Chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano

Chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano

Scheda

Si trova questa chiesa al principio di via Mazzini (odierna Strada Maggiore), proprio dietro alle due torri dei Garisendi e degli Asinelli. Incontrastabilmente San Bartolomeo è una delle più antiche chiese di Bologna. Vuolsi sia stata eretta sul principio del secolo V ad opera del vescovo San Petronio, sulle fondamenta di una chiesa sotterranea dei primi tempi cristiani, gli avanzi della quale si credette di trovare quando, nel 1655, si eresse a nuovo la chiesa attuale, a tre navate sui disegni di Giovanni Battista Natali. Ma, con ogni probabilità, quelle antiche costruzioni, altro non erano se non gli avanzi della confessione o cripta dell’antica primitiva chiesa petroniana, interrata poi nel processo del tempo per cause che non si conoscono o per maggior sicurezza dell’edifizio. Fin dal 1288 si ha notizia d’un monastero di Vergini Cluniacensi esistente in questa località, al quale era attigua la chiesa di San Bartolomeo, riedificata nel 1530 dal Formigine, il quale l’adornò del classico portico esterno risparmiato da Natali nella sua ricostruzione. Questo portico è oggi ancora una delle parti più cospicue dell’attuale edifizio di San Bartolomeo. Notevoli soprattutto gli eleganti ornati scolpiti dal Formigine stesso, insieme a Domenico Marco Lombardo, a Sigismondo Bargelleso da Bologna ed a Bernardino Torporino. Le dieci lunette formate dalle volte furono frescate dal Quaini, dall’Albertoni e da un Romano, allievi del Cignani, su cartoni del Franceschini. Tali dipinti sono oggi pressochè perduti. Bellissima è la porta di fronte al braccio laterale del portico con ornamenti del secolo XVI d’ottimo gusto, e nella vicina cappelletta fu collocata la cosidetta Madonna della Pietà, attribuita a Lippo di Dalmasio, tolta nel 1883 dal muro ai piedi della Garisenda, ove serviva da tavola d’altare ad una chiesuola ivi esistente e demolita in quell’anno per isolare e sistemare più convenientemente il piede delle tue torri famose.

L’interno di San Bartolomeo è ricco ed elegante. E’ specialmente notevole per la sua decorazione pittorica. La volta della navata maggiore fu dipinta con ottimi intendimenti nel 1667 da Angelo Michele Colonna e da Giacomo Albaresi. Le lunette fra le volte, la cornice e la fronte intorno all’organo sono opera di Mauro Bracciali. Fra le cappelle vanno ricordate quella dell’Annunciazione, colla pala dell’altare dipinta dall’Albani, e famosa in arte col titolo d’Annunciazione del bell’Angelo, dalla singolare espressione di grazia e di venustà data dal pittore all’arcangelo Gabriele. La Vergine in attitudine di sdegnosa sorpresa ascolta le parole del misterioso messaggiero, mentre in alto una gloria d’angeli e di serafini sta contemplandola. La si può dire una pagina del Vangelo di San Luca mirabilmente tradotta coi colori. Questo quadro è annoverato fra i capolavori dell’Albani. Le pitture murali della cappella furono degnamente condotte da Giambattista Baldi. In altra cappella si conserva la famosissima tela di Guido Reni rappresentante la Madonna col Bambino dormiente fra le braccia, famosa pur questa in arte e considerata come un capolavoro di grazia e di leggiadria. Questo quadro fu rubato in una notte del luglio 1855 e dagli autori del furto portato all’estero. Fu scoperto in Londra qualche anno dopo ove si tentava di venderlo. Opportune pratiche abilmente condotte e favorite dal Governo inglese, condussero al ricupero della preziosa tela, che con vera festa della popolazione bolognese fu ricollocata là donde era stata sì malamente tolta. Nelle altre cappelle di San Bartolomeo si notano dipinti di Ludovico Caracci, di Giuseppe Terzi, di Carlo Castelli, di Antonio Muzzi, di Giuseppe Ravegnani, del Beltranini, del Canuto, del Guardassoni, del Minelli, dell’Aretusi e di altri artisti del sec. XVII di minor fama.

Testo tratto da "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.

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