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Claudio Quarantini, partigiano della Stella Rossa

Schede

Verso la fine del mese [di maggio] i tedeschi decisero di compiere un grosso attacco contro la “Stella Rossa”. Se non mi tradisce la memoria erano le 4 del mattino del 28 maggio ed era il mio turno di guardia quando udii i primi spari e lo scoppio del primo proiettile che una batteria di cannoni, situata sulle alture dalla parte di Monzuno, aveva lanciato nella zona tenuta dalla Brigata. Era l’inizio del rastrellamento di tutta la vasta zona da noi controllata da parte dello schieramento di artiglieria che i tedeschi avevano organizzato in un ampio intorno sulla dorsale di Monte Venere, proprio di fronte a noi, sui crinali dell’altra vallata.
Dopo diverse ore di bombardamento concentrato contro le case presidiate dalle formazioni partigiane, i tedeschi iniziarono, a pattuglie, la salita del monte, incontrando da parte nostra una resistenza decisa. Le case coloniche situate più in basso, verso il fiume Setta e non occupate da noi furono raggiunte ed incendiate dai tedeschi. Per tutta la giornata durarono accaniti scontri e alla fine i tedeschi furono costretti a ritornare alla base di partenza senza avere ottenuto alcun successo. A sera inoltrata fu convocato il comando allargato, alla presenza dei comandanti di compagnia, per decidere la tattica da seguire per l’immediato futuro. Fu deciso, nonostante la forte opposizione del Lupo e di alcuni altri, che la brigata doveva operare uno sganciamento, trasferirsi in un’altra zona di operazioni non potendo sostenere a lungo una battaglia di posizione.

Luciano Bergonzini, "La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti", vol. III, Istituto per la Storia di Bologna, Bologna, 1970
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Note
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