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Cofanetto nuziale

1878 ca.

Schede

Le porcellane a bassorilievi istoriati – ossia con scene mitologiche brevemente rilevate sul fondo – ebbero a Doccia una particolare diffusione, rappresentando nel loro insieme una delle produzioni più tipiche dal primo periodo della manifattura, giungendo ad essere riprodotte anche in epoca revivalistica, come ampiamente testimoniato dai pezzi di notevole qualità decorativa presentati in queste pagine. Dapprima erroneamente chiamate “tipo Capodimonte”, poiché attribuite alla manifattura napoletana di Carlo di Borbone, solo in seguito furono ricondotte alla fabbrica di Doccia: dai serviti da caffè questa particolare ornamentazione plastica viene poi estesa agli oggetti più vari – bacili, cofanetti e vasi medicei – le cui forme ben si prestavano ad accogliere fatti storici o episodi tratti a piene mani dalla mitologia greca o romana. Il cofanetto nuziale che pubblichiamo qui per la prima volta, rappresenta un esempio tipico della produzione ottocentesca della manifattura che, durante tutto l’arco del secolo, immette sul mercato una grande quantità di suppellettili d’uso e di decorazione in bassorilievo istoriato, presentandole con straordinario successo alle esposizioni internazionali, a partire da quella di Londra del 1851. Nel catalogo delle porcellane proposte all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1878 figurano due cofanetti, uno dei quali è proprio questo, come documentato da una stampa edita per l’occasione. I soggetti dell’apparato decorativo – come detto tutti storici e mitologici – traducono, per lo più in porcellana, placchette tardorinascimentali con scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, realizzate da Giulio Romano, Guglielmo Della Porta, Salviati e Perin del Vaga; altre placchette in piombo furono create direttamente dalla stessa manifattura, sulla scorta delle illustrazioni inventate dall’Abbé Banier per il volume Les Métamorphoses d’Ovide (1732), ancora esistente negli archivi di Doccia.

Il nostro cofanetto, di impianto architettonico a cornici mistilinee bombate e fortemente aggettanti, presenta un contenitore rettangolare chiuso per mezzo di un coperchio sormontato da un raffinato gruppo plastico (posto in appoggio), raffigurante Bacco e Arianna i quali – seduti su di uno spuntone di roccia – si scambiano un tenero bacio. Accucciato sul lato destro del gruppo sta un gattopardo, mentre un piccolo fauno – sdraiato a pancia in giù – beve da una coppa il vino versato da una grande brocca che lo sovrasta; un amorino, raffigurato di spalle e fortemente reclinato all’indietro, leva la sinistra al cielo; il peplo di Arianna si gonfia al vento sfuggendo, sul lato sinistro, con un baldanzoso svolazzo. Il coperchio, con parte centrale troncopiramidale culminante con un’incorniciatura a festone di foglie strette da nastri intrecciati, è impreziosita da una spessa cornice bombata con decori a rilievo rappresentanti un serto continuo di frutti avvolti da foglie d’acanto; ai quattro angoli della piramide tronca, altrettanti padiglioni a conchiglia su cui sono disposte coppie di cornucopie affrontate, traboccanti di rose e fiori vari, legate da nastri. Sul coperchio sono poi raffigurati Ermafrodito e il Ratto di Proserpina (da una placchetta in piombo della prima metà del ‘700 nella raccolta Ginori Lisci di Firenze). Il cofanetto, poggiante su di un breve piede a cornici modanate e variamente decorate, mostra quattro formelle istoriate incastonate tra cartelle accartocciate e centrate da protomi femminili. La figurazione a rilievo delle formelle impiega ancora scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio: Ermafrodito e la ninfa Salmace, Il Giudizio di Paride e I Progenitori (da una placchetta in piombo del XVI secolo nella raccolta della manifattura). Inedito.

Manifattura Ginori, Doccia, sec. XIX-ultimo quarto (1878 ca.), Cofanetto nuziale sormontato da gruppo plastico raffigurante Bacco e Arianna, porcellana dipinta in policromia e oro, cm 33 (h) x 37 x 30. Raffaello Pernici - Best Ceramics, Rosignano Marittimo.

Marco Violi

Bibliografia di confronto: LEONARDO GINORI LISCI, La porcellana di Doccia, Cassa di Risparmio di Firenze, Firenze 1963, pp. 54-59; BRUNO MOLAJOLI, Il Museo delle porcellane di Doccia, Società Ceramica Italiana Richard Ginori, 1967, p. 78 tav. CLVIII; GABRIELLA MANCINI - SERGIO BETTAZZI, Porcellane e maioliche Ginori dal 1740 al Liberty dalla collezione di Sergio Bettazzi, Idest, Campi Bisenzio 1998, p. 29; MARIA LETIZIA CASANOVA, Le porcellane europee del museo di Palazzo Venezia, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 2004. ANNE-CLAIRE SCHUMACHER, La collection de céramique italienne de Doccia du Musée Ariana à Genève in Quaderni degli Amici di Doccia, IX 2016, p. 50. Testo tratto dal catalogo "ROSA MYSTICA - Il fiore della Vergine in tavola e nell’arte sacra", a cura di Marco Violi, Sasso Morelli di Imola, Chiesa del Morelli 6-8 settembre 2019, iniziativa di CLAI - Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi sca. In collaborazione con il Museo Diocesano di Imola.