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Innocenzo Cibo

1491 - 14 Aprile 1550

Scheda

ARMA: Inquartato, nel 1° (alto a sinistra) e nel 4° (basso a destra) d'oro alla banda scaccata di argento e di azzurro di tre file ed il capo d'argento alla croce di rosso (capo di Genova) nel 2° (alto a destra) e 3° (basso a sinistra) dei Medici.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante ricorda la seconda legazione a Bologna del Cardinal Cibo nel 1534 e dice:  INNOCENT· CAR· CIBO' / ITERVM LEGATVS· / 1534· (Innocenzo Cibo cardinale legato di nuovo nel 1534)

Anche in questo caso l'arma non è corretta: l'arma Cibo era di rosso (e non d'oro) alla banda scaccata d'argento e d'azzurro di tre file ed il capo d'argento alla croce di rosso.

I Cibo erano oriundi della Grecia. Un Odoardo valoroso uomo d'arme, trapiantò questa famiglia in Liguria ove raggiunse in breve ricchezza e potenza. 
Furono signori della Gorgona e di Capraia, di Carofanello, delle contee di Sora, di Anguillara, di Cerveteri, del Ducato di Orvieto e di Massa Carrara. 
Tra i suoi membri si contano 11 cardinali, numerosi vescovi, senatori, condottieri ed una Papa: Innocenzo VIII.

Innocenzo Cibo nacque il 25 agosto 1491 a Firenze da Francesco dell'Anguillara detto Franceschetto figlio di Innocenzo VIII e da Maddalena dei Medici figlia di Lorenzo il Magnifico presso la casa del quale fu allevato.
Entrato in prelatura fu nominato Abate di s. Paolo in Arno, ma quando suo zio Giovanni dei Medici divenne Papa, la sua carriera ecclesiastica subì una rapida impennata: nominato primo protonotario apostolico nel 1517, venne subito dopo creato cardinale con il titolo dei SS. Cosma e Damiano e contemporaneamente arcivescovo di Marsiglia. 
Nel 1519 otteneva l'amministrazione della diocesi di Ventimiglia e nel 1520 era arcivescovo di Genova. 
Durante questi anni egli non si occupò affatto degli affari della sua diocesi, ma condusse vita mondana badando solo ad accumulare benefici. 
Nel 1521 otteneva la carica di Camerlengo che tenne solo per pochi mesi. 
Con la morte di Leone X il Cibo, inviso al nuovo Papa Adriano VI, si allontanò da Roma rifugiandosi a Massa presso il fratello Vincenzo, ma alla morte di Adriano VI rientrò nell'Urbe. Partecipò al conclave e assistette all'elezione di un altro Medici, Clemente VII.
Questo lo nominò nel 1524 Legato a Bologna dove egli non si recò, facendosi sostituire da Altobello Averoldi prima e successivamente da Gheri Goro, Gambara Umberto, Francesco Guicciardini e Giovanni Maria del Monte. 
In tutto il periodo della sua lunga legazione durata fino al 1535 si recò a Bologna solo sporadicamente, ma si adoperò sempre per mantenere la sicurezza della città, come quando le truppe di Carlo di Borbone si avvicinavano al Po, per poi dirigersi verso Roma e saccheggiarla.
Dopo il Sacco di Roma venne incaricato, in qualità di legato, di preparare l'incoronazione di Carlo V avvenuta appunto a Bologna nel 1530. Ebbe anche un breve periodo di governo a Firenze in nome di Alessandro de' Medici, quest'ultimo recatosi a Bologna per ossequiare l'imperatore.
Ritornato ancora una volta a Roma rientrava nella sua legazione solo nel 1534 ma ne venne privato da Paolo III nel settembre dell'anno successivo. 
Il Cibo si trasferì allora a Firenze, continuando a vivere alla corte di Alessandro dei Medici. Passato poi a Massa presso la cognata Marchesa Malaspina, vi restò fino alla morte del Papa avvenuta nel 1549. 
Portatosi di nuovo a Roma in occasione del conclave, toccò a lui quale decano del Sacro Collegio di consacrare il nuovo Papa Giulio III nel 1550.
La morte lo colse nell'anno successivo, il 14 aprile del 1550, a Roma; venne sepolto in S. Maria sopra Minerva.