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Chiesa soppressa di San Nicolò di San Felice: la Croce. Arcivescovo Prospero Lambertini

lapide

Schede

CRUCEM HANC
INSIGNE REDEMPTIONIS HUMANAE VEXILLUM
A BONONIENSIBUS CIVIBUS
VIX NASCENTE ECCLESIA
IN SUSCEPTAE FIDEI ARGUMENTUM
ERECTAM
INDE SAEPIUS INIURIA TEMPORUM COLLAPSAM
ITERUMQUE PRISTINO LOCO RESTITUTAM
VESPASIANUS GRIMALDI
ALPHONSO PALEOTTO ARCHIEPI(SCOPO) BONONIEN(SI)
SUB INITIUM SUPERIORIS SECULI (!)
IN VIAE HUIUS MEDIO
SUPER PONTEM QUO FIRMIUS SUBSISTERET
COLLOCAVIT
VERUM PONTE PRO AMPLIANDA VIA DESTRUCTO
EAMDEM CRUCEM
HIERONYMO GRIMALDO S(ANCTAE) R(OMANAE) E(CCLESIAE) CARDINALI
TIT(ULO) SANCTAE BALBINAE
BONONIAE LEGATO

PROSPER LAMBERTINUS S(ANCTAE) R(OMANAE) E(CCLESIAE) CARDINALIS

TIT(ULO) SANCTAE CRUCIS IN IERUSALEM

ARCHIEPISCOPUS BONONIENSIS
SACRI ROMANI IMPERII PRINCEPS
AEMULA MAIORUM SUORUM PIETATE
SUB HAC PORTICU SACRAE HUIUS AEDIS PARIETI
AFFIGI CURAVIT
ATQUE SOLEMNI RITU BENEDIXIT
OMNIBUSQUE CORAM IPSA DEVOTE ORANTIBUS
ET PRO PATRIAE INCOLUMITATE
VOTA SUA OMNIPOTENTI DEO NUNCUPANTIBUS
CENTUM DIERUM INDULGENTIAM BENIGNE CONCESSIT
ANNO MDCCXXXII

Via San Felice 39. Anno di posa 1732.

Traduzione
“Questa croce, straordinaria insegna dell’umana redenzione, eretta dai cittadini bolognesi quando la chiesa stava appena nascendo a difesa della fede abbracciata, poi molto spesso rovinata dalle ingiurie del tempo ed ogni volta ripristinata nel suo luogo originario, Vespasiano Grimaldi, quando era arcivescovo di Bologna Alfonso Paleotti, all’inizio del secolo scorso, la pose in mezzo a questa via sopra il ponte, in modo che potesse resistere più saldamente.
Essendo stato però tale ponte distrutto per ampliare la via, quando era  legato di Bologna Girolamo Grimaldi, cardinale di Santa Romana Chiesa con il titolo di Santa Balbina, Prospero Lambertini, cardinale di Santa Romana Chiesa con il titolo di Santa Croce in Gerusalemme, Arcivescovo di Bologna, principe del Sacro Romano Impero, curò che la medesima croce fosse affissa sotto questo portico sulla parete di questo sacro edificio e la benedisse con rito solenne e concesse benevolmente cento giorni di indulgenza a tutti coloro che pregassero devotamente di fronte ad essa e che formulassero i propri voti a Dio Onnipotente per la salvezza della patria.
Anno 1732”.