, una lapide sulla chiesa di S. Nicolò; nel 1927 ne fu posta un'altra sulla facciata delle scuole nella frazione di Calcara e infine, nel 1931, fu eretto un monumento ai caduti. Nelle elezioni amministrative del 24 ottobre 1920 per scegliere 16 consiglieri di maggioranza e 4 di minoranza furono presentate due liste, entrambe del PSI. Gli aventi diritto al voto erano 1.525; votarono in 1.181 (77,4%). Il consiglio comunale, composto solo da socialisti, si insediò il 15 dicembre successivo e rielesse a sindaco il Ferro. I consiglieri furono oggetto di ripetute aggressioni e minacce da parte dei fascisti. Il sindaco annunciò le proprie dimissioni il 4 aprile 1921, ma il consiglio le respinse il giorno 16. All'uscita dal municipio i consiglieri vennero singolarmente aggrediti e minacciati da un nutrito gruppo di squadristi che intendevano reprimere con la violenza la riconferma del primo cittadino considerata, come in effetti era, un atto di decisa protesta. Il 28 aprile il sindaco riconfermò le dimissioni e il 12 maggio il consiglio comunale venne sciolto. Le minacce contro gli ex eletti vennero continuate anche dopo le loro dimissioni. Nel 1921 e nel 1922, venne attaccata dai fascisti la Casa del popolo di Calcara per ben 4 volte, data la consistente opposizione dei lavoratori. Nel corso della terza aggressione, tentarono pure di incendiarla. Due volte fu attaccata quella di Crespellano con ripetute minacce ai dirigenti politici ed ai gestori. Nel giugno 1922 i due edifici vennero illegalmente e permanentemente occupati dai fascisti. Il 10 dicembre 1922 i fascisti, presentatisi da soli alle nuove elezioni amministrative, accedettero al comune. Aprirono la strada ai Podestà. Le violenze continuarono in più direzioni. Nel febbraio 1923 i "fascisti uccidono il mendicante settantenne Mazzetti Enrico di Poggio del Voglio perché, arrestato per questua, non voleva essere portato in caserma. Per mascherare il delitto pongono il cadavere sul binario della ferrovia" (Matteotti, 57).

Il Comune viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "CRESPELLANO (4988 ab.). Il territorio di questo cospicuo Comune si stende sulla riva destra della Samoggia, parte in piano e parte in colle, occupando una superficie censita di 3636 ettari. Il Comune è frazionato in piccoli villaggi o parrocchie, delle quali le maggiori dono quelle di Crespellano, Calcara e Pragatto. – Crespellano (64 m. sul mare) è una piccola borgata di oltre 600 abitanti, in posizione ridente, presso la interprovinciale Bologna-Modena per Bazzano ed ha carattere moderno, senza peraltro presentare cose notevoli. Il Comune è provveduto di buone scuole e di istituzioni benefiche. Il territorio di Crespellano, specie la parte in pianura, è fertilissimo: produce cereali, canapa, ortaglie, viti, foraggi ed è popolato di belle masserie e di case di villeggiatura. Importante è in luogo l’allevamento del bestiame da stalla e da cortile ed unica industria del luogo, fuori della produzione di ottimi latticini, è la lavorazione casalinga della canapa, cardatura, filatura e tessitura, praticata esclusivamente dalle donne. CENNO STORICO. – Il nome di Crespellano e delle sue ville è ricordato frequenti volte nelle cronache bolognesi del periodo comunale. Quivi i Bolognesi tenevano con forte presidio un castello, che fu di sovente oppugnato dai Modenesi, ai quali una volta gli abitanti di Pragatto opposero fierissima resistenza." (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti).

NB: Gli elenchi dei NATI, MORTI e RESIDENTI si riferiscono ai Caduti nella Prima Guerra Mondiale. Bibliografia: L. Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese, Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998; Crespellano e la sua storia, a cura di Werther Romani, Bologna, Edizioni Aspasia, 2009 *Il Comune di Valsamoggia è nato il 1 gennaio 2014 dalla fusione di cinque ex-comuni: Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno.

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1919 – 1920 | Il biennio rosso
1919 – 1920 | Il biennio rosso

Nelle campagne bolognesi lo scontro si fa violento all’incrocio tra rivendicazioni sociali e ostilità di classe. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

Documenti
Antifascismo e lotta di Liberazione
Tipo: PDF Dimensione: 17.01 Mb

Luigi Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel bolognese Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998

Offerte al Municipio di Bologna
Tipo: PDF Dimensione: 10.40 Mb

Nota delle offerte fatte al Municipio di Bologna dal dì 12 aprile al 30 giugno 1848, Bologna, Tipografia Sassi nelle Spaderie, 1848. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa

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