Collamarini Edoardo

Collamarini Edoardo

13 Settembre 1863 - 25 Settembre 1928

Note sintetiche

Occupazione: Architetto

Scheda

Edoardo Collamarini (Bologna, 1863 - ivi 1928), amico di Carducci e allievo di Alfonso Rubbiani, nel corso della vita ricoprì numerose cattedre d'insegnamento, sia a Bologna sia presso altri istituti della regione quali Parma. Attivo in molti cantieri per la città di nascita, progettò alcune tra le più lussuose sepolture del cimitero bolognese della Certosa, come la cappella Talon del 1929. Il suo capolavoro è la chiesa felsinea del Sacro Cuore (1912), dove sono evidenti citazioni dell'età romanico-bizantina. Il suo stile storicista ne fa uno degli epigoni di questo gusto in Italia, e figura chiave del gusto tardo ottocentesco bolognese. Collamarini raggiunse vertici di splendore e raffinatezza nella cappella Doria di villa Pamphilj a Roma, innalzata in stile romanico-cosmatesco. Questa commissione si deve al principe Alfonso Doria Pamphilj che nel 1890 volle dare degna sepoltura ai suoi avi con una nuova cappella. I lavori si svolsero tra il 1897 e il 1902. A lui si devono anche il palazzo della Banca Popolare di Pesaro, la facciata del Santuario del Monticino a Brisighella, il Padiglione Emiliano - Romagnolo per l'Esposizione Artistica di Roma (1911). Opera emblematica del suo stile è il Santuario della Beata Vergine del Sangue di Re (Novara), terminato solo dopo la sua morte nel 1958. Tra i diversi cantieri che lo vedono coinvolto nel ripristino di monumenti antichi va segnalato quello dedicato al complesso bolognese di Santo Stefano (1911-1925), in cui segue significative demolizioni e ricostruzioni in stile, in particolare nelle chiese della Trinità e del Crocefisso.

Collamarini partecipò nel corso della sua carriera a molti concorsi pubblici, tra cui a quello per la facciata del duomo di Pescia in Toscana, che non ebbe però seguito. Questo lavoro non è citato nei testi conosciuti, anche quando analizzano suoi interventi minori, e quindi assume rilevanza la presenza di una foto nel Fondo Belluzzi del Museo del Risorgimento di Bologna. Nel 1902 partecipa ad un concorso che assume dimensioni urbanistiche: il campus universitario di Berkeley in California. Il progetto vincitore, ispirato ad uno stile nordico tra romanico e gotico, è del tutto diverso dal classicismo ornato e monumentale di Collamarini, che qui si mostra tra gli ideali prosecutori di Coriolano Monti e Tito Azzolini.

La rivista il "Comune di Bologna" nell'ottobre 1928 dedica all'architetto una lunga biografia, tra cui viene ricordato: "seguace delle teorie di Viollet-le-Duc, ha avuto il grande merito di rifuggire nelle sue creazioni dall'influsso delle architetture gotiche del nord-europa che, inadatte e male applicate da altri architetti e ingegneri del secolo XIX, hanno prodotto le più ibride e morte cose, formando quel cosidetto gotico del quarantotto, che ha deliziato il decadente periodo della reazione romantica e il susseguente periodo Umbertino. (...) Si può dire che fu realmente artista cristiano perchè nelle sue chiese e nelle sue opere, specialmente se ispirate all'arte medievale, Egli ha infuso realmente quel sentimento religioso e mistico che l'arte moderna troppo spesso ha dimenticato." Riposa nel viale del Campo Carducci del Cimitero della Certosa di Bologna, di fianco a Carducci e Panzacchi.

Roberto Martorelli

2014, ultimo aggiornamento febbraio 2023.

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