Creda

Creda

Scheda

A Creda, in una grande casa colonica, abitano due famiglie di contadini: quella di Augusto Cardi e quella di Giuseppe Righi. In più ci sono cinque o sei famiglie e molte altre persone alloggiate nella casa e nel ricovero degli attrezzi agricoli, nei locali che servono da scuola e in una vecchia fornace di mattoni. I nuovi inquilini, provenienti da Pioppe, Sibano e Salvaro, si sono rifugiati a Creda nella speranza di trovare riparo dai bombardamenti che colpiscono insistentemente la valle del Reno, in particolare la canapiera di Pioppe, e di essere più al sicuro all’interno della zona partigiana.

Il 29 settembre 1944 gli abitanti di Creda vengono svegliati dall’arrivo dei soldati tedeschi e poi ammassati dentro il portico utilizzato come rimessa per i carri agricoli. In tutto sono un’ottantina di persone, tra cui numerose donne e bambini. I soldati collocano davanti ai prigionieri un barroccio con sopra una mitraglia, che cominciano lentamente a preparare. Improvvisamente un segnale rosso attraversa il cielo e i soldati iniziano a sparare e a lanciare bombe a mano. Poi incendiano il fienile sopra la rimessa e danno fuoco a un mucchio di foglie di frumentone. Attraverso una porticina in fondo al portico alcuni scappano nella stalla. I tedeschi mitragliano e lanciano bombe e anche la stalla prende fuoco. Gli animali feriti si dimenano, i muggiti si confondono con le urla strazianti dei feriti. Coloro che ancora si muovono sotto i carri agricoli vengono freddati. Chi tenta di fuggire nel bosco viene raggiunto dalle pallottole: così muore Emilio Gandolfi. Attilio Comastri, ferito, si salva perché il corpo esanime della moglie Ines Gandolfi gli fa da scudo. Scampato alla carneficina vaga per diversi giorni nel bosco, poi riesce a passare il fronte. Perde, oltre la moglie, la figlioletta Bianca, di due anni, e la sorella Marcellina. Anche Carlo Cardi riesce a salvarsi, ma ha la famiglia sterminata; tra i morti anche Valter Cardi, di soli 14 giorni, il più piccolo tra i bambini uccisi negli eccidi di Monte Sole. La stessa sorte subiscono le famiglie Gandolfi, Lolli, Macchelli e Medici. È testimoniata la presenza, insieme ai tedeschi, di italiani, in particolare di una spia che si era in precedenza infiltrata tra i partigiani.

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Monte Sole da Il Resto del Carlino
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I fatti di Monte Sole - Strage di Marzabotto descritti in data 11 ottobre 1944 dal quotidiano Il Resto del Carlino di Bologna.

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